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CNN: ecco le aziende USA che non esisterebbero senza i migranti

L’ordine esecutivo di Trump contro i migranti, nei confronti di cittadini di sette paesi a maggioranza musulmana (Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen) ha scatenato numerose proteste e provocato caos negli aeroporti. Molte persone sono state fermate, passeggeri in transito non hanno potuto accedere agli Stati Uniti, altre ancora sono state fermate dalle compagnie aeree prima dell’imbarco. Mentre si dibatte sulla costituzionalità del decreto e su come molte aziende dovranno affrontare le complicazioni di dipendenti che hanno origini, vivono e lavorano da tempo negli Stati Uniti e che hanno comunque rapporti con i paesi in questione, Cnn Tech elenca molte delle aziende del mondo hi-tech che non esisterebbero senza i migranti.

Ci sono Apple, eBay, Oracle: aziende nate grazie ad americani di prima o seconda generazione. Il padre di Steve Jobs, co-fondatore della Apple, era siriano. Nell’America di oggi, non sarebbe mai potuto arrivare, anche se fosse stato regolarmente ammesso. Il co-fondatore di Oracle, Bob Miner, è figlio di immigrati iraniani; eBay è nato grazie a Pierre Omidyar con genitori iraniani arrivati negli USA dalla Francia negli anni ’70.

Omidyar è stato tra i primi dirigenti del mondo hi-tech a disapprovare apertamente il divieto sull’immigrazione di Trump, definendo l’ordine esecutivo del presidente USA ipocrita e bigotto. Negli Stati Uniti è un fiorire di aziende nate grazie ai migranti. Il co-fondatore di Yahoo, Jerry Yang, è di Taiwan; l’inventore Alexander Graham Bell era scozzese; Andrew Grove, l’uomo che ha trasformato Intel in un colosso su scala mondiale, era ungherese. E ancora: Sergey Brin di Google è nato in Russia, i fondatori di Procter & Gamble (colosso industriale dei beni di consumo) arrivavano dall’Inghilterra e dall’Irlanda. Il padre di Jeff Bezos (CEO di Amazon) è cubano; il papà di Walt e Roy Disney era canadese. I genitori dei due fratelli della nota catena McDonald’s erano immigrati irlandesi.

Forbes riporta che il 40% delle aziende indicate su Fortune 500 – la classifica con le 500 maggiori società statunitensi misurate sulla base del loro fatturato, – sono state fondate da immigrati o loro figli. Il 18% (90 aziende) sono state fondate da immigrati; i figli degli immigrati hanno avviato altre 114 aziende. Gli introiti generati dalle aziende fondate da immigrati presenti nella lista Fortune 500 sono superiori al PIL di qualsiasi altra nazione al mondo all’infuori degli Stati Uniti, con l’eccezione di Cina e Giappone. Le aziende elencate nella Fortune 500 messe insieme hanno ricavato complessivamente 4.200 miliardi di dollari nel 2010, di questi ben 1.700 miliardi di dollari provengono da aziende create da immigrati.

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