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Manutenzione batteria iPhone, iPad e Mac: analisi di sei miti che vi aiuta nel compito

Qualche settimana fa, abbiamo provato a smentire cinque falsi miti sui caricabatterie per iPhone e iPad. Ma la mitologia sulle batterie dei dispositivi mobili è anche più ricca. Il perchè si intuisce facilmente: basta leggere le indagini di mercato sui dispositivi mobili per comprendere che la batteria è al centro delle attenzioni di ciascuno di noi visto che da essa dipende in maniera vitale il funzionamento di un prodotto, ma anche autonomia e durata nel tempo.

Le tecniche per mantenere in salute le batterie, oggi tutte agli ioni di litio, una tecnologia che permette di costruire batterie ad elevata densità di energia, più leggere e durevoli nel tempo, prive di effetto memoria, derivano dal loro funzionamento e sono di fatto applicabili a ciascun prodotto che usa questo tipo di accumulatori di energia: cellulari, tablet, computer. Macitynet, senza scendere nel dettaglio tecnico, ma per aiutarvi gestire al meglio i vostri dispositivi, pubblica una “top sei” con sei miti, tre falsi e tre veri, più una bonus track, con i quali esploriamo il modo per far durare più a lungo le batterie, curare la loro manutenzione e avere sempre il massimo dell’autonomia.

Falso mito: Tenere collegato alla corrente iPhone e iPad danneggia la batteria
Uno dei falsi miti più diffusi ci dice che tenere iPhone o iPad all’alimentatore o alla presa USB del computer surriscalda o danneggia la batteria. In realtà gli iPhone, gli iPad, i Mac e tutti i dispositivi moderni sono in grado di comprendere quando la batteria è carica e a quel punto sospendono l’alimentazione, anche se visibilmente (per non confondere l’’utente) l’indicatore di ricarica non ce lo dice, quindi non c’è alcun problema di surriscaldamento. Quando la batteria scende di qualche punto percentuale, il circuito di ricarica riattiva l’alimentazione fino a portare la batteria nuovamente al 100%. Questo processo è la cosiddetta ricarica di mantenimento (trickle charge in inglese) che può, sulla carta, andare avanti all’infinito senza fare surriscaldare o peggio esplodere la batteria, anche se per ragioni che spieghiamo altrove, sarebbe sempre meglio lasciare scendere la carica per mantenere la batteria del vostro dispositivo in piena salute.

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Falso mito: la batteria deve essere ricaricata completamente e lasciata scaricare completamente
Questo non è solo un falso mito, ma anche un mito molto pericoloso per la vita della batteria. Secondo alcune ricerche se dovessimo attuare questa pratica costantemente, dopo 350/400 cicli, la batteria sarebbe da buttare. Le batterie agli ioni di litio, hanno un arco ideale di carica tra il 40 e l’80%, in pratica non dovremmo fare scendere la ricarica sotto il 40% e salire sopra l’80%. Percentuali sopra e sotto questo livello applicano uno certo stress alla batteria; portarla sempre al cento per cento e poi a 0%, danneggia le celle. Ovviamente non è sempre possibile far ruotare la carica tra il 40 e l’80%, ma bisogna tenere presente questa caratteristica e operare, il più possibile per restare in questo arco. Possibilmente si dovrebbe far “morire” il dispositivo fino a quando non si accende più solo saltuariamente, per ricalibrare la batteria e fornire una miglior lettura della sua capacità (come spiegheremo successivamente)

Falso mito: bisogna scaricare ogni tanto la batteria per evitare l’effetto memoria
Il mito sull’effetto memoria è davvero duro a morire questo nonostante non esista più un effetto memoria da quando non si usano più nei dispositivi elettronici le batterie NiMH (nichel metal idride) e NiCd (nichel cadmio). In realtà le batterie agli ioni di litio non soffrono di effetto memoria, la tendenza a ridurre progressivamente la loro capacità se vengono ricaricate prima che abbiano esaurito la carica. Questa operazione con le batterie agli ioni di litio è necessaria saltuarariamente (una volta ogni uno o due mesi) ma solo per la calibrare la capacità del circuito di ricarica e di alimentazione, di leggere la percentuale di energia restante della batteria. In pratica le barrerie agli ioni di litio se caricate correttamente, non ridurranno mai la loro capacità di di carica per l’effetto memoria, ma potrebbero non fornire una informazione corretta sulla loro carica reale. Di qui la necessità di scaricarle completamente ogni tanto.

Vero mito: le batterie soffrono caldo e freddo
Le batterie agli ioni di litio sono basate su componenti chimiche il cui processo accelera quando sale la temperatura e diminuisce quando la temperatura cala. Il loro arco di temperatura di funzionamento ideale è quella ambiente. Il problema peggiore per le batterie è il caldo. Alcune statistiche dimostrano che un dispositivo messo a riposo per un anno con la batteria carica al 100% a 25 gradi di temperatura per il 20% della sua carica in maniera permanente. Bastano 90 giorni di esposizione a 60 gradi per dimezzare (o quasi) la capacità della batteria di una batteria agli ioni di litio. Mettere un iPhone o un iPad nel cassetto del cruscotto della vettura può, quindi, essere accettabile per qualche ora, non per giorni.  Lasciarlo dentro all’abitacolo dell’auto al sole, permanentemente danneggia la batteria e ne riduce la vita operativa in maniera sensibile.

