Cellebrite è un’azienda specializzata in strumenti per l’informatica forense; (tool di questa società sono stati sfruttati dalle forze dell’ordine per “hackerare” iPhone e dispositivi Android, bypassando molte protezioni di sicurezza della stragrande maggioranza degli smartphone nel mondo). L’azienda israeliana ha ora comprato per 170 milioni di dollari Corellium, startup che ha sede in Florida e che negli anni passati si è fatta notare per strumenti che consentono di virtualizzare gli iPhone.
I clienti di Cellebrite sono tipicamente agenti delle forze dell’ordine che hanno bisogno di recuperare informazioni dal telefono di un sospettato o di una vittima. Corellium permette di virtualizzare un telefono e fare diversi test senza dover fisicamente toccare il terminale o addirittura disporne.
Apple voleva acquistare Corellium nel 2018 per impedire qualsiasi forma di virtualizzazione, e non riuscendo nell’operazione ha tentato di bloccare il sistema di virtualizzazione affermando che l’attività in questione “si basa interamente sulla commercializzazione di una replica illegale del sistema operativo protetto da copyright e su applicazioni che funzionano sugli iPhone, iPad e altri dispositivi di Apple”.

La giustizia nel 2020 si è pronunciata sul caso con una clamorosa vittoria per Corellium e una cocente sconfitta per la Mela che puntava ad un’ingiunzione permanente, al fine di impedire a Corellium di offrire prodotti che replicano iOS.
Apple si era, tra le altre cose, lamentata del fatto che uno strumento di virtualizzazione del genere potrebbe cadere nelle mani sbagliate e diventare una seria minaccia per la sicurezza di iOS. Corellium ha però fornito le prove che ogni cliente è accuratamente selezionato proprio per evitare che il servizio venga sfruttato da malintenzionati.
Forbes spiega che nuove funzionalità di virtualizzazione di Corellium saranno gradite dai clienti di Cellebrite, in particolare per via di un software ancora in beta chiamato Mirror e che dovrebbe consentire agli investigatori di riprodurre in un tribunale copie virtuali e funzionali di un telefono, mostrando in modo più esplicito i dati che può contenere, anziché proporre ai giudici e ai giurati solo delle copie dello schermo di strumenti investigativi.
Corellium è nata dalla mente di un australiano, Chris Wade, che ha iniziato con il percorso tipico di “hacker”, finendo a 21 anni per cadere in una trappola tesa dai servizi segreti americani: un agente di questi ultimi si era spacciato per un cliente interessato a un sistema di invio di spam messo a punto dal giovane.
Wade ha in seguito accettato di collaborare e le sue competenze sono state sfruttate dall’FBI e da altre agenzie. Al termine di questa collaborazione, Wade ha ottenuto la grazia presidenziale durante il primo mandato di Donald Trump. Con l’acquisizione della sua azienda, Chris Wade è ora direttore tecnico di Cellebrite.
Cellebrite compra Corellium per 170 milioni di dollari: sono previsti fino a 30 milioni di dollari aggiuntivi per gli azionisti Corellium al raggiungimento di determinati traguardi di prestazioni nei prossimi due anni. L’operazione sarà completata entro questa estate, previa approvazione del Comitato per gli Investimenti Esteri negli Stati Uniti.
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