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Videogiochi, lo stato del mercato italiano

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L’Aesvi, Associazione Editori Software Videoludico Italiana, ha rilasciato i dati dell’ultimo Rapporto Annuale sullo Stato dell’Industria Videoludica Italiana, realizzato da GfK Retail and Technology con riferimento all’anno solare 2010. Il giro d’affari italiano, nonostante il persistere della crisi economica, non solo supera per il terzo anno consecutivo il miliardo e cento milioni di euro di fatturato, ma registra anche una delle migliori performance tra i mercati europei segnando un trend (-2,3%) secondo solo al Portogallo. Si riconferma, quindi, la presenza dell’Italia al quinto posto della graduatoria europea per fatturato dietro a Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna e si assottiglia ancora la distanza con il mercato iberico, da cui ci separano nel 2010 solo 18 milioni di euro.

Se è vero che, per giro d’affari, il mercato italiano è tra i Big 5 d’Europa, allora emerge anche l’esigenza di costruire un piano programmatico per favorire lo sviluppo di un’industria nazionale del videogioco capace di competere con altre realtà (tra cui ad esempio Canada, Gran Bretagna e paesi scandinavi), in cui il talento e la professionalità degli sviluppatori di videogiochi sono adeguatamente valorizzati con politiche pubbliche a livello nazionale e si traducono in opportunità di business concrete nel mercato internazionale.

Da questa premessa prende vita AESVI 4 Developers, un programma dedicato agli sviluppatori di videogiochi made in Italy, studiato dall’Associazione di categoria con l’obiettivo di promuovere la crescita dell’industria videoludica italiana e fare in modo che lo sviluppo dei videogiochi nel nostro paese diventi attività d’impresa affermata e riconosciuta a tutti i livelli. L’adesione è aperta a tutti gli sviluppatori costituiti in forma di impresa che abbiano realizzato almeno un videogioco distribuito commercialmente negli ultimi tre anni.

Rappresentanza, competitività, finanziamenti, formazione: sono questi i quattro pilastri del manifesto AESVI 4 Developers per i game developer italiani siano essi indipendenti, di proprietà di editori o imprese che forniscono servizi tecnologici in outsourcing.

Rappresentanza. Assicurare che lo sviluppo di videogiochi in Italia abbia un’adeguata rappresentanza presso le istituzioni e riceva un’adeguata visibilità sui media.

Competitività. Fornire alle aziende italiane gli strumenti per competere in un mercato per sua definizione internazionale e favorire l’attrazione di investimenti esteri per lo sviluppo di videogiochi in Italia attraverso una riduzione dei costi d’impresa e un miglioramento delle opportunità commerciali.

Finanziamenti. Ottenere investimenti e sistemi di incentivazione finanziaria sia da parte delle istituzioni che di enti privati a supporto dello sviluppo dell’industria a livello nazionale e, più in generale, dell’innovazione tecnologica e della produzione di contenuti/creatività.

Formazione. Investire nella creazione di percorsi formativi che consentano di preparare figure professionali con le competenze adatte per il mercato di riferimento e favorire il collegamento tra mondo della formazione e mondo del lavoro.

L’evento è stato anche l’occasione per annunciare l’ingresso in Associazione di 12 realtà tutte italiane che sviluppano (e a volte anche pubblicano) videogiochi e che hanno aderito al programma fin dal day one. Più precisamente Activart, Adventure’s Planet, Double Jungle, DP Studios, Digital Tales, Forge Reply, Koala Games, Magic Dream Games, Milestone, Milonga, Ubisoft Studios e 505 Games.

Ma chi sono queste realtà? Si tratta di imprese con caratteristiche molto diverse tra loro, tutte giovani e dinamiche, spesso fondate da professionisti che hanno maturato un’esperienza nelle realtà più consolidate. Hanno una dislocazione geografica varia: si sviluppano videogiochi dal Veneto alla Campania, dall’Emilia Romagna all’Abruzzo, dal Lazio fino ad arrivare alla Lombardia. L’attività di produzione si svolge su tutte le piattaforme, dalla console di ultima generazione al PC, dalle piattaforme mobili all’online e ai social network che stanno offrendo nuove opportunità di business. I videogiochi realizzati spaziano dall’intrattenimento ai videogiochi educativi (o serious games), si rifanno a diversi generi, ma ciascun sviluppatore ha una propria specializzazione: strategia, avventure grafiche, sport, corse e anche giochi più casual.

“Promuovere lo sviluppo del settore di riferimento nel paese in cui opera è la missione principe di ogni associazione di categoria. Per questo siamo particolarmente orgogliosi del programma che abbiamo disegnato per i game developer italiani e felici di poter accogliere in Associazione le imprese che hanno deciso di unirsi a noi.” Ha dichiarato Gaetano Ruvolo, Presidente AESVI. “Siamo certi che l’industria dei videogiochi potrà crescere in Italia se sostenuta da un’azione associativa capace di dare visibilità e di accompagnare le imprese nel percorso di crescita professionale e di affermazione nello scenario competitivo internazionale. AESVI ha deciso di scendere in campo per questa causa e lo farà con la determinazione, la serietà e l’entusiasmo che le sono propri fin dalla sua fondazione”.

 

[A cura di Mauro Notarianni]

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