È passato un anno da quando, il 2 febbraio 2024, Apple ha messo in vendita il Vision Pro, lo spatial computer per la Realtà Aumentata e Virtuale. Il dispositivo è stato messo in vendita inizialmente solo negli Stati Uniti e nei mesi successivi in altre nazioni (prima Cina, Giappone, Singapore, poi Australia, Canada, Germania, Regno Unito e Francia) ma ufficialmente mai arrivato in Italia.
Alla data di lancio ufficiale, Apple si era limitata ad un annuncio con un comunicato stampa, senza keynote dedicati, con il CEO Tim Cook e Deirdre O’Brien (la senior vice president responsabile Retail + People) che avevano visitato per l’occasione l’Apple Store Fifth Avenue di New York
A un anno di distanza non è chiaro se il progetto proseguirà, se Apple intende offrire una versione più appetibile (in termini di prezzo) e se crede ancora in questo prodotto. Secondo indiscrezioni la produzione è stata fermata.
Apple stessa si limita a proporre il minimo sindacale in termini di app offerte e gli utenti si devono accontentare delle versioni iPad di varie app. I contenuti immersivi sono ancora pochi, e gli ultimi aggiornamenti di visionOS non integrano novità eclatanti.
Tanti segnali insieme che lasciano immaginare che l’azienda abbia mollato la presa e intende puntare su altro. C’è anche da dire che l’ondata dell’Intelligenza Artificiale e l’influenza che questa sta avendo in vari ambiti, ha probabilmente costretto Apple a dirottare le energie ed esplorare le nuove opportunità di investimento per tenere il passo con la concorrenza.

Non ci sono dati ufficiali sulle vendite, ma indiscrezioni riferiscono di 200.000 unità vendute nei primi giorni, numeri calati nei mesi successivi assestandosi su una media di circa 100.000 unità a trimestre (in tutto il 2024 sarebbero stati vendute tra le 500.000 e le 600.000 unità), numeri che sembrano elevati ma che impallidiscono rispetto alle vendite di iPhone.
Vision Pro rimane sicuramente un prodotto affascinante, innovativo, per diversi osservatori il migliore della categoria. È stato un insuccesso? Più che un fallimento abbiamo a che fare con un prodotto sicuramente affascinante, costoso (3500$) e che sembra avanti rispetto a quelle che sono le reali esigenze degli utenti; escluse alcune “esperienze” specifiche come quelle immersive (o in alcuni ambiti lavorativi) dove sicuramente è un oggetto interessante, altre attività sono replicabili con computer, smartphone, tablet, ecc.
Non è solo una questione di prezzo: come già con atri visori anche molto meno costosi, non ci sono killer-app, applicazioni decisive da essere determinati per l’adozione generale di queste piattaforme. C’è chi ama questi prodotti ma non sembrano ancora dispositivi “per le masse”… lo sanno bene anche Meta, Google e tutti gli altri che – prima di Apple – ci hanno provato.
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