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Bonnier si immagina i periodici digitali del futuro

Ribaltiamo il problema. Come sarà  l’editoria periodica del futuro? Anziché chiedersi sempre come sarà  il tablet. E vediamo quale risposta tenta di dare il gruppo Bonnier. Già  la storia di questa casa editrice multinazionale è abbastanza particolare: nato in Danimarca nel 1804 per la pubblicazione di libri da parte dell’ebreo tedesco Gerhard Bonnier, a partire dalla metà  dell’ottocento ha pubblicato libri e giornali in Svezia, crescendo fino a conquistare svariate altre attività , anche cinematografiche e poi televisive.

Oggi il gruppo Bonnier non è quotato in Borsa, ma viene amministrato dagli eredi della famiglia che, come in un romanzo di Stieg Larsson, è composta da più di 75 persone: dalla vecchissima nonna ai nipotini ancora in fasce, con tanto di giovani cadetti, nuove che studiano pittura e mature signore che cucinano per i raduni familiari. Il gruppo è presente oltre che in Svezia anche in Norvegia, Germania, Francia, Gran Bretagna, Australia e Stati Uniti. Proprio in quel paese nel 2007 Bonnier ha speso 225 milioni di dollari per acquistare dal gruppo Time ben 18 tPopular Science. Nel 2007 il gruppo Bonnier ha fatturato 2,9 miliardi di euro circa, con utili per 253 milioni.

Il centro del progetto per i nuovi periodici è un video realizzato dai laboratori di ricerca di Bonnier. Si tratta di una serie di ipotesi su come potrebbe essere usato uno strumento di quel genere per visualizzare una rivista. E si tratta anche di una accorata difesa dell’idea di giornale-rivista. Infatti, quel che preme di più (e si capisce molto bene dal video) agli editori svedesi è riaffermare la centralità  e la necessità  di un formato come quello del periodico di qualità , con immagini e testo fortemente coordinato, un numero limitato di storie ben circoscritte, per aiutare i lettori a sopravvivere il flusso infinito di informazioni che lo schiaccia ogni giorno tramite la rete: monche, spezzettate, prive di un quadro più ampio in cui essere collocate e grezze o rozze nel modo in cui vengono scritte e illustrate.

Il progetto di ricerca si chiama Mag+, il magazine “aumentato” del futuro, ed è interessante da vedere per tutti gli otto minuti della sua durata.

Mag+ from Bonnier on Vimeo.

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