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Razer ManO’War alla prova, audio per giochi e non solo

Sin dalla loro presentazione eravamo decisamente curiosi di provare ManO’War, che al pari di altri prodotti Razer che abbiamo testato per Macitynet si annunciava come un prodotto senza compromessi e con soluzioni integrate davvero interessanti, senza contare la linea scura e moche oramai è diventata marchio di fabbrica della casa dei serpenti.

Iniziamo con il dire che considerando il costo del prodotto e l’uso tipico, le ManO’War sono probabilmente quanto di meglio c’è nel mercato attualmente, sia per quello che riguarda il mercato consumer che, pur coraggiosamente, per quello professionale.

Una affermazione coraggiosa la nostra, non c’è dubbio, ma c’è da considerare la natura del progetto e l’utilizzo che se ne fa, oltre alla resa straordinaria sotto ogni punto di vista. Ma vediamo meglio nel dettaglio tutti i particolari e perché, nonostante qualche cosa da fare ancora ci sia, questo prodotto è davvero così ambizioso e interessante.

ManO’War, cuffie per esperti 

Le cuffie arrivano come sempre in una confezione molto bella: la semplicità del cartone è impreziosita dagli adesivi Razer e da uno strato di plastica trasparente che protegge le cuffie dalla polvere durante l’attesa in negozio. Una volta fuori il prodotto è molto bello: una fascia di plastica lucida è accompagnata da due opache, che accompagnano i padiglioni circumaurali, snodabili, dove una griglia racchiude il centro con il marchio Razer.

La prima novità, non tanto per chi ha letto le nostre recensioni degli ultimi prodotti, è la presenza anche qui della tecnologia Chroma, che illumina il marchio Razer con tre diversi effetti a 16 milioni di colori, comandati dai driver Synapse (di cui parliamo tra poco).

Alla base di entrambi i padiglioni ci sono dei comandi analogici per il controllo: a sinistra del volume di entrata (cuffie) con la possibilità, con un clic, di zittire il volume. A destra invece trova posto un secondo regolatore del volume di uscita per il microfono che, a scomparsa, è adagiato all’interno dell’auricolare stesso. Il microfono si estrae facilmente anche senza guardare, è snodabile e molto pratico. I comandi analogici, a rotella, risultano molto pratici nella gestione cieca, tipica di una sessione di gioco, dove altri tipi di comandi come a sfioramento o touch sarebbero troppo poco precisi.

Sempre a destra trova posto il pulsante per l’accensione e lo spegnimento, che tra l’altro propone anche feedback sonoro in cuffia: a sinistra invece c’è l’alloggio dell’antenna USB, comodo per il trasporto. L’antenna, in pratica un piccolo dongle wireless, sostituisce sia il cavo analogico con jack che una connessione Bluetooth: una scelta molto importante da parte di Razer e ci sentiamo di condividerla, dopo averne valutato la resa.

Il dongle limita l’uso delle ManO’War esclusivamente ad un computer, quindi niente smartphone e tablet (che non hanno una presa USB-A) ma allo stesso tempo, grazie alla frequenza di 2,4 Ghz propone una banda davvero ampia e molto sicura. Il risultato è che le ManO’War generano una qualità d’ascolto straordinaria, che da un lato offre una estrema libertà di utilizzo grazie alla mancanza di fili, dall’altro rendono sicura la connessione, specie se paragonate ad altre cuffie Bluetooth, che in caso di disturbi possono proporre qualche pausa momentanea dell’audio, qui totalmente assente. La qualità audio è superba, e praticamente è come avere un filo invisibile.

Chi scrive ha immaginato un paio di cuffie come queste per anni, perché utilizzare un paio di cuffie a filo con un iMac (la cui presa è dietro al monitor) è quasi un incubo, data la presenza ingombrante di un filo che, se troppo corto, scorre sopra la tastiera e se troppo lungo, rischia di impigliarsi tra la sedia e altri cavi sulla scrivania.

ManO’War risolve questo problema naturalmente in modo che, se state giocando o lavorando davanti al Mac e vi viene sete, potete alzarvi e andare a prendere una bibita in frigo senza per questo smettere di ascoltare il vostro brano preferito. Il dongle wireless è anche abbastanza robusto da non subire disturbi radio, in una camera, dove abbiamo fatto i test, dove c’erano due diffusori Bluetooth, due mouse wireless, due bande Wi-Fi a 2,4 e 5 Ghz e una decina di device tra tablet e computer sempre attivi.

La qualità sonora è risultata ampiamente sopra le nostre aspettative: la frequenza di riposta di 20 Hz – 20 kHz è molto buona ed è risultata adeguata per tutte le normali attività. Durante le sessioni di gioco l’audio è risultato impeccabile, anche su Mac non proprio recentissimi, ma è innegabile che le cuffie ci abbiano regalato anche diverse soddisfazioni nell’ascolto di musica (anche nel mentre che scrivevamo queste righe).

Il suono è risultato abbastanza neutro, con un giusto bilanciamento di bassi e acuti, senza contare qui la possibilità della simulazione Surround, di cui parliamo tra poco. Anche il microfono (unidirezionale), la cui qualità non è così fondamentale durante il gioco, è risultato decisamente meglio di quello integrato su iMac e MacBook Pro, provato in una sessione di Skype e ovviamente durante qualche partita qua e la.

