Apple userà la WWDC 2025 per dire addio a Siri? L’indiscrezione che ribalterebbe l’ordine delle priorità arriva dall’analista Ming-Chi Kuo, in posto pubblicato su X, ridimensionando il ruolo di preminenza del nuovo design “Liquid Glass” che secondo tutti sarà al centro del discorso per puntare tutto sull’AI.
Secondo Kuo, Apple potrebbe usare la conferenza mondiale degli sviluppatori per lanciare un assistente completamente rinnovato, magari con un altro nome e una nuova identità, per rottamare Siri e da anni di critiche. L’operazione servirebbe a presentare Apple Intelligence sotto una luce nuova, svincolandola da un marchio percepito come stanco, poco efficace, su cui sono stati commessi errori e fatte complesse manovre riorganizzative, e ormai fuori passo rispetto alla concorrenza di ChatGPT o Gemini.
Il discorso generale del il keynote, secondo Kuo, si concentrerà su come funzionerà l’AI “on-device”, sulla roadmap futura e sulla presentazione di strumenti per sviluppatori, con particolare enfasi sulla privacy e su nuove partnership (inclusa quella possibile con Google per integrare Gemini). Il nuovo design estetico, ispirato a visionOS, resterebbe sullo sfondo.
Three Key Points to Watch at Apple WWDC 2025
1. Apple’s AI strategy takes center stage, with updates like UI changes and OS improvements playing a secondary role.
2. No major breakthroughs in Apple’s AI technology are expected. Still, with the market’s limited expectations,…— 郭明錤 (Ming-Chi Kuo) (@mingchikuo) June 9, 2025
La previsione, per quanto accattivante e curiosa, va presa con cautela. Kuo è storicamente molto ben connesso con la catena asiatica dei fornitori di componenti, e nel tempo ha azzeccato molte previsioni hardware. Ma quando si avventura sul piano strategico o comunicativo, come in questo caso, la sua affidabilità è del tutto incerta.
Mark Gurman, fonte ben più vicina ai piani interni di Cupertino, sostiene l’esatto contrario: per lui il redesign dell’interfaccia sarà il fulcro della WWDC, e Apple userà proprio “Liquid Glass” per distogliere l’attenzione dal fatto che le funzionalità promesse di Apple Intelligence — a partire dal nuovo Siri — sono ancora lontane dall’essere pronte.
Del resto un rebranding a questo stadio — quando la nuova assistente non ha ancora mostrato nulla di ciò che promette — potrebbe essere una mossa molto pericolosa. Cambiare nome a Siri ora, mentre si cerca di trasformarla in un chatbot con consapevolezza del sustema operativo e delle applicazioni, ora significherebbe rischiare tutto su un progetto ancora immaturo, esponendolo al rischio di una seconda delusione, forse anche peggiore della prima.