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Kindle 2, margini del 50% sull’hardware per Amazon

Steve Jobs è la Apple degli ultimi dieci anni sono stati maestri: un esperimento è interessante ma non è detto che debba essere tutto necessariamente in perdita. Quindi, perché realizzare in perdita il Kindle, il sexy lettore di eBook di Amazon, capace anche di connettersi alla rete Spring e scaricare al volo libri e magazine, oltre che pagine di Wikipedia e definizioni del dizionario Oxford e Webster? Lezione imparata, si devono essere detti i manager di Jeff Bezos, che secondo iSuppli realizzano un apparecchio giunto alla seconda generazione dal costo complessivo di 185,49 dollari rispetto ai 360 di vendita nel canale online di Amazon (peraltro l’unico in cui viene venduto). E questa nuova edizione ha anche l’astuccio di pelle a parte e a pagamento…

Il nuovo Kindle è un oggetto di tutto impatto. Bello, solido e sicuramente candidato a lasciare, questa volta, un segno profondo nella storia della digitalizzazione di libri e giornali. Persino dalle nostre parti, visto che oltre agli eBook è possibile comprare anche copie o abbonamenti di quotidiani e magazine persino italiani: il Corriere (il secondo giornale dopo La Stampa ad aver aperto una finestra sugli eBook) è presente anche su Kindle, nonostante alcuni caveat. Il primo è che l’apparecchio non è venduto né si può usare in Italia. La maggior parte delle funzioni è legata alla presenza della rete di Sprint che nel nostro paese non è presente. Quindi, niente giornali e periodici o pagine di Wikipedia,.

Poi, sebbene l’esperienza complessiva dell’apparecchio sia fantastica e il negozio online per gli americani una cosa geniale (ma tutto sommato un po’ “rozzo”, per chi è abituato alle bellurie dei prodotti Apple), c’è anche da dire un’altra cosa. Chi scrive ha avuto l’opportunità , nelle scorse settimane, di poter provare proprio a Seattle negli Usa un Kindle di nuova generazione. Era l’apparecchio gentilmente messo a disposizione da Diego Piacentini, vicepresidente con responsabilità  per tutti i mercati tranne in Nord America del colossi dell’eCommerce, che spiegava: “questo è un apparecchio straordinario, ma non deve essere frainteso, perché è pensato come una versione digitale di un libro tascabile, non primariamente come una piattaforma per i giornali online”.

Infatti, nella rete italiana si sono visti vari scivoloni: c’è addirittura chi con Photoshop ha (in buona fede: ha confessato di non aver mai visto in vita sua un Kindle) copiato e incollato la miniatura della home page del Corriere dentro lo schermo del Kindle, e per di più a colori. Una cosa doppiamente impossibile, sia perché l’apparecchio è a 16 toni di grigio, sia perché non ha questo tipo di impostazione grafica. Piuttosto, la home page sembra per lo più un indice, un aggregato testuale di argomenti e titoli: in pratica, un feed Rss che poi porta al testo dei singoli articoli. L’esperienza del browser internet o dell’impaginazione cartacea (replicabile ad esempio nei Pdf) viene completamente cambiata dal software di conversione di Amazon, che la traduce invece in qualcosa di diverso e molto più “gommoso” per l’impaginazione e la povertà  di attributi secondari grafici (niente titolini, sommarietti, mezze infografiche, boxini, etc).

Nelle scorse settimane c’era chi aveva fatto un conto per quanto riguarda i costi che ad esempio il New York Times ha nel distribuire le copie ai suoi abbonati (negli Usa il mercato degli abbonamenti ai giornali quotidiani e ai magazine è molto più grande che non in Italia) ed ha scoperto che, se avesse comprato altrettanti Kindle 2 da Amazon, anche senza sconto, e li avesse regalati a ciascun abbonato (azzerando così i costi di distribuzione), già  nel primo anno ci avrebbe guadagnato.

Kindle è un computer totalmente chiuso. Al suo confronto, l’iPhone sembra una macchina open source. Il cuore è la tecnologia E Ink del display, che consente risparmi energetici (le microsfere che sostituiscono i pixel consumano solo quando ruotano per aggiornare l’immagine, non a display fisso) costa ad Amazon più di tutto: ben 60 dollari. Altri 39,50 se ne vanno per il modulo wireless Novatel, mentre processore (Freescale) e batteria costano rispettivamente meno di nove e di otto dollari. Il fornitore di memoria è Samsung, sia per la ram che per quella di massa, pari a 2 Gigabyte (2,50 dollari). Ai costi ei materiali pari a 176 dollari si sommano i costi di assemblaggio, pari a meno di 9 dollari per apparecchio, arrivando al totale di 185,49 dollari.

Non è incluso un altro costo importante, ma praticamente impossibile da valutare: quanto Amazon paghi all’anno a Sprint (e con quale metodo) per la connessione wireless gratuita che ciascun utente può usare. Siccome l’apparecchio non è in grado di navigare autonomamente, in realtà  i download sono molto contenuti (niente posta e niente web, in buona sostanza).

Differente è il discorso invece per il fatturato di Amazon. Sommando ai 360 dollari ad apparecchio un’altra stima di circa 90 dollari in media spesi da ciascun utilizzatore all’anno, per un totale annuo di 450 dollari, si capisce che i margini di crescita economica per Amazon, e i suoi possibili utili su questo fronte, anche con un numero di utenti relativamente limitato a qualche centinaio di migliaia di compratori, è estremamente alto. L’anno scorso Amazon ha fatturato 19,2 miliardi di dollari, con utili operativi per 842 milioni e utili netti per 645 milioni. Vendendo 2 milioni di Kindle 2 nel 2009 fiscale (cosa non molto probabile ma teoricamente non impossibile), Amazon fatturerebbe altri 900 milioni di dollari, con utili operativi stimabili intorno al 35%.

Qui il Wall Street Journal sul rapporto iSuppli. Sotto la tabella con i costi.

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