Apple è il più importante cliente del produttore di vetri “Gorilla”

Apple acquista più dell’80% dei cosiddetti vetri ad alta resistenza prodotti da Corning Glass. La dipendenza da Cupertino del più importante produttore al mondo di vetri non scalfibili e capaci di sopportare flessione, torsione e pressione, viene testimoniata da Maynard Um, un analista di UBS e se confermata da sola rappresenterebbe la più tangibile conferma della superiorità dei volumi Apple nei prodotti ad elevata tecnologia.

Il cosiddetto Gorilla Glass è di fatto nato grazie ad Apple e ha debuttato con iPhone. Successivamente è stato adottato da altri concorrenti nel campo della telefonia e ora dovrebbe essere impiegato dal 20% degli smartphone.

Come per tanti prodotti, soluzioni e materiali, è stato Jobs a volere fortissimamente l’uso di vetro “Gorilla”. La storia è ben raccontata nel libro di Walter Isaacson che fa risalire la scelta al 1997, quando al ritorno al comando di Apple Jobs decise che avrebbe utilizzato materiali plastici translucidi e trasparenti per creare l’iMac. La fase successiva fu quella dei metalli, eliminando il case arrotondato dei PowerBook G3 e scegliendo la famosa scocca in titanio dei PowerBook G4. Due anni dopo toccò all’alluminio: Jobs volle prodotti in alluminio anodizzato (si ottiene immergendo in un bagno acido elettrificato il materiale in modo da ossidare la superfice). Poiché nessuna azienda riusciva a produrre le quantità richieste da Apple, Jobs decise di aprire una fabbrica in Cina.

Successivamente toccò al vetro. Jobs disse a Jony Ive (il designer di molti prodotti di successo di Apple) che dovevano “imparare a dominare il vetro”. Dopo alcune ricerche (il mercato naturale sembrava l’Asia), un amico di Jobs nel consiglio della Corning Glass gli fece il nome del nuovo, giovane e dinamico amministratore delegato della società: Wendell Weeks. Dopo una divertente serie di aneddoti (Jobs che chiama al telefono l’amministratore e la segreteria di quest’ultimo rifiuta di passarglielo e Weeks che tenta allo stesso modo di parlare con il CEO di Apple), i due finalmente s’incontrarono. L’ex CEO di Apple illustrò il tipo di vetro che stava cercando; Weeks spiegò che negli anni sessanta la Corning aveva sviluppato alcuni procedimenti chimici riuscendo a realizzare un vetro ribattezzato “vetro gorilla”: incredibilmente duro, ma senza un mercato e dunque non più in produzione. Weeks riuscì a persuadere Jobs sulla bontà del prodotto anche grazie a delucidazioni sulla chimica del vetro e sul processo di scambio degli ioni che producevano lo strato di compressione sul vetro. La spiegazione convinse Jobs tanto da chiedergli di voler acquistare tutto il vetro gorilla che la Corning avrebbe prodotto da lì a sei mesi. Weeks rispose che era impossibile avviare il processo per sfornare dagli impianti prodotti finiti e nelle quantità pretese da Apple in così poco tempo ma Jobs, come ha amato fare per tutta la vita, non si curò delle preoccupazioni avanzate e sfidò l’interlocutore a superare i problemi ingegneristici.

L’impianto della Corning a Harrisburg (Kentucky) impegnato nella produzione di schermi a cristalli liquidi fu convertito dalla mattina alla sera alla produzione di vetro gorilla a tempo pieno. “Abbiamo impiegato i nostri migliori scienziati e tecnici su questo progetto”. Nel suo ufficio Weeks ha una sola cornice appesa alla parete: è il messaggio che Jobs gli inviò il giorno del lancio dell’iPhone: “Non ce l’avremmo fatta senza di voi”.

Quei giorni si sono tradotti in un matrimonio di cui stanno beneficiando le due parti: Apple che ha a disposizione un fornitore che la tratta con privilegio e riguardo e che le fornisce componenti che le permettono di distinguersi da tanti concorrenti, mentre Corning Glass ha un cliente che assorbe una enorme quantità dei suoi prodotti dando garanzie in termini di volumi e di fatturato.

gorilla glass

[A cura di Mauro Notarianni]

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