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Solo bianco e nero per la super fotocamera digitale Leica M11 Monochrom

Leica l’ha fatto di nuovo. La M11 Monochrom è la nuova versione della fotocamera digitale tedesca a telemetro con sensore full-frame, costruita attorno a una versione del sensore CMOS BSI da 61 MP della M11 che non ha i filtri Bayer colorati per interpretare i colori, come praticamente la totalità di tutte le altre macchine fotografiche (e obiettivi degli smartphone e tablet).

È la macchina daltonica per eccellenza, capace però di dare, con questo sensore Made in Europe, una resa semplicemente irraggiungibile dalla concorrenza, superando per gamma dinamica, risoluzione e sensibilità anche le fotocamere digitali (quasi) medio formato con più fotoricettori sulla superficie del sensore. Questo perché, tolto il filtro di Bayer, la resa del sensore aumenta di almeno tre volte, dato che la luce arriva in parti uguali a tutti i fotodiodi. E i risultati si vedono.

La fotocamera è stata appena annunciata dopo mesi di “rumors” che indicavano che presto Leica avrebbe portato sugli scaffali, al prezzo di 9.450 euro, la nuova versione di questo incredibile strumento per la fotografia in bianco e nero. La proveremo presto in condizioni molto particolari e vi daremo, al termine della nostra prova, un giudizio su come funziona e cosa si può fare con questo piccolo capolavoro della tecnologia digitale e meccanica europea. Intanto, un po’ di informazioni preliminari.

È arrivata la nuova Leica M11 Monochrom

Le specifiche

Il nuovo corpo M11 Monochrom rispetta le dimensioni e la forma della versione “normale”, con poche differenze estetiche. Manca il dot rosso con la scritta “Leica”, che nel corpo nero è oscurato nello stile della macchina fotografica, e le scritte bianche sono un po’ ingrigite sulle ghiere della calotta per farsi vedere meno.

Il sensore è il CMOS BSI da 60 MP con design a doppio guadagno. La misurazione della luce avviene con una tecnologia a più campi (matrice) e la sensibilità va da 125 a 200.000 ISO. Impressionante la gamma dinamica di 16 stop, raggiunta tramite la mancanza di filtro di Bayer sul sensore che pone questo apparecchio nella parte più alta di tutte le macchine digitali professionali sul mercato. Praticamente c’è solo un modello di Sony A7 (a colori) leggermente più sensibile e, sulla carta basandosi sulle specifiche dei costruttori, nessun’altra macchina fotografica digitale tradizionale (cioè non sensori pensati per telescopi o applicazioni industriali) arriva a coprire una gamma dinamica analoga.

La M11 Monochrom, come la sua sorella normovedente ha tre opzioni di risoluzione Raw o JPEG con 60 megapixel, 36 megapixel o 18 megapixel.

Simmetricamente alla M11 tradizionale, la scheda SD è accessibile dal vano batteria (senza piastra di base rimovibile, novità rispetto al design classico della serie M di Leica che ha permesso di affinare il corpo). Inoltre, come la M11, la macchina ha 256 Gb di memoria interna che possono essere usati come backup, per differenziare gli scatti (Jpeg e Raw) oppure come unica fonte di archiviazione. La M11 aveva 64 Gb.

La soluzione di non usare una SD diventa adesso praticabile (e forse più interessante, visto che la memoria interna è realizzata con tecnologia diversa e più affidabile da quella delle schede rimovibili).

Le esposizioni registrabili dalla macchina arrivano fino a 1 ora, con shutter elettronico fino a 1/16.000 di secondo. Il corpo inoltre ha la stabilizzazione live view (correzione digitale delle vibrazioni dell’immagine di anteprima) ed è compatibile con l’EVF inclinabile Visoflex II da 3,68M di punti, per avere un mirino (dato che la serie M ha un mirino ottico a telemetro e non un visore digitale come le mirrorless).

