Ricercatori dell’Università di Tartu (Estonia) hanno ideato un sistema per sfruttare vecchi smartphone, concatenandoli insieme per costruire “piccoli data center” che è possibile sfruttare per l’elaborazione dati sul campo e in tempo reale.
Il team di ricercatori riferisce che si tratta di una soluzione ambientale sostenibile per quanti desiderano sfruttare più a lungo possibile i loro telefoni, senza correre appresso al rapido ritmo dei cambiamenti tecnologici.
“L’innovazione spesso non comincia da qualcosa di nuovo, ma con un nuovi modi di pensare al vecchio, re-immaginando il suo ruolo nella definizione di quello che sarà il futuro”, spiega Huber Flores, professore associato di Pervasive Computing dell’Università di Tartu.
I ricercatori hanno sfruttato quattro smartphone e rimosso le batterie per ridurre rischi di fuoriuscita di liquidi e contaminazioni. Hanno stampato in 3D alcuni involucri e supporti per ospitare i dispositivi e circuiteria personalizzata per regolare l’alimentazione, una configurazione che rende facile il riutilizzo dei telefoni se uno di quelli usati si dovesse rompere.
Hanno probabilmente sfruttato qualche software personalizzato e collegato dei sensori esterni per raccogliere dati, con i primi test eseguiti sott’acqua. Il primo esperimento è stato un successo, con la configurazione sfruttata che ha permesso di monitorare la fauna marina senza bisogno di intervento umano, un procedimento che in precedenza richiedeva un subacqueo per la registrazione dei filmati e riportare il girato in superficie per gli studi.
Quello sopra è solo un esempio, spiega il sito Tom’s hardware: il team di ricercatori riferisce che il compatto “data center” può essere implementato in altri ambienti e applicazioni. Altri esempi sono associati ai mezzi di trasporto, con i telefoni che possono essere sfruttati come contatori in tempo reale per i passeggeri, contribuendo a ottimizzare il sistema di trasporto pubblico.
Altre idee sul possibile impiego non mancano e l’aspetto interessante è la fattibilità, dimostrando la possibilità di sfruttare dispositivi che altrimenti rimarrebbero nel migliore dei casi in un cassetto e, nel peggiore dei casi, in una discarica.