Questo sito contiene link di affiliazione per cui può essere compensato

Home » Hi-Tech » Finanza e Mercato » UE, dopo DMA arriva DSA con gli algoritmi per i contenuti in chiaro per Google, Meta…

UE, dopo DMA arriva DSA con gli algoritmi per i contenuti in chiaro per Google, Meta…

Pubblicità

Il DMA (Digital Markets Act), l’atto normativo della Commissione europea che dovrebbe permettere di riequilibrare i rapporti di forza con le big tech, non è la sola novità alla quale i big del settore IT dovranno fare attenzione, ma c’è anche il Digital Services Act (DSA) o  regolamento sui servizi digitali, insieme di norme che prevedono “nuovi obblighi e responsabilità per gli intermediari digitali, e soprattutto per le piattaforme online, riguardo ai contenuti che essi ospitano – ovunque si trovino nell’UE”.

Un accordo è stato raggiunto nella notte tra venerdì e sabato, dopo una consultazione trilaterale finale tra Commissione, Parlamento e Consiglio.

Mentre il DMA stabilisce nuove norme per regolare le pratiche dei cosiddetti “gatekeeper” – che sconvolgeranno profondamente il modello economico su cui si basa l’App Store, oltre a garantire ai fornitori esterni l’accesso e l’interoperabilità all’hardware, al software utilizzato dalle aziende tecnologiche, il DSA stabilisce le responsabilità delle piattaforme su questioni di disinformazione e manipolazione costringendole a tenere conto di trasparenza e funzionalità di controllo. Saranno fissati obblighi riguardano ai contenuti ospitati, e legislazioni nazionali o europee potranno inserirsi in questo quadro generale, definendo quali sono i contenuti illegali – come l’incitamento all’odio o alla violenza, il terrorismo, la pornografia infantile o la vendita di prodotti illegali o contraffatti – ed eventuali rimedi.

Dovranno essere predisposti meccanismi per rimuovere contenuti illegali: i consumatori dovranno essere in grado di segnalare questo tipo di contenuti più facilmente. Dopo la segnalazione, le piattaforme dovranno rimuovere rapidamente prodotti, servizi e contenuti illegali. I consumatori avranno anche la possibilità di contestare decisioni di moderazione della piattaforma (es. gli sviluppatori di app potranno contestare meglio app che un gatekeeper non approva). I gatekeeper dovranno inoltre essere trasparenti sugli algoritmi utilizzati in merito a servizi e app raccomandate.

Sono previste anche disposizioni in merito alla tracciabilità dei vendor di prodotti e servizi, con l’obiettivo di identificare coloro che vendono beni illeciti. È stato anche ideato un comitato europeo per i servizi digitali, una struttura di controllo per “rimediare alla complessità dello spazio online”.

Le nuove norme si applicheranno alle grandi piattaforme online che raggiungono oltre il 10% dei 450 milioni di consumatori in Europa e che presentano rischi di diffusione di contenuti illegali o che possono costituire “danni sociali”. È facile pensare a Facebook, Twitter e simili. Le piattaforme in questione avranno obblighi più severi, in proporzione ai rischi sociali che rappresentano diffondendo contenuti che spingono all’odio o disinformazione. Specifici audit si svolgeranno ogni anno. Sarà, tra le altre cose, necessario offrire anche un’opzione per visualizzare contenuti che non sono basati sul profilo dell’utente.

Amazon non deve pagare 250 milioni di euro di tasse

Tra i bersagli della Commissione europea ci sono i vendor di beni digitali e non solo. Oltre alle implicazioni del Digital Markets Act, il Digital Services Act (DSA) permetterà di comporre un quadro normativo che consentirà alle autorità di intervenire in modo più veloce e specifico, proteggendo gli utenti dai comportamenti abusivi online e emettere sanzioni efficaci. Tra i rischi di queste misure, l’assenza di competizione, frenando l’innovazione a colpi di norme che tengono conto di molte cose importanti ma che non tengono conto della complessità di determinati modelli di business.

Offerte Apple e Tecnologia

Le offerte dell'ultimo minuto le trovi nel nostro canale Telegram

Offerte Speciali

Confronto iPhone 15 contro iPhone 14, quale scegliere

iPhone 15 torna a solo 691 euro e costa 280 € meno di iPhone 16

Si allarga lo sconto su iPhone 15. Oggi lo comprate a solo 699 €, vicino al minimo storico con un risparmio di ben 280€ su iPhone 16
Pubblicità

Ultimi articoli

Pubblicità