Dopo, anzi prima, degli Mp3 senza diritti, aumenti sul prezzo delle musica in affitto. Ecco la decisione assunta da Napster contestualmente al lancio (previsto in primavera) di vendita di musica senza Drm. Un aumento del costo di abbonamento di quello che, un tempo, era il principale concorrente di iTunes, è stato annunciato dalla stessa società californiana.
Importante il salto verso l’alto dei costi: +30%, ovvero da 9,95 a 12,95$ al mese. Paganto questa cifra si possono scaricare, come noto, tutte le canzoni che si vogliono, almeno fino a quando si paga l’abbonamento. Una volta sospeso il canone no è più possibile ascoltare la musica.
Napster, nonostante il marchio (decisamente popolare) e il fatto che è stata tra i pionieri della musica on line, continua a dibattersi in significative difficoltà . Il bilancio non decolla e attualmente i profitti maggiori arrivano da accordi con le università (che hanno abbonamenti a prezzi ridotti) e dalla vendita delle suonerie dei cellulari; recentemente Napster, intorno a cui turbinano anche voci di cessione del business, ha anche denunciato un calo nel numero degli abbonamenti, il che è sicuramente preoccupante in un settore, quello della musica on line, che è in costante crescita. I vertici della società replicano alle critiche degli attuali clienti che si tratta del primo aumento di prezzi in quattro anni e offre agli attuali abbonati un altro anno di servizio al vecchio prezzo.