La richiesta di Apple di mettere al bando tutti i dispositivi Samsung che infrangono i suoi brevetti e le sue proprietà intellettuali. Ecco che la prossima fermata che attende la vicenda legale che oppone da una parte la società di Cupertino e dall’altra i coreani, che hanno subito ieri presso la corte di San Josè una pesante sconfitta.
Secondo quanto si apprende dai legali di Apple, già questo lunedì dovrebbe arrivare una mozione con la quale si specificano le richieste in merito al blocco alla commercializzazione sul territorio americano dei telefoni ancora in commercio e che sono stati menzionati nel dispositivo della corte. Tra i più rilevanti, perché ancora disponibile in numerosi paesi del mondo (Italia inclusa) e perché ancora tra i più venduti, c’è il Galaxy S II che tra l’altro è già stato escluso dalla vendita in Corea per essere stato concepito usando brevetti proprietari di Apple. Successivamente toccherà a Samsung, entro due settimane, replicare all’azione della rivale; infine il 20 settembre dovrebbe aprirsi l’udienza con la quale il giudice Koh ascolterà le due parti. Poi si arriverà all’appello con Samsung che cercherà di sovvertire il giudizio che la vede largamente perdente contro Apple ed Apple che tenterà di far valere alcune delle sue richieste non accettate dalla corte, tra cui principalmente il fatto che i Galaxy Tab hanno copiato iPad.
Ma potrebbe essere a margine e fuori dalle aule dei tribunali che potrebbero dipanarsi vicende altrettanto se non forse più rilevanti di quelle che si svolgeranno di fronte al magistrato della corte californiana. Secondo molti osservatori, infatti, Samsung potrebbe essere indotta dalla sentenza a riconsiderare una lunga serie di azioni legali che la vedono opposta ad Apple a tutte le latitudini; certamente a Seoul ci si sta chiedendo se vale la pena di continuare a tenere aperti altri casi simili a quello che l’hanno vista sconfitta negli Usa dissipando denaro ed energie per poi essere colpita in maniera ugualmente dura o se non sia meglio andare ad un accordo extragiudiziale.

Sarà interessante anche vedere che cosa farà Google che sviluppando Android, alla base di tutti i telefoni portati in tribunale da Apple, gioca un ruolo primario anche se parzialmente (vicenda Motorola, che è un sua controllata, esclusa) dietro le quinte. Secondo alcuni documenti presentati in tribunale Mountain View avrebbe confidenzialmente spiegato a Samsung che alcuni dei prodotti che stava per immettere sul mercato erano troppo simili ad iPhone ed è probabile che ora abbia più argomenti per convincere i suoi partner a trovare una via d’uscita onorevole da una intricata e costosa vicenda legale che corre il rischio di danneggiare anche la sua immagine e le sue vendite oltre che quelle degli alleati.
Ma anche Google dovrebbe preoccuparsi per tutto quel che significa la sconfitta in tribunale per Android stesso. Al momento non è chiaro quanto i brevetti riconosciuti come validi e come infranti da Samsung possano incidere direttamente sul sistema operativo, ma Google potrebbe essere indotta a negoziare direttamente con Apple per trovare una via di uscita definitiva, che metta lei e i suoi alleati al riparo da altre azioni legali, contando sul fatto che anche a Cupertino si sta, molto probabilmente, sperando che il dispositivo della corte di San Josè possa mandare in archivio una stagione faticosa, turbolenta, e che è costata a tutti, indistintamente tra vincitori e vincenti, una immane quantità di risorse sottratte all’innovazione che significano dispositivi innovativi e benefici per i consumatori.
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