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Il guardone 2.0 per spiare usa le videocamere di sorveglianza

Un ex tecnico di una società che produce sistemi di videosorveglianza domestica in Texas ha ammesso di aver spiato diversi clienti, tutte donne. Il fatto si spalma su un arco di quattro anni e mezzo durante i quali l’uomo si sarebbe virtualmente intrufolato all’interno di oltre duecento famiglie «per la sua gratificazione sessuale».

Secondo quanto emerge dal comunicato stampa del Dipartimento di Giustizia il signor Telesforo Aviles, 35 anni, del Texas, avrebbe aggiunto il suo account a quello di tutti quei sistemi di videosorveglianza installati nelle case dove vivevano donne ritenute da lui attraenti con il preciso intento di sbirciarle nella loro intimità. Lo ha fatto a proprio piacimento 9.600 volte, fino a quando non è stato scoperto.

E’ successo quando uno dei clienti ha notato una notifica di accesso da un account email sospetto ed ha denunciato la cosa ad ADT, la società collegata al sistema di videosorveglianza che aveva installato in casa. A quel punto non è stato molto difficile risalire al colpevole, scoprendo poi tutta la rete di contatti che negli anni aveva collegato al proprio account per sbirciarli da remoto ogni qual volta se ne presentava l’occasione.

Bozza automatica

L’orrore delle azioni perpetrate dall’uomo sono in netto contrasto con la facilità con cui è stato in grado di realizzarle – fa notare il Dipartimento di Giustizia. «Tutto quello che doveva fare per ottenere l’accesso alle telecamere installate nelle case era semplicemente aggiungere il suo account a quello dei clienti».

«Siamo grati all’FBI di Dallas e all’ufficio del procuratore degli Stati Uniti per aver ritenuto il signor Aviles responsabile di un crimine federale» dichiara ADT. Ora l’uomo rischia cinque anni di carcere, anche se non è il primo che riesce in un’impresa simile. Ad esempio nel 2019 le telecamere di Ring (di proprietà di Amazon, ndr) sono state violate ripetutamente e la società alla fine ammise che alcuni dei suoi dipendenti avevano effettivamente cercato di dare una sbirciata alle telecamere dei clienti.

In altre parole, queste cose continuano a succedere. Le telecamere connesse a Internet saranno sicuramente sempre più vulnerabili agli attacchi esterni, che si tratti di un malintenzionato o, come in questo caso, di qualcuno della società a cui ci si è affidati.

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