A voler trovare qualche difetto possiamo dire che il cuscinetto circumaurale (il driver è da 50 mm) scalda un po’ nell’uso intenso, difetto comune a tutti questi modelli di cuffie e che ci sarebbe piaciuto un indicatore a led dello stato della batteria più pratico: lo stato esatto è identificato nella finestra dei driver, però sarebbe stato più comodo rilevarlo direttamente dalle cuffie senza dover aprire il Mac quando si sta per partire e mettere tutto in borsa. Idem quando è in carica.

É però pur vero che la durata di una carica è tarata sulle 14 ore, quindi circa una settimana con due ore di gioco al giorno (per quelli che si possono permettere tale media). A noi è durata temporaneamente anche di più in tempo assoluto, con sessioni di ascolto molto varie. Un altro difetto è lo snodo dei padiglioni, elastico ma non infallibile: in borsa ci sta, ma bisogna fare qualche attenzione, in questo caso è evidente che la scelta di razer sta più nella comodità dell’indossamento rispetto alla portabilità.

Synapse, l’occhio vigile

Diversamente da altri prodotti Razer, le cuffie funzionano a dovere anche senza aver installato i driver Synapse, che si scaricano gratuitamente dal sito: una volta aggiunto il dongle USB OS X ha visto subito la periferica (solo in stereo) e ci ha permesso di deliziarci del suono. Ma è con i driver che tutto inizia a funzionare a meraviglia: una volta installati questi hanno riconosciuto la periferica e chiesto un piccolo aggiornamento interno, dopodiché la prima schermata è dedicata alla fase di calibrazione dell’audio, che deve essere fatta singolarmente per ogni computer a cui le associamo (diversamente dagli altri set che invece si sincronizzano con il cloud).

Le cuffie, lo ricordiamo, grazie ai driver Synapse permettono una simulazione dell’audio in modalità stereo e 7.1 (sempre che la sorgente lo permetta): già in fase di calibrazione la simulazione offre un impatto interessante, non certo come un sistema reale ma dato che si tratta di un paio di cuffie di sicuro sorprendente.

Abbiamo provato sia Starcraft II Legacy of the Void che Diablo III e, scavando nelle preferenze, abbiamo potuto subito notare come entrambi i giochi permettano la gestione dell’audio in 7.1 e, attivati, il risultato sia tangibile anche se non straordinario (più per colpa dei giochi che dell’hardware). in realtà la bontà di questo sistema forse emergerebbe con un Blu-Ray multicanale o con un gioco che abbia davvero un sistema audio tridimensionale, che su Mac si fa fatica a trovare.

Synapse permette anche di controllare l’illuminazione presente nel marchio Razer dei padiglioni tramite tre set diversi (più un quarto, spento): ciclo colori, due colori distinti oppure uno fisso, a piacere, offrono un effetto davvero importante specie al buio e specie se avete già altri device Razer come mouse o tastiere. che è possibile sincronizzare.

L’audio è gestito tramite i driver anche grazie ad un equalizzatore software sia per quanto riguarda le cuffie che per (in modo minore) per il microfono.

ManO’War, la professionalità è un’arte

Il mercato delle cuffie, non solo da gioco, è sicuramente denso di prodotti e oramai anche la fascia di prodotti wireless propone sistemi solidi e funzionai sia nell’ambito consumer che in quello professionale. Ciononostante, anche con questo modello Razer ha sicuramente fatto centro con un prodotto che fa del settore dei videogiochi sicuramente un suo target, ma che vediamo bene anche nell’uso quotidiano sia per quanto riguarda l’utente occasionale che per il professionista.

Ci sono sicuramente modelli più importanti e blasonati, ma se consideriamo le prestazioni, l’affinità con i driver, la solidità dell’utilizzo senza fili (e l’originalità del look, mai da sottovalutare) ci sentiamo di dire che questo prodotto ha un rapporto qualità/prezzo eccezionale. Qualche mancanza c’è, ma si tratta di un fattore secondario che non porta nessun punto negativo nell’utilizzo quotidiano.

Chi gioca e vuole un sistema sicuro e affidabile a cui affidare l’input e l’output sonoro trova nelle ManO’War un compagno fedele, che offre una ottimale copertura anche al di fuori dei momenti di svago, nelle videochiamate con FaceTime o Skype quanto nelle sessioni di registrazione di un podcast o di un video per Youtube: e se trovate un contenuto multicanale 7.1 non indugiate e lasciatevi andare, come noi, ad un sorriso sornione. Senza contare che le cuffie sono compatibili anche con Playstation 4, per alcuni utenti un plus molto interessante.

[usrlist Design:4.5 Facilità-d’uso:4 Prestazioni:5 Qualità/Prezzo:4.5]

Pro:
• La connessione a 2,4 Ghz consente un utilizzo impeccabile
• L’effetto Chroma sui padiglioni è molto bello
• La simulazione Surround è interessante

Contro:
• Funziona solo con Mac, PC e Playstation 4
• Manca un indicatore della carica

Prezzo: 199,99 Euro

Potete trovare Razer ManO’War in tutti i negozi di elettronica e nel sito del produttore, oppure in edizione Prime su Amazon.it.

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