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Kindle, è molto più verde di qualsiasi libro

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Un aspetto che sta lentamente emergendo nella consapevolezza di chi si occupa più o meno professionalmente di lettori di eBook basati su tecnologie come quella utilizzata da Amazon per il suo Kindle, cioè E-Ink, è che si tratti di oggetti più “verdi” e ambientalmente più responsabili dei buoni vecchi libri. Ma è veramente così? àˆÂ davvero peggio abbattere un albero per stampare un libro che non creare un’industria inquinante per produrre un Kindle e poi alimentarlo per tutto il suo ciclo di vita?

Fino a questo momento risposte non ce n’erano. Adesso ne arriva una, portata dalla ricerca di Cleantech Group, società  di analisi specializzata in tecnologia e ambiente. La battaglia per la supremazia dell’editoria digitale rispetto a quella convenzionale potrebbe avere nel rispetto dell’ambiente e nella preservazione delle materie prime e delle fonti rinnovabili uno degli strumenti definitivi per arrivare a una soluzione.

Ogni anno infatti l’editoria ha un impatto micidiale per quanto riguarda l’ambiente. Nei soli Stati Uniti nel 2008 tra libri e giornali sono stati abbattuti 125 milioni di alberi. Questo in un solo anno. Senza contare tutto quello che c’è intorno: i camion per trasportarli, gli impianti di trasformazione, le rotative, gli impianti di distribuzione e trasporto della carta stampata. Lo smaltimento dei rifiuti. Se si valuta l’intero ciclo di vita dell’industria editoriale nel suo complesso, l’impatto è spaventoso.

Emma Ritch, che ha realizzato il rapporto di studio, sostiene che lettori come Kindle di Amazon e il Reader di Sony (che adesso sta presentando una pletora di nuovi lettori) possono mettere un freno a questo. La vendita di questi apparecchi, che potrebbe arrivare a un primo picco di 14,4 milioni di pezzi nel 2012 (i dati sono ovviamente riferiti al solo mercato USA) dovrebbe infatti sostituire tutta la filiera della carta, con l’impatto negativo su alberi e lo spreco di materie prime e di energia non rinnovabile (ad esempio per trasporto e distribuzione). Ma cosa accade con la produzione dei vari eBook reader? Realizzare un apparecchio elettronico, assemblato per di più in Cina, e con elementi inquinanti e rari nelle sue componenti (il Litio nella batteria, ad esempio) ha un suo impatto. àˆÂ maggiore o minore?

Secondo Ritch, l’impatto è minore ma a condizione che “ogni anno di utilizzo vengano letti l’equivalente di 22,5 libri”, cioè che ogni esemplare del Kindle di turno sostituisca la produzione di questo numero di libri materialmente stampati. Si tratta di una soglia di chilogrammi di Co2 calcolata (in media 168) che deriva dal confronto tra manifattura e distribuzione dei libri e quella dei Kindle più la loro alimentazione e gestione del ciclo di vita.

Il pregio dello studio di Ritch e dei suoi colleghi e di aver applicato la metodologia per il calcolo dell’impatto ambientale all’intera filiera e non al singolo momento della produzione dei beni. Un libro infatti non è composto solo dalla carta su cui viene stampato, ma lascia una “impronta” anche sulla base di come viene movimentato dalla tipografia ai magazzini della distribuzione e da là  alla libreria. Dove il 30% circa viene poi rimandato indietro e ri-distribuito con altri mezzi, aumentando per via del trasporto l’impatto complessivo dell’emissione di Co2.

L’industria degli eBook è ancora nella sua infanzia: vale 112 milioni di dollari in tutto il 2008, contro i 24,3 miliardi di quella del libro (è esclusa l’editoria quotidiana e periodica: giornali e riviste, che vale altrettanto). E i dati sono relativi ai soli Stati Uniti. Nonostante la rapida crescita, circa il 155% all’anno, sono ancora lontani i tempi in cui l’impatto dell’eBook si farà  sentire sull’editoria tradizionale, anche perché, nonostante esistano versioni digitali dei libri venduti in libreria, gli editori non hanno ritoccato le tirature abbassando il numero dei volumi fisici, e quindi l’impatto sull’ambiente degli eBook non è ancora lontanamente cominciato: 22,5 libri all’anno su un Kindle o altri lettori sono solo un gesto di buona volontà  senza nessun effetto immediato.

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