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iPhone, ecco come funzionano le applicazioni in background

Chi ha utilizzato un palmare Pocket PC oppure anche uno smartphone Windows Mobile, Symbian e BlackBerry, anche se in misura inferiore, conosce perfettamente il problema. A causa delle numerose funzioni e dei vari programmi disponibili su questi dispositivi alla fine il sistema diventa lentissimo, costringendo così l’utente a utilizzare utility di sistema oppure di terze parti che permettono di riconoscere e chiudere i software che funzionano in sottofondo.

Nel caso dei sistemi Pocket PC e Windows Mobile l’applicativo in questione si chiama Task Manager. Oltre a richiedere una competenza particolare nella gestione del proprio smartphone, gi applicativi in esecuzione spesso vengono indicati con nomi abbreviati e a volte anche diversi dal nome ufficiale del programma, i problemi insorgono comunque quando l’utente non si ricorda di “pulire” il sistema: nel frattempo infatti lo smartphone ha già  consumato risorse di calcolo e soprattutto batteria.

Tutti questi inconvenienti sono risolti dalla scelta drastica di Cupertino che impedisce a qualsiasi programma di terze parti di funzionare in background. In pratica quando l’utente esce da un software per utilizzarne un altro, il primo si chiude completamente, mentre tutte le risorse di sistema rimangono a disposizione del secondo che, in questo modo, funziona fluidamente e senza rallentamenti. Dopo qualche mese di utilizzo della prima generazione di iPhone, Macity nei panni di un utente “comune” conferma che la scelta di Apple è quella migliore. L’esperienza di utilizzo è sempre ai massimi livelli e così anche prestazioni, velocità  di esecuzione e infine durata della batteria e autonomia.

Diversa invece l’opinione di un buon numero di sviluppatori che desidererebbe sfruttare le potenzialità  di iPhone per applicazioni particolari che invece richiedono il funzionamento in contemporanea di più funzioni. Pensiamo per esempio a un software per la gestione della messaggistica istantanea: gran parte dell’utilità  di simili applicativi risiede nel fatto di essere sempre raggiungibili da colleghi e amici, mentre siamo impegnati a lavorare o fare altro. Per questo tipo di programmi, sempre dal punto di vista dello sviluppatore, Apple dovrebbe permettere l’esecuzione in background.

La risoluzione al problema è stata annunciata ieri durante il keynote di Steve Jobs in cui è intervenuto Scott Forstall, Senior Vice President iPhone Software. Dopo aver evidenziato i problemi cui si va incontro consentendo il funzionamento in background degli applicativi, portando come esempio proprio il Task Manager di Windows Mobile, il dirigente Apple ha annunciato la soluzione adottata da Cupertino.

Grazie al nuovo Firmware 2.0 iPhone disporrà  di un collegamento persistente ai server di Apple che a loro volta saranno in comunicazione costante con i server degli sviluppatori. Grazie a un sistema di notificazione push i server Apple possono inviare dati verso iPhone in qualsiasi momento. Sfruttando questo meccanismo nel caso di un programma per la messaggistica istantanea, l’utente riceverà  la notifica di un nuovo messaggio o di un contatto ora presente online, anche quando il programma di chat è completamente chiuso e non funzionante. La soluzione adottata da Cupertino risolve diversi problemi legati al multitasking, in pratica rendendo in grado di ricevere dati anche quando il software non è in funzione, ma in questo modo non risolte tutti gli inconvenienti.

Pensiamo per esempio all’esecuzione di software Java all’interno di una macchina virtuale oppure ai plug-in aggiuntivi disponibili in quantità  per programmi sullo stile di Firefox. L’esecuzione in contemporanea è ancora impossibile su iPhone e così una buona parte di software complessi rimane tagliata fuori dallo smartphone della Mela, questo almeno fino a oggi. Infine vale la pena notare che mentre gli sviluppatori potranno cimentarsi nell’utilizzo della nuova funzione di notifiche push per iPhone a partire dalla nuova SDK in arrivo a luglio, i servizi dei server Apple partiranno solamente uno o due mesi dopo, quindi da settembre in poi.

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