Questa non è una introduzione alla fantascienza moderna. Anzi, verrà più avanti, in un’altra lista. Invece, questo vuole essere un omaggio ai romanzi scientifici della cosiddetta proto-fantascienza, una forma di letteratura nata a cavallo tra Ottocento e Novecento che ha saputo delineare un passaggio importante della nostra storia, della letteratura e della società.
Figlia dell’illuminismo e del positivismo, figlia delle scoperte scientifiche e di un tempo in cui l’impresa di fare scienza portava, imprenditori e scientiziati, a fare scoperte meravigliose che promettevano di cambiare il mondo (come in effetti è successo), la letteratura composta dai romanzi scientifici di una volta è un saggio meraviglioso dell’ingegno positivo dell’essere umano che vale la pena ricordare.
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Viaggio al centro della Terra
Il grande autore di romanzi scientifici, l’inventore del genere, è senza dubbio l’autore francese Jules Verne, con una trilogia fenomenale. Questo avvincente romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1864, riunisce in maniera straordinaria contenuti scientifici e fantastici. Diventato un classico della letteratura, non solo per ragazzi, è considerato da molti precursore del genere fantascientifico.
Nel romanzo, il professore di geologia, Otto Lidenbrock, guidato dalla sua sete di conoscenza e avventura, decide di intraprendere un incredibile viaggio verso il centro della terra. Accompagnato dal suo giovane e avventuroso nipote, Axel, i due si imbarcano in una spedizione che li porterà in luoghi misteriosi e incontaminati, attraversando caverne sotterranee, incontrando strane creature e vivendo avventure mozzafiato.
Verne, con la sua geniale immaginazione e il suo rigore scientifico, ci trasporta in un mondo completamente diverso, in cui la terra rivela i suoi segreti più profondi e inesplorati, e dove i protagonisti affronteranno numerosi pericoli e metteranno alla prova il loro coraggio e la loro determinazione.
Ventimila leghe sotto i mari
È una delle più grandi scoperte quando si legge Verne. Scritto nel 1870, il romanzo, tra i più celebri dello scrittore francese, è stato ripreso nel corso del Novecento da innumerevoli adattamenti televisivi e cinematografici. Pensato come il primo volume di una trilogia, fin da subito il romanzo accese l’immaginazione dei contemporanei, per la straordinaria visione di un sottomarino in grado di esplorare il fondo dei mari.
Una nave, difatti, l’Abraham Lincoln, viene incaricata di catturare un misterioso mostro marino. Nell’equipaggio spiccano il naturalista, professore Aronnax, il servo Conseil e il fiocinatore Ned Land. Travolti da un’ondata, i tre vengono raccolti proprio dal “mostro marino”, il Nautilus, guidato dal misterioso capitano Nemo, un uomo che rifugge il consesso civile, si schiera talvolta a sostegno degli oppressi e peraltro si sente un perseguitato.
Insieme al capitano Nemo, avranno modo di percorrere in lungo e in largo gli oceani, alla riscoperta delle rovine dell’Atlantide perduta e lottando contro piovre gigantesche, fino al sorprendente finale.
L’isola misteriosa
Insieme al romanzo I figli del capitano Grant costituisce il corpo della trilogia di cui fa parte anche il precedente Ventimila leghe sotto i mari: il meglio di Jules Verne.
Il romanzo è ambientato durante l’assedio di Richmond della guerra di secessione americana: cinque prigionieri (un ragazzo, un giornalista, un marinaio, un ingegnere, un ex schiavo e perfino un cane) decidono di fuggire dalla città in una maniera piuttosto inusuale rubando un pallone a gas. Dopo numerosi giorni di volo in balia di una tempesta, il gruppo naufraga su un’isola vulcanica che decidono di chiamare “isola Lincoln”, in onore del presidente americano.
Il mistero dell’isola da cui il titolo è dovuto ad alcuni avvenimenti inesplicabili: come uno dei fuggitivi sia riuscito a sopravvivere alla caduta dal pallone, il salvataggio del cane da una bestia marina, il ritrovamento di una cassa piena di beni di necessità, il rinvenimento di un messaggio in mare richiedente soccorso.
Flatlandia
Un vero capolavoro di Edwin Abbott. Un classico del fantastico, con un saggio di Giorgio Manganelli in questa edizione Adelphi. Che scriveva: “Il mondo è una superficie piana come quella di una carta geografica, sulla quale i flatlandesi scivolano senza sovrapporsi. La loro è una società rigidamente gerarchica: la casta più vile è quella delle donne”
Le meraviglie del Duemila
Del nostro enorme e gigantesco Emilio Salgari, il grande scrittore a cavallo tra Ottocento e Novecento che ha saputo far sognare tre generazioni di ragazze e ragazzi italiani, questo forse è il libro più genuinamente fantascientifico, o meglio, proto-fantascientifico.
