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Jack Tramiel, l’eroe dietro al computer più venduto di sempre

Jack TramielOgni generazione ha i suoi miti, i suoi eroi. Ci sono quelli che, quando lessero nel 1945 “As we may think”, il rivoluzionario saggio scritto da Vannevar Bush sull’Atlantic, consacrarono la propria vita allo studio dell’informatica che ancora non c’era. O quelli che trovarono Alan Turing, nel suo genio, nel suo lavoro, nella sua storia, nel premio istituito in suo nome per riconoscere gli informatici più meritevoli (il premio è anche chiamato “il Nobel dell’informatica”) la creatura perfetta per rappresentare il mondo della tecnologia digitale. Qui da queste parti i geni sono i creatori di Apple, e in particolare Steve Jobs. Ma non è della sua tragica dipartita che vogliamo parlare qui oggi, bensì quella di un altro genio che avrebbe potuto entrare a far parte della storia degli amanti della Mela.

Se solo Jack Tramiel, scomparso domenica scorsa all’età di 84 anni, avesse voluto dare retta a quei due ragazzi che volevano vendergli la loro start-up, oggi i computer con la mela sarebbero stati prodotti da un’azienda con sede in Pennsylvania (ma nata in Canada per motivi fiscali e “politici”, quando importava macchine per scrivere cecoslovacche, nemico durante l’epoca della Guerra fredda) e la nostra storia sarebbe molto diversa. Chissà, magari oggi avremo iPhone e iPad con la C maiuscola con il segno dell’uguale a seguire (C=), versione stilizzata in Ascii del logo storico di Commodore.

Ebbene sì, la notizia che avete probabilmente già sentito o letto anche qui è che domenica se n’è andato il fondatore di Commodore, Jack Tramiel. Immigrato polacco, sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti durante la guerra e poi militare per l’esercito americano (l’azienda si chiama Commodore, cioè il grado di Commodoro della marina, per mantenere un sapore militareggiante che a Tramiel piaceva), vero outsider della storia della tecnologia statunitense, Tramiel era riuscito a transitare la Commodore Business Machines dal mondo delle macchine per scrivere in cui era nata nel 1954 a quello delle calcolatrici elettroniche (fine anni sessanta inizio anni settanta) e poi a sorpresa a quello dei personal computer. Un settore che ha aiutato a definire con il PET, poi il VIC 20 e infine il Commodore 64.

Anzi, quest’ultimo è IL personal computer (o meglio l’home computer) per definizione, dato che è quello che ha avuto più successo di qualsiasi altro prodotto del genere. Non c’è un altro singolo modello di computer venduto in un numero di esemplari maggiore del Commodore 64: ben 25 milioni dal 1982 fino al 1994 cioè prodotto per ben dodici anni. E ancora questo è niente, perché quel matto di Tramiel, uomo capace di far dare il meglio e il peggio alle persone che lavoravano con lui, è poi uscito da Commodore e ha acquistato per un botto di soldi quel che restava di Atari, cercando di entrare nel settore delle console da passeggio, all’epoca libero ancora dalla dominazione di Nintendo con il suo GameBoy. Niente: intuizione, esecuzione (il Lynx non era male, il Jaguar ottimo) e poi via, fuori dal mercato.

La famiglia, soprattutto i figli, lo hanno accompagnato nel mondo del business dove lui si è mosso con l’energia e la determinazione dei vecchi emigranti negli Stati Uniti, quelli che avevano visto la guerra e fatto l’impresa, per così dire. Oggi sembra poco, ma davvero Tramiel ha rappresentato la variabile impazzita in un mondo degli affari dove i pesi massimi stavano o sulla East Cost (Ibm) o nella Silicon Valley (tutti gli altri a parte Microsoft). Era un personaggio più grande della vita, con il quale era dannatamente facile litigare fino allo stremo, ma anche capace di valorizzare il talento e far seguire l’intuizione: il Commodore 64 utilizzava una versione customizzata della Cpu 6502 della MOS Technology (la stessa dell’Apple II e di una dozzina di altri protagonisti degli anni Settanta), con l’aggiunta sulla scheda madre di una serie di quelli che per gli amanti del genere sarebbero stati circuiti integrati protagonisti come e più di modelle e attrici famose: il SID per l’audio, VIC-II per la grafica, il CIA 6526 per la gestione degli I/O.

Ecco, c’è chi con il Commodore 64 ha costruito un mondo e una carriera, e ha considerato l’azienda e il suo fondatore, oltre ai suoi ricercatori, dei geni assoluti. Era l’epoca in cui l’informatica era ancora tecnologia e saldatori, “porte” fisiche e salti di tensione elettrica. L’epoca in cui però c’era anche il Basic e si poteva imparare, sperimentare e giocare con risorse oggi risibili (64 Kb di Ram, 38 lasciati liberi dall’interprete Basic), costruendo competenze che oggi sono la base per cercare di decodificare un mondo in cambiamento sempre più rapido. Jack Tramiel è stato l’uomo che ha reso possibile questo e che adesso non c’è più. Sia però sempre ricordato. Un modo per farlo è leggendo – purtroppo disponibile solo in inglese – il libro On the Edge: The Spectacular Rise and Fall of Commodore (2005), Variant Press, di Brian Bagnall. (Disponibile nella versione aggiornata Commodore: A Company on the Edge del 2010).

Ma per capire al meglio l’uomo, preferisco aggiungere un breve passaggio dell’intervista televisiva fatta in Australia durante la fiera PC Exhibition del 1989. È una trascrizione, quindi con uno stile da “parlato” e non da testo pensato per essere scritto. Ma ne vale la pena.

Presentatore: Questa storia è fantastica, e mi fa capire, anche se non ce l'ha detto, ma mi fa capire che lei è un uomo di grande determinazione, un uomo che non crede di rimanere bloccato da nessun ostacolo.

Jack Tramiel: Infatti non lo credo. Quando ripenso al passato, ecco, credo ci sia qualcosa che dovete sapere. Nel campo di concentramento di cui vi dicevo, quando sono arrivato nel 1944  c'erano 10mila persone e quando ci hanno spostato da Auschwitz ad Hannover e poi quando la guerra è finita di queste 10mila persone ne erano rimaste soltanto 60.

Presentatore: 60 persone in tutto?

Jack Tramiel: 60 persone da 10mila. Io ero uno di quei 60. Da allora niente è più difficile per me.

Presentatore: No, certo, essendo sopravvissuto a tutto questo.

Jack Tramiel: Giusto. Per questo sono convinto che quando una persona ha un obbiettivo, quando una persona ha voglia di lavorare duro, e quando quella persona non voglia diventare ricco subito ma si muova pensando al lungo termine, ebbene penso che allora ce la può fare. La chiave è prima dare e poi prendere, non viceversa. Ma viviamo in una società che oggi è tutta l'opposto.

Per gli appassionati dell’epoca e del Commodore 64 ma anche per chi non ha visuto l’era dell’home computer e vuole sperimentare con le funzioni e i giochi delle macchine dell’epoca su App Store sono disponibili diverse app. Qui segnaliamo l’ottimo emulatore Commodore 64 di Manomio per iPhone e iPad e C64 Paint che permette di disegnare su iPhone e iPad con la stessa grafica e gli stessi limiti del Commodore 64.
Commodore 64

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