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Gli aeroporti tagliano gli investimenti in intelligenza artificiale

Tra gli effetti negativi della pandemia c’è un problema molto ampio con il settore dei trasporti. Dal turismo alla logistica, dagli aeroporti alle crociere navali, tutto il comparto (o bisognerebbe dire, il meta-comparto, perché raccoglie una serie di aree diverse), il colpo economico è stato fortissimo.

Uno dei motivi è ovviamente dato dai costi operativi: il settore trasporti richiede grandi investimenti ma anche un flusso di denaro molto elevato per pagare equipaggi, carburante, manutenzione, leasing degli apparecchi (che hanno un ciclo di vita molto particolare).

Per stare nel solo settore aeroportuale, come diceva un analista anni fa, gli aerei quando non volano perdono soldi, ovvero guadagnano solo quando stanno volando. È la filosofia ad esempio delle compagnie low cost. E ovviamente il “colpo” di questo lungo momento di stasi è stato micidiale per molte di loro. E per gli aeroporti, che quando sono chiusi perdono soldi.inverno ai aeroporti

La ricetta per salvare i costi

Per salvare il salvabile una delle reazioni è stata quella di chiudere tutto, bloccare gli investimenti e tagliare le innovazioni. La conseguenza immediata l’abbiamo vista questa estate, con aeroporti strapieni, compagnie aeree al collasso con poco personale e pochi voli, anche questi strapieni. Ma i problemi si estenderanno ancora di più nei prossimi anni.

Infatti, secondo una ricerca, tra le cose tagliate c’è l’intelligenza artificiale. Ovvero le soluzioni e i brevetti basati sull’uso del computer in maniera innovativa, che è una delle aree critiche per il futuro anche di questo settore e che invece risulta essere disperatamente sottovalutata.

inverno ai aeroporti

Taglio alla ricerca e sviluppo

La ricerca e l’innovazione nel campo dell’intelligenza artificiale nel settore della fornitura di attrezzature aeroportuali, prodotti e servizi è infatti diminuita drasticamente nell’ultimo anno. I dati più recenti mostrano che il numero di domande di brevetto relative all’intelligenza artificiale nel settore aereo si è attestato a 16 nei tre mesi conclusi a giugno, in calo rispetto alle 25 dello stesso periodo del 2021.

Le cifre relative alle concessioni di brevetti legati all’IA hanno seguito un andamento simile a quello delle richieste di brevetto, passate da dieci nei tre mesi conclusi a giugno 2021 a nove nello stesso periodo del 2022.

inverno ai aeroporti

Le ragioni del problema

Le cifre sono state compilate da GlobalData, che tiene traccia dei depositi e delle concessioni di brevetti da parte degli uffici preposti di tutto il mondo. Utilizzando l’analisi testuale e le classificazioni ufficiali dei brevetti, questi vengono raggruppati in aree tematiche chiave e collegati ad aziende chiave in vari settori.

L’IA è una delle aree chiave monitorate da GlobalData. È stata identificata come una forza dirompente che le aziende dovranno affrontare nei prossimi anni ed è una delle aree in cui si prevede che le aziende che investono risorse ora, raccoglieranno i frutti domani. Insomma: chi riesce a innovare ora, domani avrà maggiori possibilità non solo di sopravvivere, ma addirittura di riuscire a crescere.

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Chi innova nel settore

I dati forniscono anche una panoramica dei maggiori innovatori del settore aeroportuale. Westinghouse Air Brake Technologies è stato il primo innovatore AI nel settore della fornitura di attrezzature aeroportuali, prodotti e servizi nell’ultimo trimestre. L’azienda, che ha sede negli Stati Uniti, ha depositato sette brevetti relativi all’IA nei tre mesi conclusi a giugno. Si tratta di un aumento rispetto a uno nello stesso periodo del 2021.

Seguono China Southern Airlines con quattro domande di brevetto AI, Samsung Heavy Industries con sede in Corea del Sud (tre domande, è una delle aziende della gigantesca chaebol che controlla anche la divisione Samsung per telefoni, computer ed elettronica di consumo), infine Uber Technologies con sede negli Stati Uniti (tre domande). Quindi a parimerito con Samsung c’è il braccio tecnologico di Uber (tre domande), seguito dai due grandi spedizionieri americani: FedEx e United Parcel Service (UPS), entrambi con una richiesta a testa.

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In conclusione

Il futuro del trasporto aereo è cruciale per la ripartenza dell’economia. Si vede anche semplicemente uscendo dall’Italia per una breve vacanza o viaggio di lavoro in Europa. Roaming europeo, con dati, telefonate e messaggi sufficienti a muoversi all’estero; accesso a reti di informazione, sistemi di prenotazione, gestione e traduzione; tutto quel che serve per estendere i confini del perimetro di casa, cioè italiano, all’estero.

La perdita di efficienza del settore critico per sfruttare l’innovazione digitale, come quello degli aeroporti, è tragico perché può portare a chiusure e rigidità che potrebbero colpire duramente l’economia nazionale (e internazionale). Chi perde questo treno della trasformazione digitale, insomma, ne pagherà i danni a lungo.

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