Questo sito contiene link di affiliazione per cui può essere compensato

Home » Macity - Apple » Apple History & Lifestyle » Dodici anni di Safari: nascita e battesimo del browser che ha liberato i Mac da Internet Explorer

Dodici anni di Safari: nascita e battesimo del browser che ha liberato i Mac da Internet Explorer

Oltre a quello del Mac Mini, in questo gennaio 2015 cade un’altro compleanno: i primi dodici anni di Safari. Il 7 gennaio 2003, nel corso del MacWord di San Francisco, Apple presentava la prima beta pubblica di Safari, browser che vantava maggiore velocità nel caricamento delle pagine web rispetto a Internet Explorer (allora disponibile per OS X), funzionalità di ricerca su Google integrate direttamente nella barra degli strumenti, un nuovo modo per tornare indietro all’istante ai risultati di una ricerca o al livello superiore di un sito sito web dopo aver navigato nei livelli inferiori, un innovativo metodo per denominare, organizzare e presentare i preferiti, e il blocco automatico delle finestre pubblicitarie a comparsa (“pop-up”).

Jobs lo presentò come “il primo browser realmente nuovo da molti anni a questa parte” evidenziando varie caratteristiche e il motore di rendering basato su KHTML, nato dal progetto open source Konqueror di KDE, a cui Apple aveva apportato miglioramenti resi disponibili per la comunità open source.

La storia di come nacque Safari l’abbiamo riportata in altre occasioni, anche grazie a vari dettagli e aneddoti raccontati da Don Melton, sviluppatore che ha partecipato attivamente allo sviluppo di questo applicativo. Melton non è uno sviluppatore qualunque ma un personaggio che ha lavorato a numerosi importanti progetti. Prima di lavorare in Apple, questo ingegnere informatico ha contribuito allo sviluppo di Director, di Illustrator e Netscape; si è occupato in qualità di engineering manager della formazione del team che ha sviluppato il browser Apple (qui il primo messaggio inviato alla lista kfm-devel), la squadra che – partendo dal motore di rendering KHTML e KJE (per l’esecuzione di JavaScript)- ha dato via a diversi miglioramenti sfruttati in seguito dalla comunità di vari sviluppatori che usano lo stesso motore anche in altri browser. Melton è stato anche il responsabile del WebKit su iOS, di FaceTime e del framework CoreService.

Dodici anni di Safari

Melton non ricorda chi suggerì il nome “Safari”, poiché non era nella stanza quando la nuova denominazione fu scelta, ma ricorda che in varie riunioni si discusse della questione. Nell’estate del 2002, Steve Jobs e il management di Apple decisero che era ora di mostrare il browser prima della fine dell’anno e nel corso di una sessione di Human Interface design a un certo punto venne fuori il problema di come denominare il software. Jobs stesso provò a suggerire alcuni nomi a voce alta per verificare come suonassero: Melton non ricorda i vari nomi suggeriti da Jobs ma uno di quelli che ricorda pare fosse “Freedom”.

A Jobs piaceva quest’ultimo appellativo poiché evocava sensazioni positive e senso di libertà (bisogna ricordare che all’epoca Apple era legata a Microsoft con Internet Explorer fornito di serie con tutti i Mac); al resto del team il nome non piaceva poiché ricordava un prodotto per l’igiene intima femminile e dopo un po’ il nome fu scartato. Dopo qualche altra sessione, l’appellativo scelto internamente era a un certo punto divenuto “Alexander”, tale rimase per un circa un anno e sembra che codice sorgente e risorse fossero piene di riferimenti a questo nomignolo.

Il nome non era ancora quello definitivo e il team era ansioso di conoscerlo, in modo da cambiare il segnaposto temporaneo con l’appellativo corretto. Alcune persone del team di sviluppo parlando del software lo identificavano come “iBrowse”, appellativo usato varie volte nei discorsi tra gli sviluppatori ma mai utilizzato all’interno del codice. Sembra che quest’ultimo nome fu utilizzato per uno scherzo, del quale però Melton non parla, promettendo di tornare su questo dettaglio in futuro. Quando ad ogni modo qualcuno del team chiedeva a Melton il nome, questo riferiva frasi del tipo: “Ho appena sentito da Scott Forstall che sarà sicuramente iBrowse”, il che significava pressappoco “non rompete ora con questo dettaglio”.
Dodici anni di Safari leopard-preview-safari-16Nella seconda metà di dicembre del 2002, Melton si trovava al Caffe Macs (la caffetteria interna di Cupertino) e vide arrivare Kurt Knight, Marketing product manager di Apple. “Cosa succede?” chiese Melton. “Hanno scelto un nome” rispose Knight e all’ovvia richiesta di conoscerlo, Knight rispose: “Safari”. Melton non sapeva cosa pensare e non se lo aspettava (di primo acchito il nome sembrava venire dal nulla e del tutto estraneo) e si limitò a dire: “Non fa schifo”. E così, in effetti, era. Man mano che ci pensavo, a poco a poco, racconta Melton, il nome divenne familiare e mi piacque molto. Mentre raggiungevo l’ufficio, immaginavo “Safari” nel dock di OS X: lo comunicai al team e non fu necessario insistere: il nome piacque subito.

Apple rilasciò una versione del suo browser per Windows a partire dalla versione 3.0, presentata alla WWDC del 2007. Lo stesso anno arrivò la prima versione per iPhone, diventando un elemento fondamentale del nuovo iOS. L’idea iniziale di Apple era consentire l’esecuzione di applicativi creati con gli standard Internet Web 2.0. L’App Store arrivò nel 2008 quando finalmente Steve Jobs acconsentì che sviluppatori di terze parti potessero distribuire in uno store dedicato app per iPhone diverse da quelle di serie (a questo indirizzo trovate i dettagli della nascita dell’App Store).
Dodici anni di Safari leopard preview-safari-16iPhone-Web-Apps-Safari-for-Windows-introduction-WWDC-2007

Offerte Apple e Tecnologia

Le offerte dell'ultimo minuto le trovi nel nostro canale Telegram

Top offerte Apple su Amazon

Sconto pazzesco del 22% per iPhone 14 da 256 GB, solo 899€

iPhone 14 128 GB scontato di 220 euro su Amazon

Su Amazon torna in sconto e va vicino al minimo di sempre l'iPhone 14 nel taglio da 128 GB. Lo pagate 679 € invece che 870 € in quasi tutti i colori

Ultimi articoli

Pubblicità