Pubblicato nel 1907 ed ambientato nel 1903, il romanzo in poche pagine proietta il lettore nell’anno 2003: uno scienziato, scopritore di una tecnica ibrida botanica/criogenica, decide di sperimentare un lungo sonno centenario per poi “risorgere” e scoprire le “meraviglie” che attendono le generazioni future, coinvolgendo nella sua avventura un giovane avventuriero milionario e annoiato dalla vita.
Salgari, utilizzando lo pseudonimo di Guido Altieri (suo presunto nipote), anticipa la corrente futurista italiana e con questo romanzo, peraltro considerato l’opera prima della fantascienza italica, dimostra che le proprie capacità visionarie trascendono non solo lo spazio ma anche il tempo: si ricorda al lettore, difatti, che l’autore non visitò mai le località in cui ambientò la maggior parte dei suoi romanzi.
In questo, invece, predice temi di grande attualità odierna: inquinamento, sovrappopolazione e terrorismo nonché molte invenzioni tecno-scientifiche. La presente edizione è stata revisionata nei termini di una lieve rettifica delle forme cadute in disuso e impreziosita da molteplici annotazioni riguardanti luoghi, oggetti e personaggi.
La Macchina del Tempo
Forse il romanzo più famoso di H.G. Wells, ma anche uno dei romanzi scientifici meno letti. Un peccato, perchè è bellissimo. Il Viaggiatore del Tempo, scienziato eccentrico e idealista, fabbrica una macchina grazie alla quale è in grado di visitare il mondo dell’anno 802.701.
La realtà che si offre ai suoi occhi è di una cupezza agghiacciante: l’evoluzione umana ha prodotto due nuove specie, gli Eloi, creature gioiose, fragili e infantili, e i Morlock, esseri mostruosi e ripugnanti che escono di notte, col favore della luna, massacrando i delicati Eloi, per poi nutrirsene. Quando un vano tentativo di sopraffare i Morlock lo costringe alla fuga, un’ulteriore incursione in un futuro più lontano ci mostra una terra desolata, priva di qualsiasi forma di vita, eccetto una misteriosa creatura simile a un pallone con i tentacoli.
Si tratta di una visione macabra e spettrale, l’epifania di un mondo senza speranza, che fa di Wells uno degli ultimi grandi scrittori moralisti europei. Questo romanzo uscì a puntate sulla New Review, e fu da subito un clamoroso successo, divenne ispirazione per centinaia di autori e inaugurò una serie di romance scientifici che avrebbero proiettato Wells, nell’arco di una manciata di anni, nel firmamento dei più grandi scrittori iconici e visionari di fine Ottocento.
L’isola del Dottor Moreau
Qui il nostro autore, H.G. Wells, dà forse il meglio. Pubblicato nel 1896, quando H.G. Wells aveva solo trent’anni, l’anno dopo l’uscito de La macchina del tempo» e, due anni prima de La guerra dei mondi, il libro che consacrerà Wells.
“Non avrebbe mai dovuto essere scritto”. La recensione apparsa sulla Review of Reviews subito dopo l’uscita del romanzo non è l’unica critica, e neppure la più spietata, del capolavoro wellsiano. Definito, a più riprese, “nauseante”, “un abisso di sgradevolezza repellente”, “una profonda manifestazione di imbecillità”, questo romanzo si è posto, fin dalla sua prima pubblicazione, come un testo estremo e perturbante, soffuso di atmosfere macabre e grottesche, saturo di immagini di violenza terribile.
Tutto questo ne fa un romanzo simbolo di una certa temperie scientista fin-de-siècle, quando l’orgoglio positivista delle “umane sorti e progressive” cede il passo a un’inquietudine spirituale squisitamente moderna. Che il tema centrale del romanzo – gli esperimenti biotecnologici del pazzo Dottor Moreau – dovesse costituire un possibile elemento di scandalo era cosa ben presente alla mente di Wells che, in maniera abbastanza inusuale per il periodo, decide di pubblicarlo nella sua interezza, senza parcellizzarlo sulle riviste, per non frammentarne il ritmo sostenuto e l’incastro sapiente di scene ricche di suspense e drammaticità.
