Aumento dell’ultimo minuto per il costo dell’iPhone 3G S di Tim? Secondo le fonti di Macity l’operatore mobile di Telecom Italia avrebbe deciso di alzare il costo della nuova versione del telefono nel corso della tarda mattinata di ieri, dopo avere avuto la certezza che la concorrente aveva stabilito a 719 e 619 euro il suo listino.
In base a quanto il nostro sito è stato in grado di sapere da fonti molto attendibili, Tim stava valutando da diversi giorni di mantenere a 599 e 699 il costo dell’iPhone 3G S. Il prezzo, come abbiamo detto ormai la scorsa settimana, era stato comunicato in questi termini ad alcune importanti catene di consumo dai vertici dell’operatore che poi hanno messo successivamente in stand by i loro contatti nei punti di vendita retail invitandoli ad attendere conferme; unica certezza da tenere presente: il prezzo dell’iPhone sarebbe aumentato rispetto al modello 3G.
La certezza (retiterata più volte da Macity nei giorni scorsi quasi in solitario sulla rete Internet italiana) di un prezzo più alto e la necessità di restare in stand-by con i prezzi presunti, questa mattina erano ancora fermi al punto della passata settimana quando due diverse fonti, anche queste conosciute e dal nostro sito ritenute molto attendibili, ci hanno contattato e citando alcuni agenti Tim che operano nel settore business hanno reiterato il costo di 599 e 699 euro come scritto nei listini provvisori.
All’apparizione del listino Vodafone (che Macity ha anticipato per primo in Italia) sono cominciati a sorgere i primi dubbi sul perdurare dei buoni propositi Tim: difficile andare sul mercato con un terminale di 20 euro più basso correndo il rischio sì di venderne qualcuno in più, ma anche di rinunciare ad un buon 30% del margine offerto da Apple. Puntuale nella tarda serata la conferma ufficiale ai nostri dubbi: Tim presentava un listino per l’iPhone senza contratto identico a quello della concorrente.
L’operazione, riferiscono le fonti di Macity, è stata decisa in extremis, addirittura in tarda mattinata, nel contesto di una guerra sotterranea tra due concorrenti che a volte si sfidano a viso aperto, a volte giocano in punta di fioretto, ma che non in alcuni casi applicano una sorta di gentlemen agreement dove “cane non mangia cane”.
In realtà all’origine del livellamento dei costi una parte della responsabilità è anche di Apple che offre i suoi iPhone a prezzi identici e con margini molto ridotti (intorno al 10%) lasciando scarso margine a sconti ed operazioni promozionali. Non è un caso che in tutto il mondo, all’interno di ciascun paese. i costi per iPhone sono in pratica gli stessi indifferentemente dall’operatore mobile e che la battaglia si svolga poi sulle sovvenzioni, i costi dei bundle e gli sconti per determinati servizi.
Ora vedremo se sarà così anche in Italia, anche se l’esperienza dello scorso anno dove le offerte erano diverse solo nei dettagli e i primi segnali che ci giungono in redazione in queste ore, non ci fanno al momento nutrire molte speranze.