Vero mito: mai mettere  riposo un dispositivo con la batteria completamente carica o scarica
Questo è un altro vero mito.  Quando si decide di non usare più un dispositivo per lungo tempo e lo si mette in un cassetto, la batteria non deve essere carica o scarica, ma avere una carica tra il 40 e il 50%, questo consente una lenta scarica e tiene comunque attivo il circuito di protezione, quindi la batteria ha quella che potremmo definire “coscienza” del suo stato. In realtà la percentuale di carica restante, pur importante, non è fondamentale. Molto più importante è trovare un luogo fresco. Se si seguono procedure corrette e si ripristina correttamente la carica della batteria saltuariamente, è possibile mettere da parte dispositivi con batterie agli ioni di litio persino per  una decina di anni perdendo solo una modesta parte della capacità nominale della batteria.

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Vero mito: non importa che cosa si fa, la capacità della batteria diminuisce
Questo non è ovviamente un mito. La batteria perde di capacità progressivamente per effetto dei cicli di carica e scarica e per l’invecchiamento naturale della chimica delle celle. Ma nel corso degli ultimi anni i passi avanti nelle ricerche hanno portato le migliori batterie per cellulari, come quelle di iPhone, ad avere fino a 500 cicli di carica e scarica prima di perdere una tangibile capacità in mAh; i portatili (come i MacBook Pro) arrivano a mille cicli prima di perdere il 20% di capacità. Un iPad, secondo Apple, arriva pure a mille cicli. Questo ovviamente se si ha avuto cura delle batterie. Per comprendere che cosa, in pratica questo significa per la longevità del dispositivo, si deve sapere che per contare un ciclo di carica, non basta collegare il dispositivo ad un alimentatore, ma si deve consumare anche su più ricariche, il 100% della capacità. In pratica se scaricheremo il dispositivo un giorno del 30% e poi lo ricaricheremo al 100%, e poi del 20% e poi lo ricaricheremo al 100%, lo scaricheremo ancora una volta del 50% e poi lo ricaricheremo avremo compiuto non tre, ma un solo ciclo. In termini pratici un iPhone usato intensivamente, sarà all’80% della sua capacità di batteria dopo un anno e mezzo o due anni, un MacBook Pro, che usato normalmente arriva a 4/6 ore di autonomia, potrebbe avere fino a 6000 ore, 250 giorni di lavoro senza alimentazione prima di perdere il 20% di capacità. Un esempio? Il nostro MacBook Pro Retina, su cui stiamo scrivendo queste note, che certo non viene usato poco scollegato dalla corrente, dopo 8 mesi di vita ha 156 cicli di ricarica e ha perso circa il 3% della sua capacità. Teoricamente, seguendo le indicazioni di Apple, potrebbe lavorare a questo ritmo per più di 4 anni prima di perdere l’80% della capacità della sua batteria.

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Bonus track: leggere i cicli di una batteria e la sua capacità
Visto quel che abbiamo detto diventa interessante, per differenti motivi, sapere quanti sono i cicli di carica di un dispositivo. Uno dei motivi di maggior interesse per saper i cicli di ricarica, è nell’acquisto di un dispositivo usato: la batteria è spesso costosa da sostituire e i cicli ci offrono un elemento stringente per sapere la sua anzianità, anche se chiaramente questo non ci dice tutto della sua salute.

Per i computer Apple l’operazione è molto semplice: andate nel menù Mela, selezionate “Informazioni su questo Mac”, poi “Più informazioni”. Click su Resoconto di Sistema e poi su “Energia”. Qui leggerete tutte le informazioni sulla batteria, incluso il conteggio dei cicli. Vedrete anche la capacità originaria della batteria, espressa in mAh, e la capacità restante. Esistono anche applicazioni che forniscono istantaneamente la capacità della batteria e ne fotografano lo stato di salute. Una di queste è Coconut Battery, una storica app freeware molto facile da usare.

È più complicato contare i cicli su dispositivi mobili Apple. Il sistema operativo non offre questa preziosa informazione; per averla bisogna o attuare il Jailbreak del dispositivo e poi utilizzare una delle applicazioni di Cydia (come BatteryDoctorPro). Chi non vuole fare il Jailbreak può ricorrere a iBackUpBot, un’applicazione commerciale per la gestione dei backup di iPhone, iPad e iPod. Il programma è a pagamento, ma la versione demo è comunque in grado di fornire informazioni dettagliate sullo stato della batteria di un disposizione Apple, inclusa la capacità in mAh e i cicli di ricarica. Grazie a iBackUpBot se state per comprare un iPhone o un iPad usati o se volete controllare lo stato del vostro dispositivo, vi basterà collegarlo ad un Mac o un computer Windows, lanciare l’applicazione e avrete i cicli sopportati dalla batteria.

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