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iPad: mercato grigio in difficoltà  in Cina, non nei paesi arabi e Russia

In tutti i lanci di iPhone e iPad numerose persone in fila negli USA sono asiatici che acquistano decine e centinaia di unità da spedire in Cina e Hong Kong per la rivendita. Con l’ultimo iPad però le cose sono più difficile: Apple ha esteso i paesi del lancio, ha fornito più pezzi sul mercato mentre gli spedizionieri applicano più tasse e controlli sui dispositivi elettronici. La situazione del mercato grigio e l’importazione parallela dei gadget della Mela per i paesi orientali è al centro di un articolo di Reuters che ha intervistato alcune persone impegnate nelle file del lancio dell’ultimo iPad in USA a scopo di esportazione e rivendita.

Nei tempi d’oro un iPad acquistato a 499 dollari più le tasse statunitensi era rivenduto in Cina o Hong Kong a un prezzo che poteva tranquillamente raggiungere i 1.100 dollari. Questo consistente ricavo poteva essere moltiplicato per centinaia di pezzi: la richiesta e il prezzo erano fatti lievitare dall’assenza di una data di lancio ufficiale e anche dalla scarsità dei pezzi disponibili nei primi giorni. Con l’ultimo iPad però Apple ha rifornito non solo un numero maggiore di paesi per il lancio ma si è anche preparata costruendo un numero maggiore di tablet nei mesi precedenti il lancio. Allo stesso tempo i guadagni e gli spazi di manovra degli importatori paralleli sono stati ristretti dai maggiori controlli delle dogane in Cina che hanno proibito di importare gli iPad provenienti dagli USA oppure richiedono l’applicazione di dazi di importazione superiori sui dispositivi elettronici.

Il risultato di tutto questo è che molti dei professionisti dell’acquisto in grandi quantità si sono ritrovati con il cerino in mano: nessuna possibilità di produrre u profitto considerevole in conseguenza dei tassi doganali e delle procedure mutate e domanda debole, per la larga disponibilità di prodotti acquistabili presso i canali ufficiali. Così, come segnala MacRumors, le code si sono formate… al contrario; nei negozi americani si sta assistendo a un grande numero di persone che si mettono in fila per riportare nei punti vendita gli iPad che non sono riusciti a piazzare con il consueto profitto. Si tratta di persone che si presentano ai banchi degli addetti alle vendite anche con 30 iPad che avevano comprato, presumibilmente in diversi negozi e di cui non sanno più che farsene e cercano di tornare in possesso del denaro investito in un business che, se Apple manterrà anche per il futuro la stessa politica, appare chiuso.

In ogni caso, anche se in Cina e in altri paesi orientali il mercato grigio e l’importazione parallela stanno perdendo significato, il business e i ricavi possibili rimangono consistenti per i paesi arabi e per diverse nazioni dell’Europa dell’Est. Per la maggior parte di queste nazioni Apple non ha ancora fornito una data di disponibilità ufficiale così che nelle file registrate nei due Apple Store di Parigi per il lancio dell’ultimo iPad a cui Macitynet ha partecipato, erano presenti in gran numero cittadini arabi intenzionati a portare gli iPad a Dubai, in Russia e altri paesi minori dei balcani e dell’ex Unione Sovietica. Questi “commercianti” hanno affrontato la fila più e più volte per acquistare 2 nuovi iPad alla volta, mettendo insieme decine di iPad che hanno poi rivenduto con un consistente ricarico sfruttando il fatto che alcune nazioni per ora non sono nella lista del programma di lancio di iPad 3.

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