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L’ex CEO Apple John Sculley: «Meno costi per la sanità americana con il cloud»

John Sculley è stato per dieci anni l’amministratore delegato di Apple. Fu lui che nel 1985, mise in minoranza il co-fondatore della Mela, Steve Jobs, esautorandolo da qualsiasi decisione strategica, costringendolo in pratica a dimettersi dall’azienda che aveva fondato.

Chi ricorda l’Apple dell’epoca Sculley, sa bene che fu un periodo caratterizzato da confusione, con una suddivisione in tanti sottomercati, con Mac che avrebbero dovuto coprire ognuno un target diverso. Una strategia fallimentare che aumentava i costi senza apportare reali vantaggi e che nel 1993 portò il consiglio di amministrazione a ottenere le dimissioni del manager.

Sculley si è occupato di varie cose dopo l’uscita di Apple (ha anche provato a investire in una azienda indiana che produceva smartphone, a creare un dispositivo indossabile) e ora il settantenne dirigente di azienda è a capo di RXAdvance, realtà che descrive come “l’azienda più entusiasmante per la quale abbia mai lavorato dopo Apple”. L’obiettivo? Riformare con la tecnologia la disastrata industria sanitaria statunitense.

Per l’assistenza sanitaria, gli americani pagano più di qualsiasi altro cittadino al mondo; ma nonostante questo, non hanno alcun diritto intrinseco alle cure sanitarie. Metà dei 3.4 trilioni di dollari di spesa, spiega The Next Web, servono per il 5% dei pazienti con malattie croniche, che hanno bisogno di assumere fino a 15 pillole al giorno e sono gestiti da nove diversi prestatori di assistenza sanitaria.

Si genera grande confusione nel settore, inosservanza di regole e si verificano situazioni per le quali medici diversi, prescrivano farmaci con interazioni avverse, con ulteriori costi per l’assistenza sanitaria. L’ultima parte è cruciale e secondo Sculley oltre 350 miliardi di dollari vengono spesi ogni anno per farmaci che potrebbero essere evitati, soldi che potrebbero essere risparmiati con un po’ di buon senso.

“Vogliamo cambiare le modalità di fornire l’assistenza sanitaria” spiega Sculley. L’obiettivo è consentire agli operatori di sanitari di sfruttare un servizio cloud per ridurre i costi senza ridurre le cure. L’idea alla base è sfruttare l’analytics e l’automazione per aiutare i pazienti ad attenersi a terapie sanitare eliminando le inefficienze del sistema degli appalti. La tecnologia dovrebbe contribuire a offrire ai pazienti un miglioramento della qualità della vita, trasferendo i luoghi di cura dagli ospedali alle case. Tutto ciò significherebbe costi minori e migliori condizioni sanitarie.

“L’idea di RXadvance ha a che fare con qualcosa che ho imparato da Bill Gates e Steve Jobs quando sono arrivato alla Apple” dice Sculley; “una notte eravamo seduti da qualche parte nel Mac engineering lab; Gates e Jobs parlavano dei loro ideali, di come avrebbero cambiato il mondo. Una persona alla volta avevano intenzione di aiutare le persone con strumenti per la mente, e avevano intenzione di contribuire a creare l’era della dei lavoratori della conoscenza. E naturalmente sono riusciti nel loro intento, qualcosa che mi ha sempre colpito e non riesco a dimenticare”.

John Sculley già dieci anni addietro era stato coinvolto nel settore dei servizi sanitari e dice che ha sempre visto la possibilità di salvare il non funzionante sistema americano come la sua buona causa. A suo dire si tratta di un problema particolarmente urgente, non essendo possibile per gli USA continuare ad avere un sistema sanitario sostenibile e conveniente con costi che allo stesso tempo continuano a crescere.

“I politici discutono chi deve pagare che cosa. È una questione di ideologia Repubblicana? È una questione di ideologia Democratica? La realtà è che non fa molta differenza. L’assistenza sanitaria sostenibile può essere ottenuta solo procedendo e smantellando le modalità con le quali offriamo l’assistenza in particolare nei confronti dei soggetti più costosi”. Ridurre i costi, spiega ancora Sculley, permetterebbe di avere assicurazioni più economiche. Negli USA, lo ricordiamo, il sistema sanitario si compone di una parte pubblica e di una privata. Esistono due programmi: Medicare, previsto per i cittadini sopra i 65 anni e i disabili di ogni età e il Medicaid per l’assistenza dei meno abbienti. Da questi meccanismi resta ad ogni modo esclusa una larga parte di popolazione che, pur avendo un reddito medio, non riesce a pagare i premi annuali richiesti dalle assicurazioni.

John Sculley
John Sculley

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