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Il Commodore 64 compie 40 anni

Una volta si diceva che la prima auto degli italiani, quella sulla quale centinaia di migliaia di persone avevano imparato a guidare e a girare il Paese, fosse stata la Topolino del 1936. Poi la 500 (quella originale, del 1957), l’auto per milioni di famiglie italiane. E poi la Panda, la Uno, la Punto. Ma qual è stata l’utilitaria di massa, quella che ha fatto muovere i primi passi nell’informatica a milioni di persone?

commodore 64

La storia incredibile di Jack Tramiel

Quel computer si chiama Commodore 64 ed è “nato” esattamente 40 anni fa. È il computer dell’azienda americana Commodore International, fondata da uno degli immigranti più straordinari della storia degli Stati Uniti, cioè Jack Tramiel. Nato Idek Trzmiel da una famiglia ebrea polacca nel 1928 e deportato nel 1939 da Auschwitz in un campo di lavoro, liberato nell’aprile del 1945 dagli americani, Tramiel era immigrato poco dopo negli Usa dove aveva fatto il riparatore di macchine fotografiche e il tassista, tra gli altri lavori.

E poi aveva messo su una azienda in Canada per la vendita e la riparazione di macchine per scrivere, che negli anni Cinquanta-Sessanta erano un grande business. Seguendo una intuizione non diversa da quella di Adriano Olivetti, aveva capito che il passaggio successivo era l’automazione degli uffici grazie alla nascente informatica. Ibm, che era una azienda che produceva macchine per scrivere prima di lanciarsi nei computer, lo dimostrava proprio in quegli anni.

commodore 64

Personal Computer

La traiettoria elettronica di Tramiel era iniziata con le calcolatrici e poi era passata attraverso il Giappone e il Texas, dove negli anni Sessanta aveva cominciato a mettere assieme pezzetti di tecnologie (la MOS Technology e il produttore di seminconduttori IC) per le calcolatrici. Il suo uomo di punta, il vero genio dietro i computer di Tramiel, cioè Chuck Peddle, intuì che il futuro erano però i computer da ufficio (e non i mainframe) grazie allo sviluppo dei semiconduttori e Tramiel costruì attorno al processore 6502 della MOS Technology il Commodore Pet nel 1977.

Erano gli anni dell’Apple II e dell’Atari 800. Commodore si trovò di fronte una notevole competizione alla quale rispose prima con l’interlocutoria Commodore Vic-20 nel 1980 e poi, due anni dopo, con il Commodore 64.

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L’eroe di tutti i mondi

Il Commodore 64 o CBM-64 o C64, è stato un computer da record al quale sono stati dedicati interi libri. Da non perdere, se possiamo consigliarli, Sulla cresta del baratro di Brian Bagnall che racconta la storia dell’azienda (la seconda versione aggiornata in inglese è più ricca di quella italiana) e il bellissimo libro illustrato Commodore 64. Nostalgic edition.

A tutt’oggi è il personal computer più venduto di sempre (20 milioni di pezzi), quello che è stato in produzione per più tempo (dal 1982 al 1994, ben 12 anni) e soprattutto il punto di partenza per due o tre generazioni di utenti informatici della prima ora. Sul suo Basic, il suo Assembly, con i suoi 64 KB di Ram, dischi e unità a nastro, decine di espansioni, sistemi operativi alternativi, modem e sistemi di gestione per BBS o navigare la rete (il progetto Contiki è ancora oggi attivo) e una biblioteca di titoli software pressoché infinita e in cui si trova tutto, dai giochi di avventura agli arcade, dalla videoscrittura (ci sono decine di word processor), sistemi gestionali, dal software didattico a quello musicale. Un totale di più di diecimila applicativi certificati (ma chissà quanti altri) con una scena delle demo che non si è ancora fermata.

commodore 64

La Computer Science

Imparare a usare il computer con il C64 è stata una scuola unica e importantissima. Prima del Macintosh e accanto all’Apple II, il C64 era un computer che valeva come un’intero corso scolastico: si partiva dai giochi e dal divertimento della scuola materna sino ad arrivare al dottorato di ricerca di chi con il Commodore 64 scopriva come implementare nuovi algoritmi o come utilizzare i limiti della macchina al di là dei suoi stessi limiti.

Generazioni di informatici di oggi, in Italia e all’estero, sono nati su quel computer. E ancora lo venerano o lo ricordano con affetto. Il Commodore 64 è stato il computer per le masse, non per le classi agiate. Forse un po’ troppo limitato dal punto di vista tecnologico. Tramiel aveva detto che i costi fossero ottimizzati al centesimo di dollaro e si è persa l’occasione storica e la possibilità di mettere un po’ più di memoria e potenza di calcolo. Ma nonostante questo, è stata la nave scuola di milioni e milioni di persone.

Molte delle quali oggi conoscono e usano l’informatica in maniera un po’ più consapevole grazie alla loro passione giovanile. E altrettante hanno capito che questo straordinario strumento del passato è in realtà un grande divertimento. Tanto che la scena degli emulatori che permettono di usare i Commodore 64 anche sui Mac (anche M1) e i PC di oggi, o addirittura in rete, è più vivace che mai.

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