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Digital Markets Act, per Apple grandi cambiamenti per App Store e non solo

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Da dettagli trapelati sul Digital Markets Act (DMA) – la legge della Commissione europea sui mercati digitali che dovrebbe “garantire mercati digitali equi e aperti” – emergono dettagli dai quali si evince che Apple sarà costretta ad apportare importanti cambiamenti ad App Store, all’app Messaggi, a FaceTime, al supporto di  browser di terze parti ea Siri.

Lo riferisce Macrumors citando un documento della Commissione trapelato con la versione finale della Digital Markets Act (DMA), la legge che stabilisce una serie di criteri oggettivi e molto precisi per definire regole per le piattaforme online di grandi dimensioni che esercitano una funzione di controllo dell’accesso, quelli che la Commissione europea chiama i “gatekeeper”.

L’Europa lavora da tempo per normare i rapporti con le big tech e stabilire regole per affrontare temi come ad esempio l’assenza di confini, senza lasciare ai singoli stati il compito di normare vari aspetti.

Le norme riguardano il comportamento dei gatekeeper, in altre parole piattaforme online di grandi dimensioni che esercitano una funzione di controllo dell’accesso, e che hanno una posizione economica forte e possono avere un impatto significativo sul mercato.

Tra le norme che impatteranno l’App Store c’è l’obbligo di consentire il download di app da store di terze part (il cosiddetto “sideloading”)i, la possibilità di permettere agli sviluppatori di usare sistemi alternativi per i pagamenti (bypassando l’App Store) e anche la possibilità di permettere loro di usare “motori” alternativi per i browser. Molte delle modifiche sembrano riguardare espressamente Apple e limiti che impediscono, ad esempio, di usare engine alternativi in browser di terze parti quali  Chrome, Edge, Brave e Opera (tutti questi al momento sfruttano il WebKit di Apple).

Vincoli sull’interoperabilità obbligheranno che, in determinate circostante, app di messaggistica, per chiamate a voce o video, devono funzionare con servizi rivali e supportare la cifratura end-to-end, con conseguenze per iMessage e FaceTime‌, servizi in qualche modo potrebbero essere obbligati a funzionare con servizi simili di terze parti.

Per quanto riguarda gli assistenti vocali come Siri, il DMA prevede per l’utente la possibilità di scegliere l’assistente desiderato nella fase di setup e quindi anche quelli di terze parti. Sono previste ancora norme che impediscono trattamenti preferenziali ad app e servizi della Casa che sviluppa il sistema operativo, impedendo ad esempio di avvantaggiare proprie app e servizi in classifiche e nei risultati di ricerca.

Il legislatore europeo ha approvato in via provvisoria il DMA a marzo. Dopo la pubblicazione definitiva del documento, il Parlamento Europeo e il Consiglio dovranno approvare le norme prima che possano entrare in vigore. Margrethe Vestager, Commissario europeo per la concorrenza, lo scorso mese aveva riferito di ritenere plausibile l’approvazione entro ottobre di quest’anno. A luglio dello scorso anno, parlando di Apple e dei presunti problemi che causerebbe il cosiddetto “sideloadiling”, Vestager aveva risposto che erano scuse della Mela per limitare la concorrenza.

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Margrethe Vestager

Poche settimane addietro Apple aveva espresso preoccupazione per alcune disposizioni che, a suo modo di vedere “creeranno vulnerabilità e problematiche di privacy e sicurezza non necessarie per i nostri utenti, mentre altre “impediranno di farsi pagare per proprietà intellettuali nelle quali investiamo pesantemente”. Non è solo Apple a sollevare dubbi sulle conseguenze del DMA: anche un portavoce di Google aveva riferito che l’azienda sostiene molti elementi insiti nel DMA sulla scelta e l’interoperabilità dei consumatori ma è preoccupata di alcuni aspetti normativi.

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