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Coronavirus, il Belgio usa le API di contact tracing di Apple e Google

Anche il Belgio ha la sua app per il tracciamento dei contatti COVID-19, sviluppata grazie alle interfacce di programmazione (API) di Apple e Google.

Il sito NWS spiega che la nuova app è stata annunciata dal primo ministro Sophie Wilmès dopo l’ultimo incontro del consiglio di sicurezza nazionale. L’Iinterfederal Committee Testing & Tracing ha confermato che l’app è stata testata e funziona: “Tecnicamente tutto è operativo”, ha riferito un funzionario. “Dobbiamo solo tenere d’occhio le comunicazioni tra i pazienti e i loro medici curanti”.

L’idea dell’app, alla stregua di Immuni in Italia, è quella di contribuire a prevenire la diffusione del coronavirus, memorizzando in forma anonima la prossimità con altre persone, funzionalità possibile grazie al Bluetooth.

Le API di Apple e Google consentono di tracciare la prossimità nel pieno rispetto della sicurezza e della privacy degli utenti. Poiché il contagio da COVID-19 può avvenire in caso di stretta prossimità con soggetti positivi, gli organi di sanità pubblica hanno stabilito che il tracciamento dei contatti (contact tracing) può rappresentare una valida misura per contenere la diffusione del virus. Molte autorità sanitarie, università e ONG in tutto il mondo hanno compiuto passi importanti nello sviluppo di tecnologie di contact tracing a uso volontario. Apple e Google hanno previsto una soluzione completa che include interfacce di programmazione app (API) e tecnologie a livello di sistema operativo per favorire l’attivazione del tracciamento di prossimità. garantendo sempre la massima protezione della privacy dell’utente (es. cambiano frequentemente e in modo ciclico gli identificativi di ciascun telefono).

Bozza automatica

Quando due utenti di questo tipo di app si trovano reciprocamente vicini, entrambe le app stimano la distanza tra i dispositivi usando la potenza del segnale Bluetooth. Se le app stimano che siano a meno di circa due metri di distanza per un periodo di tempo sufficiente, allora le app si scambiano degli identificativi, registrando l’incontro. Quando un utente di una di queste app viene a sapere che è positivo al coronavirus, altri utenti con i quali siamo stati in contatto possono essere avvisati del potenziale rischio d’infezione (vi rimandiamo al nostro articolo sull’app Immuni per conoscere i dettagli e le funzionalità di salvaguardie per la privacy previste).


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