Il sito Heise dell’omonima casa editrice tedesca nota per diverse riviste di tecnologia che si occupano di informatica professionale, riferisce di una indagine su alcuni hard disk di Seagate venduti come nuovi ma che in realtà sono usati, e che arriverebbero da mining farm cinesi per le criptovalute.
Alcuni utenti riferiscono di avere acquistato a partire da gennaio 2025 dischi rigidi di Seagate pubblicizzati come nuovi ma di avere scoperto che risultavano attivi da oltre 10.000 ore (alcuni anche 15.000, 20.000 ore e in alcuni casi persino 50.000 ore)
“Seagate non vende o distribuisce drive fraudolenti ai rivenditori”, aveva riferito il produttore al sito Tom’s Hardware. “Raccomandiamo ai rivenditori di acquistare drive solo da partner per la distribuzione certificati Seagate per assicurarsi di acquistare e vendere solo drive nuovi o ricertificati in fabbrica da Seagate”.
Non è chiaro come gli HDD usati siano finiti nelle mani degli utenti finali. Seagate nega il coinvolgimento e ora offre uno strumento per verificare se i dischi sono nuovi di zecca o usati.
Da tutto il mondo (Europa, Australia, Thailandia, Giappone) sono emerse centinaia segnalazioni di drive Seagate venduti come nuovi ma usati, la maggior parte di queste unità Seagate Exos destinate a datacenter.
Un parametro noto come S.M.A.R.T. (Self-Monitoring, Analysis and Reporting Technology) consente di monitorare il malfunzionamento dei dischi rigidi meccanici e fornire diversi indicatori di affidabilità ma dati più dettagliati si possono ottenere interrogando (con strumenti ad hoc) i valori FARM (Field-Accessible Reliability Metrics), per scoprire le reali ore di funzionamento.
I rivenditori contro cui ora è stato puntato il dito, hanno risposto in vari modi senza spiegare in dettaglio l’accaduto. Alcuni suggeriscono di mettersi in contatto con loro se si scopre che il drive acquistato non è nuovo, altri che vale in ogni caso la garanzia.
Seagate ha preso le distanze, sottolinea che distribuisce solo drive nuovi, riferisce di avere avviato un’indagine su vasta scala per capire cosa c’è dietro la faccenda e invita gli utenti colpiti dal problema a segnalare i casi all’indirizzo [email protected].
Con ogni probabilità, come accennato, i drive erano stati usati in qualche ex server farm per il mining delle criptovalute, strutture ora chiuse perché non più redditizie e qualcuno avrà pensato di ricavare denaro vendendo come nuovi dischi che, in realtà, sono usati. Come è facile immaginare i dischi usati potrebbero essere meno affidabili rispetto ai nuovi, con componenti nel migliore dei casi usurati o parti danneggiate dall’uso precedente. Per minimizzare questi rischi, è bene acquistare da un venditore affidabile e di fiducia, verificare garanzie e politiche di reso.

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