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Intel vorrebbe commercializzare un Core i7 senza Hyper-Threading

Partire dal nome per conoscere potenzialità e funzioni di un processore Intel è un procedimento complicato e spesso solo tramite la pagina delle specifiche sul sito del produttore è possibile comprendere dettagli che consentono di distinguere una famiglia di CPU dall’altra. I processori dei MacBook, ad esempio, erano in precedenza denominati Core m5 e m7 ma sono in seguito diventati Core i5 e i7 ma poco condividono con i Core i5 e i7 che si trovano sui MacBook Pro.

A peggiorare la situazione, la notizia che ora Intel avrebbe intenzione di commercializzare in futuro processori core i7 senza Hyper-Threading, la tecnologia che mette a disposizione due thread di elaborazione per ogni core fisico.

La tecnologia Hyper-threading entra in gioco quando deve gestire più lavori impegnativi allo stesso tempo: ogni core esegue due thread simultaneamente, in pratica fa due cose insieme. In questo modo il multitasking è più efficiente (è come, ad esempio, se computer quad-core avesse otto core invece di quattro) permettendo ad applicazioni altamente threaded di eseguire operazioni in parallelo, velocizzando le attività.

Intel

Il sito Ars Technica riferisce ad ogni modo che il nuovo Core i7 senza Hyper-Threading dovrebbe essere più veloce, se non altro perché l’idea è di aggiungere due core fisici. All’apice delle CPU Coffee Lake (quelle di ottava generazione che Apple usa sui nuovi MacBook Pro 2018) abbiamo 6 core e 12 thread, grazie ad una tecnologia denominata da Intel Thermal Velocity Boost (TVB), che in maniera automatica e secondo le esigenze può aumentare la frequenza di clock fino a 200 MHz se la temperatura del processore è sufficientemente bassa ed è disponibile allocazione di turbo power, permettendo di ottenere una frequenza (con il turbo boost) che raggiunge i 4.8 GHz.

Ars parla esplicitamente di manovre di marketing che in realtà nascono il fallimento di Intel che da anni ormai non riesce effettivamente a fare un balzo in avanti. Il produttore di CPU è stato costretto a rinviare i processori a 10nm (che consentirebbe un incremento di prestazioni ed efficienza) per vari problemi e le ultime indiscrezioni riferiscono che questo processo produttivo sarà sfruttato da Intel solo verso la fine del 2019. Ancora una volta sarà costretta a fare affidamento ai 14nm e varianti della famiglia Skylake (i cui primi modelli risalgono al 2015).

Avremo dunque nel frattempo nuovi processori a sei-core ma senza Hyper-Threading. Da notare che questa novità dovrebbe riguardare processori destinasti alle macchine desktop e che Apple usa solo su iMac e Mac mini (ammesso che Apple aggiornarrà in futuro questi ultimi).

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