La guerra dei mondi
Terzo, bellissimo capitolo della trilogia solo tematica di H.G. Wells, questo romanzo è un monumento di letteratura e scienza. Eppure, anche qui, in pochissimi l’hanno letto. La storia si apre con la popolazione di Woking che non crede ai propri occhi quando scopre, in mezzo a un campo, un enorme cilindro metallico. Che sia il frutto della meteora del giorno precedente, un dono dal cielo?
Uno scrittore e il suo amico astronomo Ogilvy, che hanno assistito a una serie di esplosioni a intervalli regolari sulla superficie di Marte, decidono di andare a investigare la natura dell’oggetto caduto. Quando però il cilindro si apre e ne escono giganteschi tripodi dotati di tentacoli e armati di raggi di calore capaci di polverizzare una persona in pochi istanti, è chiaro che si tratta di invasione.
Presto alla prima creatura se ne aggiungono altre che iniziano a dirigersi implacabili verso Londra, distruggendo tutto quanto incontrano sul loro cammino. Per sopravvivere a questi alieni provenienti da Marte non resta che la fuga. Ma la vita sulla Terra è davvero condannata, o la resilienza tipica della specie umana può ancora avere la meglio sull’invasore?
Il terrore è squadernato da Wells con una precisione chirurgica che non ammette interpretazioni, in grado di creare la visione senza tempo di un mondo capovolto. Adattato ripetutamente per il cinema e la televisione, a partire dallo straordinario radiodramma di Orson Wells, questa storia getta uno sguardo ingegnoso e orrorifico su cosa può riservarci il futuro, trasmettendo un senso di meraviglia ultraterrena e un’intensità straziante.
Pellucidar
I racconti di viaggi al centro della Terra sono uno dei topoi della letteratura a cavallo tra Ottocento e Novecento. Uno degli scrittori di romanzi scientifici più dotati e forse meno letti in Italia, Edgar Rice Burroughs (l’autore di Tarzan e di John Carter di Marte), ha lasciato il segno con questa serie di romanzi pubblicati in questa collana (ce ne sono altri sei, infatti).
La storia. Quando decide di testare la sua invenzione – un potente scavatore minerario – il giovane David Innes non può immaginare che il macchinario lo porterà al centro della Terra, dove esiste un mondo, Pellucidar, ancora allo stato primordiale. A Pellucidar gli uomini sono schiavi dei crudeli Mahar, e così David, tra inseguimenti e combattimenti mozzafiato, e scontri con creature mostruose, decide di capeggiare una rivolta per conquistare il potere, e il cuore di Dian la Bella.
Per la prima volta in italiano la saga di Pellucidar, una delle opere più famose di Edgar Rice Burroughs, maestro dell’avventura fantastica.
Il mondo perduto
Anche Arthur Cona Doyle ha dato il suo contributo con questo romanzo all’idea di una terra perduta dove vivono creature straordinarie. Paragonabile a Verne e Burroughs, il romanzo pubblicato nel 1912 è un’avventura incredibile. Narra della missione che il professor Challenger, zoologo brillante ma dal carattere difficile, intraprende insieme ad altri compagni su un altopiano misterioso nel cuore delle foreste più selvagge del Sud America.
In questo luogo il tempo si è fermato a milioni di anni fa, il mondo è rimasto quello preistorico e pericoloso dei dinosauri. I protagonisti, infatti, si troveranno di fronte creature come l’iguanodonte e il tirannosauro, ma non solo. Intrappolati e in grande pericolo, la loro più grande sfida sarà quella di riuscire a tornare a casa. In queste pagine la civiltà appare più lontana di quanto si possa immaginare, grazie all’insieme perfetto di scienza, fantasia e realtà che Arthur Conan Doyle è riuscito a plasmare.
Un classico della letteratura d’avventura che ha influenzato numerosissime opere letterarie e cinematografiche.
Jurassic Park
E non sarebbe una serie dei migliori libri di Macity se non ci fosse almeno un fuori sacco, In questo caso un emulo dei grandi maestri del romanzo scientifico, altrettanto capace e potente, medico e purtroppo scomparso prematuramente e molto rimpianto dagli amanti del genere: Michael Crichton.
La sua è una rivistazione dei classici, con un twist moderno: in un’isola sperduta al largo del Costa Rica, il miliardario Hammond costruisce un gigantesco parco di attrazioni biologiche. Grazie all’ingegneria genetica, nel suo Jurassic Park rivivrà un intero ecosistema, compresi i terribili dinosauri carnivori: il gigantesco Tyrannosaurus Rex e i famelici Velociraptor. L’incubo che dominerà il romanzo nasce dal profondo della preistoria e si proietta su un presente dominato dalle arroganti certezze della scienza.
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