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L’anti tracciamento di Apple è un disastro secondo uno studio

La funzione di trasparenza sul tracciamento delle app introdotta da Apple è un disastro. Secondo uno studio infatti, per come è concepita allo stato attuale, non sarebbe in grado di mantenere le promesse, offrendo di conseguenza un falso senso di sicurezza. La funzione antitracciamento di Apple è presente a partire da iOS 14.5 e costringe gli sviluppatori a chiedere agli utenti che avviano per la prima volta le app aggiornate se desiderano consentire all’applicazione di tenere traccia delle attività che vengono svolte al suo interno. Secondo quanto emerso dallo studio in questione, indipendentemente dalla scelta dell’utente, i cambiamenti sarebbero minimi se non del tutto assenti.

I ricercatori sostengono di aver analizzato le prime dieci applicazioni presenti sull’App Store per cinque mesi, cercando di capire se negando il consenso al tracciamento viene effettivamente interrotto. Da questa indagine è emerso che «utilizzando l’app open source Lockdown Privacy e a seguito di test manuali, non c’è alcuna differenza nel numero di tracker di terze parti attivi tra chi consente il tracciamento e chi lo nega, con un impatto minimo sul numero totale di tentativi di connessione per il monitoraggio nei confronti di questi ultimi» si legge nel rapporto pubblicato a fine settembre.

«Possiamo inoltre confermare che i dati personali e i dettagli relativi al dispositivo vengono inviati ai tracker in quasi tutti i casi: la funzione anti-tracciamento di Apple è sostanzialmente inutile perché non interrompe il monitoraggio neppure quando gli utenti dicono esplicitamente di no».

tracciamento app apple

Apple ha già diffuso la sua opinione attraverso un portavoce, il quale sostiene che «l’azienda ritiene che il monitoraggio dovrebbe essere trasparente e sotto controllo per gli utenti: se Apple dovesse scoprire che uno sviluppatore non sta onorando la scelta dell’utente, a quel punto lavorerà con lo sviluppatore per risolvere il problema o, in caso contrario, sarà sua premura rimuoverlo dall’App Store».

Tuttavia questo potrebbe non bastare non soltanto perché richiederebbe uno sforzo incredibile da parte di Apple, che dovrebbe monitorare costantemente milioni di applicazioni nuove e aggiornate ogni giorno, ma anche perché, come sostengono i ricercatori, questa funzione allo stato attuale può risultare effettivamente pericolosa perché offre agli utenti un falso senso di sicurezza: scegliendo il “No” infatti potrebbero pensare che a quel punto la loro privacy è protetta, mentre come l’indagine dimostrerebbe, così non è.

Il difetto di tale funzione risiede infatti nel “sistema d’onore” associato, in quanto spetta soltanto agli sviluppatori essere onesti: il problema è che se questi si accorgono che gli altri sviluppatori mentono, di conseguenza potrebbero non essere incentivati a fare diversamente, vanificando completamente il senso di questo sistema di sicurezza.

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