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Apple licenzia la manager che ha denunciato sessismo in ufficio

Apple ha licenziato Ashley Gjøvik, una senior engineering program manager che da anni manifestava preoccupazioni sulle condizioni di lavoro problematiche in ufficio, con episodi di sessismo, molestie e anche rappresaglie da parte di dirigenti e colleghi.

Nelle scorse ore Apple avrebbe contattato la manager, in congedo retribuito da agosto, per un incontro. Alla risposta di Ashley Gjøvik che ha proposto una conversazione via email per avere una documentazione scritta, Apple ha risposto che la manager ha «Scelto di non partecipare alla discussione»: poche ore dopo è stata licenziata.

Ricordiamo che questa estate la manager aveva dichiarato di aver segnalato e lamentato questi problemi per anni in Apple, fin dal 2018: la società ha offerto supporto con il programma di assistenza per dipendenti, oltre che con un congedo per malattia, ma le misure secondo la manager non erano sufficienti. Così Ashley Gjøvik ha iniziato a pubblicare le sue lamentele nel canale interno di Apple su Slack e poi anche su Twitter, nel tentativo di raccogliere le testimonianze e i casi di altre dipendenti.

manager apple sessismo

Apple ha richiesto alla manager di non portare la questione sui social, impedendole anche di incontrare altre dipendenti per discutere delle policy di Cupertino. Dopo le lamentele su Twitter la manager era stata messa in aspettativa retribuita a tempo indeterminato. In una dichiarazione rilasciata a The Verge la manager fa sapere che si aspettava qualcosa di simile e di essere licenziata fin da marzo, quando iniziò a sollevare le problematiche di sessismo in Apple. La dichiarazione ufficiale di Apple sulla questione è identica a quella già rilasciata quando è emerso il caso in agosto: la riportiamo qui tradotta in Italiano:

«Siamo e siamo sempre stati profondamente impegnati a creare e mantenere un posto di lavoro positivo e inclusivo. Prendiamo sul serio tutte le preoccupazioni e indaghiamo a fondo ogni volta che viene sollevata una preoccupazione e, nel rispetto della privacy di qualsiasi persona coinvolta, non discutiamo di questioni specifiche relative ai dipendenti».

Alla fine di agosto si è formato un gruppo interno di dipendenti #AppleToo contro la cultura di segretezza e le discriminazioni, invitando ai colleghi di condividere le proprie esperienze.

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