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iFlowReader fallisce: ”Apple ci ha rovinati”

iFlow Reader è la prima vittima illustre della nuova politica dell’App Store, enunciata dallo stesso Jobs lo scorso febbraio e già fucina di polemiche da parte di molti osservatori. iFlowReader non era altro che un ebook reader di BeamItDown Software disponibile su iOS; aveva raggiunto oltre i 6 milioni di download e fondava il suo business sulla vendita di ebook direttamente dalla sua applicazione.

In una comunicazione apparsa sul sito ufficiale, iFlowReader annuncia la chiusura del servizio al prossimo 31 maggio, causa insostenibilità del business. La colpa? BeamItDown Software non le manda a dire e apertamente punta il dito verso Apple e le nuove regole sulla vendita di prodotti all’interno dell’App Store, basato sul modello “agenzia”.

Come ben riassunto dalla software house, il modello si basa su tre aspetti.
Innanzitutto l’editore diventa il rivenditore del prodotto. L’azienda che vende il libro elettronico (in questo caso iFlowReader) per l’utente finale è un “agente” del rivenditore, che riceve una commissione sulla vendita.  Tutti gli agenti sono tenuti a vendere i libri allo stesso prezzo al dettaglio, che è fissato dall’editore. Nessuno può vendere ad un prezzo diverso.  Infine, aspetto fondamentale, tutti gli agenti hanno diritto ad una commissione del 30% sulla vendita di un libro. Non è possibile avere un accordo diverso, nessuno può ottenerlo; prima del modello agenzia, era possibile ottenere sconti che potevano arrivare al 50%.

Con il nuovo modello iFlowReader poteva guadagnare al massimo il 30% sulle vendite di ogni singolo ebook, come stabilito. Il problema è che Apple stessa, per prassi, chiede una commissione del 30% su ogni singola transazione effettuata su App Store. I guadagni di iFlowReader transitavano dunque dal rivenditore direttamente alle tasche di Apple, lasciando BeamItDown Software a bocca asciutta.

Ovviamente tale tipo di business non è affatto sostenibile: l’azienda ha iniziato a registrare perdite man mano che gli editori hanno aderito al modello agenzia di Apple fino a quando la chiusura è stata inevitabile, nonostante la società abbia investito pesantemente sul suo progetto.

L’accusa di BeamItDown non è però rivolta al modello adottato da Apple, ma al fatto che Apple non abbia informato l’azienda in merito all’imminente cambio di policy dell’App Store, nonostante BeamItDown Software avesse esplicitamente discusso la cosa con Cupertino.

“Abbiamo riposto la nostra fiducia in Apple e ci hanno fregato. Apple può cambiare le regole in qualsiasi momento e così hanno fatto. Purtroppo erano perfettamente a conoscenza di questo cambiamento. L’iBook Store era già in fase di sviluppo quando abbiamo parlato con loro e certamente si saranno resi conto che i loro piani per il futuro ci avrebbero condannato al fallimento, a prescindere dalla qualità del nostro prodotto”.

Non si tratta quindi di una critica al modello tout court, ma all’incertezza cui sono soggetti gli sviluppatori che decidono di investire su iOS, sottostando alle regole imposte (e non concordate) da Cupertino, con il rischio di vedersi cambiate le carte in tavola dal giorno alla notte e di ritrovarsi gambe all’aria anche dopo aver affrontato ingenti investimenti.

Conclude ancor più provocatoriamente la comunicazione “Avevamo investitori disposti a investire denaro nel nostro futuro. E ‘stato il sogno americano che tutti anelano. Purtroppo, l’America nella quale pensavamo stessimo lavorando si è rivelata essere un regime totalitario e il dittatore ha deciso che voleva tutto quello che avevamo. Il nostro sogno è finito”, e si invitano infine gli utenti a scrivere a Jobs e Schiller nel caso giudicassero l’accaduto ingiusto.

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