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Rivoluzione in Apple: via Forstall e Browett, Ive capo dell’interfaccia umana

Tanto tuonò che piovve: Scott Forstall se ne va da Apple, seguito da John Bowett che lascia Apple dopo neppure dieci mesi dalla sua assunzione e poco più di sei mesi dall’effettivo svolgimento dell’incarico. L’annuncio di quello che appare a come, in un tempo, la più importante modifica di assetto ai vertici di Apple da anni a questa parte e la certificazione di una serie di errori che la Mela è stata costretta ad ammettere nel corso delle ultime settimane, viene annunciata da un comunicato diffuso questa sera dall’ufficio stampa di Cupertino.

È difficile  non definire quel che si legge nel documento per la stampa come epocale, a cominciare dal fatto che se ne va dalle stanze dei piani alti Scott Forstall. Stiamo parlando di una delle figure di assoluta eminenza di Apple, il capo del settore iOS, ovvero del prodotto più importante del sistema Apple, di uno dei dirigenti più prossimi a  prendere il posto di Jobs, nonché di colui che è stato a lungo ritenuto dallo stesso defunto ex fondatore di Apple una delle persone a lui più affini anche caratterialmente; in definitiva uno dei più potenti ed influenti manager degli ultimi anni, secondo solo forse a Cook in quanto a capacità di cambiare le sorti di Apple ed elaborarne le strategie.

Forstall, che dovrebbe restare per un anno in qualità di consulente (un ruolo che viene assegnato normalmente a figure a conoscenza di importanti segreti industriali al fine di sterilizzarne il più possibile la capacità di portare fuori dall’azienda informazioni preziose alla concorrenza), era sulla graticola da tempo sia per errori considerati strategici, sia per colpi durissimi che hanno ricevuto suoi progetti personali. Forstall, personaggio non facile da trattare, collerico, elitario, scostante, meticolosamente evitato da un gran numero di colleghi anche di pari grado (l’ex Jon Rubinstein era solito uscire dalla stanza quando entrava Forstall), è stato accusato di due dei principali insuccessi di Apple degli ultimi anni: il progetto iAds frutto dell’acquisizione di Quattro Wireless e la nuova applicazione Mappe.

A Forstall era stata attribuita la responsabilità anche di avere complicato e reso leziosa l’interfaccia di iOS e poi di Mac Os con la scelta  scheuomorfica, una definizione che vuole indicare l’utilizzo di elementi decorativi non funzionali in un oggetto che ne evoca un altro per il quale quegli elementi sono funzionali. Ad esempio interfacce di applicazioni che richiamano oggetti di uso comune: fogli di libro che si sfogliano, rubriche indirizzi che imitano rilegature in pelle, un registratore a nastro per i podcast, un espositore in legno per l’app riviste; questo barocchismo pare piacesse a Jobs ma secondo alcuni top manager Apple sarebbe stato portato fuori controllo proprio da Forstall determinando lo smarrimento della linearità semantica dell’interfaccia.

Forstall era stato, infine, al centro di pesanti polemiche anche per SIRI, altro prodotto sotto il suo controllo, considerato una buona idea priva però di un reale focus commerciale oltre che scarsamente utile e ancora lontano dal passare da essere un simpatico passatempo, più o meno dichiarato, a qualche cosa che ha uno scopo reale.

forstall browett

Non sorprende troppo neppure la partenza di John Browett, capo del settore dei negozi che aveva avuto a sorpresa il ruolo di sostituire Ron Johnson. Un compito non facile per un britannico che arrivava, per giunta, da una esperienza che secondo qualcuno non era stata brillantissima a capo di Dixon, importante catena di elettronica, ma che il (ormai ex) capo del settore retail ha provato a complicare ancora di più.

Secondo alcune fonti introdotte e capaci di leggere dietro le quinte, non appena arrivato nel suo ufficio, Browett ha lanciato iniziative che hanno minato la fiducia del personale degli store, fiore all’occhiello della Mela, con riduzioni di orario, tagli agli straordinari, cancellazione di servizi. Secondo alcune informazioni Browett aveva iniziato ad abbattere anche gli investimenti sui negozi cercando di trasformare quello che era sempre stato inteso come un sistema per pubblicizzare la filosofia Apple, in una macchina da soldi dando enfasi alle vendite. Secondo qualcuno Cook e Oppenheimer avrebbero appoggiato questa svolta, ma un paio di duri colpi, tra cui in primo piano l’ammissione implicita di errori compiuti anche in questo ambito (con ripristino di precedenti modalità operative accompagnate da tante scuse ai dipendenti), hanno cancellato ogni sorta di sostegno a Browett.

Quando in una partita ci sono dei perdenti, e Forstall e Browett sicuramente sono degli sconfitti, ci sono anche dei vincenti che sono anche questi elencati dal comunicato di Apple.

Vince prima di tutto Jonathan Ive che assume il ruolo di capo dell’interfaccia umana del sistema operativo, sommando a quello di capo del settore stile e design. Ive era stato, secondo alcune fonti, il primo nemico di Forstall, verso cui pare provasse anche sincera antipatia umana, e il suo più fiero oppositore per alcune delle scelte più controverse, come la sopracitata svolta scheuomorfica a fronte della quale l’inventore dell’estetica dei prodotti Apple propagandava un ritorno alla semplicità e alla linearità, in linea con il design “fisico” dei prodotti.

Vince anche Mansfield, un altro dei nemici dichiarati di Forstall e che solo fino a qualche mese fa era in procinto di andare in pensione, ma che dopo essere stato richiamato furor di popolo degli ingegneri Apple, nell’incarico di consulente di Cook, ora diventa capo di un nuovo gruppo denominato Technologies che avrà l’incarico di seguire lo sviluppo del mondo wireless. Mansfield si occuperà anche (e forse soprattutto) dello sviluppo del settore semiconduttori «che ha piani ambiziosi per il futuro», dice Apple facendo forse cenno alla possibilità di una migrazione verso la piattaforma ARM anche del mondo dei computer veri e propri.

Conquista un ruolo preminente anche Eddie Cue, già responsabile del progetto iCloud, App Store, iTunes Store e iBook Store, che si occuperà di SIRI e di Mappe, unificando sotto il suo controllo tutti i servizi on line di Apple. A Cue era toccato raddrizzare la pessima china che aveva preso MobileMe, riuscendoci in gran parte, e ora evidentemente Apple spera che riesca a fare lo stesso con SIRI e Mappe.

Infine Craigh Federighi, da qualche tempo al vertice del settore Mac Os X, avrà la responsabilità anche di gestire iOS che era il regno di Forstall. In questo modo si unificano i settori dei sistemi operativi in uno scenario che già da tempo era convergente, ma che era tenuto separato in qualche modo artificiosamente dal ruolo di zar che Forstall esercitava sul mondo iOS.

Il comunicato di Apple in queste ore è all’esame di insiders e analisti che sicuramente tra qualche giorno o qualche settimana potranno forse dirci qualche cosa di più di quel che è successo e di come Cook ha deciso la rivoluzione. Quel che possiamo dire fin da subito e senza la necessità di consultare retroscenisti ed espertoni è che quel che è successo questa sera rappresenta la prima vera sterzata della nuova era della Mela dopo la morte di Jobs e la prima vera grande scommessa che determinerà scelte che finiranno per incidere sul futuro della Mela e forse anche sul futuro di Cook stesso.

 

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