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Apple testa i braccialetti per Apple Watch con soluzioni di sudore artificiale

I prodotti che vengono a contatto con la pelle, come i braccialetti per Apple Watch, sono testati in vari modi a Cupertino al fine di impedire dermatiti da contatto e reazioni infiammatorie. In laboratori ad hoc sono effettuate varie prove: i chimici e i tossicologi della Mela testando gli Apple Watch immergendoli, tra le altre cose, in soluzioni di sudore artificiale, al fine di capire se questi possono esporre la pelle ad aggressioni della barriera cutanea.

È un esempio del lavoro svolto da questo laboratorio creato nel 2006 e che da allora è molto cresciuto ed è trenta volta più grande stando a quanto riportato nel rapporto ambientale 2018 di Apple (qui in PDF).

Apple analizzia con particolare attenzione i materiali destinati a entrare a contatto con la pelle. Per esempio, i cinturini di Apple Watch vengono immersi in barattoli di sudore artificiale all’interno di un’incubatrice che simula la temperatura del corpo umano.
Apple analizzia con particolare attenzione i materiali destinati a entrare a contatto con la pelle. Per esempio, i cinturini di Apple Watch vengono immersi in barattoli di sudore artificiale all’interno di un’incubatrice che simula la temperatura del corpo umano.

Le attrezzature usate in questo grande laboratorio sono tutte all’avanguardia e includono strumenti per la cromatografia (separazione di sostanze), spettrometria (per l’identificazione di eventuali sostanze sconosciute) e altre ancora che consentono di individuare potenziali pericoli. Per l’analisi dei materiali è sfruttata anche la spettroscopia laser in grado di rilevare la presenza di sostanze quali il berillio che si trova di solito nelle leghe di rame usate per la produzione di connettori e molle. Questa attrezzatura è simile a quella usata per le missioni del Mars Exploration Rover.

La spettroscopia LIBS è uno dei metodi utilizzati da Apple per analizzare i materiali contenuti nei prodotti e individuare sostanze nocive come il berillio.
La spettroscopia LIBS è uno dei metodi utilizzati da Apple per analizzare i materiali contenuti nei prodotti e individuare sostanze nocive come il berillio.

Nel report Apple ricorda ancora una volta varie sostanze bandite dai suoi prodotti: “Teniamo sotto costante osservazione i materiali usati nei nostri prodotti. Quando rileviamo una sostanza nociva, troviamo il modo di ridurne la quantità, eliminarla del tutto o sviluppare nuovi materiali più sicuri. Ci adoperiamo anche per rimuovere le sostanze tossiche dai nostri processi produttivi e dai metodi di riciclo, proteggendo così le persone che assemblano e smontano i nostri prodotti, e limitando l’inquinamento geologico, idrico e atmosferico”. Tra le sostanze eliminate dai prodotti Apple: berillio, mercurio, piombo, arsenico, PVC e ftalati e BFR (ritardanti di fiamma bromurati).

Apple dispone di macchine per la cromatografia e spettrometria di massa che consentono di analizzare ache sostanze nocive non considerate esplicitamente dalle procedure standard di valutazione dei materiali.
Apple dispone di macchine per la cromatografia e spettrometria di massa che consentono di analizzare ache sostanze nocive non considerate esplicitamente dalle procedure standard di valutazione dei materiali.

Dal 2016 Apple ha dato via al Full Material Disclosure (FMD), un programma di totale trasparenza sui materiali, per identificare tutte le sostanze presenti nei componenti utilizzati. Sono stati analizzate oltre 25.000 singole parti usando decine e decine di criteri diversi per valutare le sostanze chimiche rilevate e capirne meglio gli effetti sulla salute e sull’ambiente.

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