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Con WiFi 802.11ax in arrivo reti 4 volte più veloci e meno consumo

Lo standard 802.11ac che opera intorno delle frequenze dei 5 GHz è stato inizialmente concepito nel 2008, approvato definitivamente nel 2014 e da qualche tempo comincia a essere supportato anche su dispositivi relativamente economici. È lo standard che sarà mainstream per qualche anno ma all’orizzonte si affaccia già un sostituto che, sulla carta, promette meraviglie: il Wi-Fi 802.11ax.

Un rete Wi-Fi 802.11ax. offre, in particolare, una capacità fino a 4 volte superiore. Secondo alcuni test preliminari sarebbe addirittura in grado di toccare i 10 Gbps. Questo renderà il traffico più efficiente e, contestualmente, garantirà anche una maggiore durata della batteria per i dispositivi Wi-Fi, con la riduzione di due terzi dei consumi. Un aspetto importante è che reti di questo tipo saranno in grado di gestire un superiore traffico dal punto di vista del numero dei dispositivi. Un “bonus” per un orizzonte nel quale il proliferare dell’Internet Of Things crea ambienti molto affollati.

Tre le tecnologie che consentono questi miglioramenti, la OFDMA (Orthogonal Frequency-Division Multiple Access) che si occupa di gestire gli accessi regolando il traffico in uplink ed evitando i classici colli di bottiglia. A livello energetico la chiave di volta è la funzionalità denominata Target Wakeup Time (TWT) che permette di regolare lo stato di attività dei dispositivi accrescendo il tempo di standby e riducendo l’impatto sulla batteria.

Tra le prime aziende al mondo ad avere messo le basi per il lancio di reti Wi-Fi 802.11ax c’è Qualcomm Technologies, sussidiaria dell’azienda che si occupa di ricerca e sviluppo nel campo delle telecomunicazioni, che ha annunciato una gamma di soluzioni end-to-end 802.11ax – che include il system-on-chip (SoC) IPQ8074 per infrastrutture di rete e la soluzione QCA6290 per dispositivi client – proponendo come la prima azienda a lanciare soluzioni commerciali end-to-end in grado di supportare il nuovo standard.

Il chip IPQ8074 supporta la tecnologia MU-MIMO e configurazioni 12×12 (8×8 su frequenza 5GHz, 4×4 su 2.4GHz), per una larghezza di banda complessiva di 4,8 Gbps, un raggio d’azione più ampio rispetto ai chip 802.11ac. È supportata anche una tecnologia (proprietaria) denominata Wi-Fi Self-Organizing Network (SON) che dovrebbe semplificre l’installazione della reti e ottimizza il traffico. Dal punto di vista del client (i dispositivi connessi al router) la gestione è affidata al SoC QCA6290, in grado di offrire throughput quattro volte superiore rispetto alle attuali tecnologie. Anche questo supporta tecnologie MU-MIMO 2×2 e permette di combinare flussi 2.4 e 5GHz sfruttando due bande simultaneamente con la tecnologia Dual Band Simultaneous (DBS) fino a un massimo di 1,8 Gbps. Il consumo energetico è ridotto di due terzi rispetto a connessioni 802.11ac.

Qualcomm Technologies prevede di consegnare i campioni di IPQ8074 (un Soc a 14nm per router wireless e access point enterprise) e QCA6290 (un chip per laptop, smartphone e tablet che promette velocità di picco fino a 1.775Gbps tra due stream) nella prima metà del 2017.

L’azienda statunitense non è la prima ad avere annunciato prodotti 802.11ax; SoC simili sono stati annunciati da Quantenna a ottobre dello scorso anno ma Qualcomm è un player di rilievo nel settore. Le specifiche finali dello stadard 802.11ax non sono state ancora definite e non lo saranno probabilmente prima del 2019 ma, come già accaduto in passato, i produttori sono pronti a buttarsi a capofitto in tecnologie wireless promettenti, basandosi sul “draft”, la bozza di riferimento sulla quale si basate le aziende produttrici per mettere in commercio prodotti “compliant”, ancora prima della ratifica ufficiale. Apple stessa più volte ha messo in commercio prodotti (es. i MacBook della seconda metà del 2006) che tenevano conto di specifiche WiFi ancora in Draft.

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