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Ragazzi scompaiono in mare, iPhone rimasto in acqua per mesi unico indizio: Apple collabora

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Apple proverà a ripristinare un iPhone ritrovato in mare, sommerso per mesi in acqua salata, tentando di fornire agli inquirenti qualche informazione su che cosa potrebbe essere accaduto al quattordicenne Austin Stephanos, scomparso la scorsa estate assieme all’amico Perry Cohen.

La vicenda ha occupato a lungo le pagine dei giornali della Florida per la particolarità di quel che è accaduto. I due ragazzi sono stati dichiarati come non più rintracciabili nel luglio dello scorso anno quando i parenti non li hanno più visti tornare a casa dopo una battuta di pesca al largo delle coste di Jupiter. Dopo esaustive ricerche aeronautiche e marittime che hanno coperto 50.000 miglia nautiche, due giorni dopo la denuncia di scomparsa dei due,è stata trovata l’imbarcazione  alla deriva senza però ritrovare i corpi. Prima dell’arrivo della guardia costiera con una squadra di soccorso, l’imbarcazione era nuovamente scomparsa per un problema nella posizione dalle boe meteo-marine. Solo lo scorso 18 marzo la nave mercantile norvegese Edda Fjord ha nuovamente individuato la piccola imbarcazione sportiva, rovesciata in mare a 100 miglia dalla costa delle Bermuda. Dentro c’era anche l’iPhone 6 che apparteneva al giovane Austin Stephanos

Scomaprsi

Gli inquirenti sospettano che il telefono posso offrire qualche traccia su che cosa sarebbe accaduto ai due ragazzi, per questo Apple si è offerta di dare una collaborazione tecnica. La famiglia ha avuto modo di appurare che il ragazzo non aveva attivato nessun backup su iCloud (la funzione di auto-backup era disattivata) e ora l’unica speranza è recuperare il dispositivo danneggiato alla ricerca di indizi o forse un ultimo messaggio che il ragazzo potrebbe avere lasciato.

Il salvataggio dei dati di un dispositivo rimasto così a lungo in acqua salata non è impresa da poco ma le parti coinvolte sono fiduciose nel tentativo di riparazione. “Tutti i professionisti con cui mi sono messo in contatto”, ha spiegato il padre di Austin, “mi hanno avvertito che c’è una piccola, minuscola possibilità di recuperare qualcosa dal telefono e quindi non ho intenzione di arrendermi”.

Collaborazione di Apple a parte, resta da capire se l’iPhone ritrovato è protetto o no con un codice di accesso. Ammesso che Cupertino riesca in qualche modo a ripristinare il dispositivo, se la famiglia non conosce il codice di sblocco bisognerà poi trovare il modo di scavalcarlo. Apple è in grado di collaborare con le autorità quando queste richiedono informazioni sugli account di un cliente; in questo caso la collaborazione non nasce da un’ordinanza, ma dalla semplice volontà di collaborare con la famiglia del ragazzo.

L'iPhone ritrovato in mare
L’iPhone da ripristinare

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