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Apple fa concorrenza sleale con iTunes?

Apple cerca di stroncare la concorrenza minacciandola legalmente sul fronte dell’interoperabilità . L’accusa, molto pesante, parte dalla Electronic Frontier Foundation, un’associazione che si occupa di difendere la libertà  di scelta e i diritti nel settore della vita digitale.

Quella che si presenta come una querelle destinata ad avere un seguito parte da una lettera inviata dagli avvocati di Apple ad un piccolo sito, Bluwiki che si occupa di fornire gli strumenti necessari a decriptare il database di iTunes per permettere l’utilizzo di software alternativo per leggere la musica di iPod. Nel messaggio inviato il mese scorso al titolare del sito, Sam Odio, si faceva riferimento ad una infrazione di proprietà  intellettuali e delle leggi sul copyright.

Secondo al EFF l’attacco legale è un vero e proprio attacco al’interoperabilità , alla possibilità  per il cliente di usare un software a suo piacimento per poter gestire la musica di iPod e in quanto tale un’azione proibita dalle leggi sulla libera concorrenza. Secondo l’associazione, per altro, l’impossibilità  di usare il database di iTunes per programmi diversi da iTunes, obbliga chi ha Linux a passare a Mac Os o a Windows, visto che non esiste un iTunes per Linux.

Prima dello scorso ottobre 2007 il problema suscitato da Bluwiki non si poneva perché il database di iTunes non era codificato. L’introduzione del sistema di protezione che impedisce di aprire le playlist senza decodificare il database, è frutto dell’aggiornamento lanciato lo scorso anno ad ottobre ed è proprio da questo punto, dalla necessità  di decriptare il database, che parte l’attacco legale di Apple.

Sam Odio, nonostante abbia scelto di eliminare come richiesto da Apple le istruzioni per procedere allo sblocco del database, sottolinea che non c’è nulla di illegale in quel che fa. Non vengono infatti sprotette le canzoni, ma solo il database e questo per permettere di usare programmi diversi da iTunes. Secondo la EEF questa procedura è del tutto legale anche perché Apple non può accampare diritti sul database che è stato creato dal possessore dell’iPod, allo stesso modo in cui Micrsoft non può avanzare, ad esempio, diritti su un file in Word, anche se questo viene realizzato usando un suo programma.

L’intervento della EEF ha dato coraggio ai sostenitori del progetto che hanno aperto un nuovo sito, denominato iPodHash che si prefigge di resistere alla minaccia legale di Apple e di continuare il progetto inaugurato da Bluwiki. Al momento l’obbiettivo è di sbloccare la cifratura di nuova concezione introdotta con il firmware 2.0 che ha modificato quella dello scorso anno che era stata “aperta” dagli hackers.

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