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Apple e big IT accusati di cattiva condotta fiscale

Il gruppo no profit Fair Tax ha accusato Apple di “cattiva condotta fiscale” per l’utilizzo di misure di elusione fiscale aggressive, che hanno comportato la riduzione della propria aliquota fiscale complessiva al 17,1% negli ultimi dieci anni, meno della metà dell’aliquota d’imposta ufficiale sulle società del 35%.

L’imposta sulle società viene riscossa solo sugli utili, quindi dopo che tutte le spese operative e gli investimenti sono stati detratti dal totale delle entrate. Per essere chiari, Apple non è accusata di alcun illecito dal punto di vista legale. A differenza dell’evasione fiscale, l’elusione fiscale è perfettamente legale, ma significa che ci sono meno soldi da spendere in servizi pubblici e infrastrutture, secondo quanto affermato da Fair Tax.

Vogliamo un futuro in cui tutte le aziende siano orgogliose di pagare la loro giusta quota di imposte [ma] i profitti continuano a essere spostati verso paradisi fiscali, in particolare Bermuda, Irlanda, Lussemburgo e Paesi Bassi […]

Dei sei giganti della tecnologia statunitensi accusati di non pagare la giusta quota, Apple non è classificata come uno dei peggiori dei trasgressori. Anzi è tra le migliori due, dopo Microsoft. I suoi pagamenti fiscali, tuttavia, rappresentano una percentuale significativamente inferiore dei suoi profitti rispetto alla maggior parte delle imprese, in particolare per quanto riguarda i redditi all’estero.

Apple si presenta come “il più grande contribuente del mondo” e certamente fornisce il più grande contributo fiscale dei cosiddetti Silicon Six, avendo pagato 93,8 miliardi di dollari in tasse sul reddito in questo decennio, anche se con profitti di 548,7 miliardi e entrate di  1.888 miliardi. Tuttavia, l’imposta pagata come percentuale del profitto nel decennio è ancora relativamente bassa, pari al 17,1%.

La percentuale di tasse versate da Apple risulta ancora più inferiore se si guardano business e risultati della multinazionale di Cupertino fuori dagli USA. Quest’anno i profitti ottenuti all’estero sono di 44,3 miliardi di dollari, mentre le tasse ammontano a 3,9 miliardi di dollari, per una percentuale di tassazione solamente dell’8,9%.

tasse arretrate apple - foto Commissione europea

Nello stesso rapporto, Amazon è elencata come la società più aggressiva quando si tratta di cattiva condotta fiscale, seguito da Google, Netflix, Apple e Microsoft. L’organizzazione no profit Fair Tax suggerisce che è nell’interesse finanziario a lungo termine delle grandi società di tecnologia pagare una quantità di tasse giusta, per evitare futuri shock finanziari e danni all’immagine del marchio.

A tal proposito più di 130 paesi hanno concordato sulla necessità di una riforma fiscale globale, anche garantendo che le società paghino le tasse in ciascuno dei paesi in cui operano. Attualmente si aspetta la decisione sulla vicenda Apple e Irlanda, che vede già una sentenza di primo grado con condanne a 13 miliardi di euro per tasse arretrate non versate.

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