È arrivata la nuova Leica M11 Monochrom

Considerazioni strategiche

Chi conosce la storia di Leica sa che la serie M è molto particolare. Da un lato sono gli apparecchi che da quasi settant’anni dettano le regole della fotografia a pellicola e poi digitale. Solo di recente, Leica ha rilasciato una nuova versione della M6, macchina fotografica a pellicola degli anni Ottanta che è andata rapidamente in rottura di stock.

M la storia delle Monochrom (senza la “e” finale, perché è tedesco, non inglese) è ancora più interessante e particolare, perché mette in circolazione un’idea diversa di fotografia che, nell’opinione di chi scrive, in questa epoca di fotografia computazionale e con l’avvento delle intelligenze artificiali, apre la strada a una interpretazione più personale e autoriale delle immagini che vengono scattate.

Le foto in bianco e nero senza possibilità di trucco (perché è il sensore che non vede i colori, non un filtro successivo che le manipola riportandole al bianco e nero) presentano una realtà che non esiste per l’occhio umano normovedente e come tale sono una interpretazione lasciata alla sensibilità dell’artista che scatta, liberando così il dilemma esistenziale di tutti i fotografi: congelare la realtà.

I computer prima e le AI ci hanno spiegato che le immagini della realtà non esistono ma che viviamo solo di fronte a interpretazioni condivise di tipo soggettivo. Allora ben venga il bianco e nero come modo per affermare questa alternatività al vissuto di quel che vediamo.

Questa idea di Leica è talmente buona che adesso anche dal Giappone si è deciso di prendere ispirazione: Pentax ha presentato ieri la DSLR K-3 Mark III Monochrome: dotata di sensore APS-C da 25,7 MP capace di registrare anche video (ovviamente in bianco e nero) con risoluzione massima di 4K/30p. L’unico vantaggio su Leica è il prezzo (poco meno di 2.200 dollari).

La M11 Monochrom non fa prigionieri

Per quanto riguarda questa nuova incarnazione dello spirito tedesco originale che ha creato la macchina che non vede i colori, in larga misura la M11 Monochrom è la stessa fotocamera che ha il nome di M11 standard, a parte l’assenza del gruppo dei filtri di Bayer che segmentano la luce sulla base delle frequenze, cioè dei colori principali, e la mosaicizzano per consentire all’apparecchio di interpretare questa qualità della luce che altrimenti non vedrebbe.

Questa differenza con la M1 Standard, tuttavia, le conferisce un ISO di base superiore di uno stop rispetto alla versione a colori (senza filtri che assorbono la luce, il sensore non ha bisogno di un’esposizione così elevata per saturarsi). Inoltre, come per i precedenti modelli Monochrom, questo significa che le prestazioni (sulla carta, ma lo verificheremo) dovrebbero essere di 1EV superiori a quelle della M11 a colori a ogni ISO (con l’avvertenza che la M11 Monochrom non può scendere a ISO 64), e senza l’effetto di demosaicizzazione, poiché non c’è un mosaico di filtri colorati da elaborare.

Cose in coda

La Leica M11 Monochrom ha un corpo interamente metallico e una copertura superiore in alluminio di prima scelta, il display in vetro zaffiro, il rivestimento molto robusto in pelle e la verniciatura nera antigraffio. La fotocamera può essere controllata direttamente con l’app e le foto possono essere valutate immediatamente sullo smartphone o sul tablet grazie all’anteprima in remoto. Inoltre, la Leica M11 Monochrom è un accessorio certificato Apple “Made for iPhone and iPad” e per questo offre opzioni esclusive con il cavo Leica FOTOS in dotazione. La macchina è dotata di connessione WiFi e Bluetooth.

Assieme alla macchina fotografica oggi Leica ha anche presentato un nuovo obiettivo. Si tratta dell’ultima generazione del Summilux-M 50 f/1.4 ASPH che offre ancora più flessibilità fotografica. Distanza ravvicinata estesa, paraluce integrato e bokeh ancora più morbido. Il design rimane lo stesso di sempre: compatto e leggero oltre che molto bello, iconico a parere di chi scrive. Come il prezzo: 4.550 euro.

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