La multa Ue è in arrivo ma ad Apple potrebbe fare appena il solletico. La sanzione di cui parla oggi Reuters e che non dovrebbe preoccupare per nulla Cupertino è quella che l’Unione ha deciso di applicare per avere violato il Digital Markets Act (DMA), il regolamento sui mercati digitali, infrazione che dovrebbe riguardare le azioni che spettano a chi, come Apple è considerato un Gatekeeper, ovvero una realtà capace di controllare specifici mercati.
Che Apple secondo l’Unione fosse inadempiente, in particolare per quanto riguarda l’apertura di App Store era noto da tempo, e che la multa potesse arrivare, altrettanto. Più sorprendente sarebbe il fatto che, come dice ancora Reuters, l’importo sarà “modesto”.
Nella peggiore delle ipotesi le conseguenze del mancato rispetto del regolamento consistono in ammende fino al 10% del fatturato totale annuo dell’impresa, o fino al 20% in caso di violazioni ripetute, con una penalità di mora che può arrivare fino al 5% del fatturato medio giornaliero. Una cifra che nel caso di Apple totalizzerebbe decine di milioni al giorno.
La decisione dell’Unione di sanzionare “modestamente” Apple e con essa anche Meta non potrebbe non dipendere tanto dall’accoglimento della posizione di Apple che respinge le accuse o dal mancato accoglimento della posizione di Daniel Ek, CEO di Spotify, che ha invitato l’UE ad agire con fermezza affermando che Apple non agisce in conformità alle regole quanto al fattore Trump.

Il presidente americano è impegnato in una campagna a 360 gradi che prevede non solo di applicare dazi sul commercio americano ma anche nella difesa delle aziende Tech USA, oggi (al contrario di cinque anni fa) in rapporti molti buoni con l’inquilino della Casa Bianca che per ricambiare la cortesia le ha difese a spada tratta.
«Le nostre aziende sono sotto attacco – ha detto Trump – gli europei hanno guadagnato 15 o 16 miliardi sulle spalle di Apple. Hanno guadagnato miliardi sulle spalle di Google. E credo che vogliano guadagnare miliardi e miliardi sulle spalle di Facebook“.
Non sarebbe sbagliato a questo punto pensare che l’UE si metta alla finestra in attesa di vedere che cosa accadrà per i menzionati dazi sul commercio europeo (che arriveranno ad aprile) evitando di dare un pretesto a Trump per ribadire che, come ha detto alcuni giorni fa, l’Ue è nata per “fottere” gli USA ed agire a torto o a ragione di conseguenza.
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