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La cura del dettaglio di Apple è la ricetta segreta del suo successo

Una straordinaria attenzione per i dettagli, una fenomenale cura anche dei minimi particolari. Un nuovo watch, un nuovo smartphone, un nuovo sistema operativo, ed emerge ancora una volta la complessità estrema della cattedrale edificata da Apple che però riesce ad essere presentata con minimalismo e semplicità.

È la cura dei dettagli parte del DNA di Apple, che una volta Steve Jobs aveva spiegato raccontando l’aneddoto dei lavori di bricolage con il padre adottivo che gli aveva insegnato che anche il retro di un mobile di legno, la parte che non si vede, deve essere curato quanto quella anteriore. Un bisogno quasi fisico di eliminare qualsiasi difetto, qualsiasi piega. Una tensione quasi fisica che si comunica molto chiaramente alla clientela e agli appassionati, tanto che le inevitabili pieghe e rughe dei prodotti – che ci sono perché qualsiasi attività dell’uomo è per definizione imperfetta – portano con sé una sensazione di disagio e discontinuità. Una perturbazione dell’armonia minimalista di Apple.

Al di là dei discorsi esoterici, la chiara presa di consapevolezza di quanto lavoro Apple faccia per raffinare e ripulire i suoi prodotti viene dai dettagli più minuti delle sue presentazioni. Le schermate di attivazione, i bordi di vetro che si fondono con le spalle di metallo, il gioco dei materiali che appare quasi inutile, quasi metafisico in un’epoca in cui la produzione di massa può portare con facilità qualsiasi tipo di soluzione tecnologica in mano ai clienti in pochissimo tempo.

Il lavoro di Apple, però, parte da lontano. Forse è a volte quasi omeopatico: come quelle palline di zucchero cristallizzate nell’acqua in cui sono stati filtrati e poi estratti i principi attivi che costituivano il cuore del medicamento. C’è memoria nell’acqua o è solo un effetto placebo? Si capisce prendendo in mano il nuovo iPhone 8 e attivando i menu e le funzioni di iOS 11 e poi connettendo via Bluetooth l’Apple Watch Series 3, con processore e prestazioni fantascientifiche rispetto solo a tre anni fa e un nuovo sistema operativo che aggiunge decine di funzioni, centinaia di miglioramenti a tutto campo.

Solo il lavoro per mettere in fila e armonizzare tutte le innovazioni e le idee che costituiscono il cuore degli ultimi prodotti di Apple è un lavoro impressionate di coordinamento e di coerenza. È stato raggiunto? Nei giorni scorsi un giovane designer cinese ha sottolineato su Medium che in realtà Apple sta perdendo lo smalto e ha lasciato un lungo elenco di microscopiche imperfezioni. Come pori sulla pelle di un elefante, ci sono e disturbano ma sono anche sostanzialmente invisibili. Eppure si vedono, una volta individuate, e danno fastidio. È il segnale di un cambiamento o di un percorso più lungo e tortuoso per l’avvicinamento a quel livello di pulizia concettuale al quale ci aveva abituato Apple negli anni scorsi? (E al quale ancora ci tiene legati).

Sicuramente c’è sempre più carne al fuoco, sempre più complessità. Apple sta rivoluzionando il modo con cui lavora ai suoi prodotti, sta spiegando le ali della parallelizzazione della progettazione di hardware e software dopo aver affondato un colpo sicuro e potente nell’integrazione tra componenti hardware, software e servizi. Il lavoro che sta facendo è sempre più ricco e complesso, anche compresso (se perdonate il gioco di parole) dai numerosi limiti e indicazioni che l’azienda si è data in questi ultimi anni.

Portare avanti la piattaforma giunta al decennale del suo principale prodotto, l’iPhone, e a un livello di maturazione spettacolare per quanto riguarda anche la parte software e servizi, è tutt’altro che banale. Bisogna aggiungere e innovare facendo attenzione che tutto torni, che tutto combaci e si tenga. In questo senso, anche il dietro (e il sotto, e il sopra) dell’armadio devono essere perfettamente realizzati altrimenti non c’è speranza che il sistema possa funzionare. Il lavoro di Apple in questo senso è eccellente nonostante le varie “mancanze” che vengono rapidamente individuate e messe a posto. Nel complesso, un lavoro che paga grazie soprattutto all’abilità, alla perizia, alla genialità della carica innovativa degli ingegneri ed esperti di Apple, ma anche grazie alla cura ossessiva e maniacale per i dettagli. Anche i più piccoli, anche i meno importanti.

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