Telegram si propone da sempre come una piattaforma di messaggistica super blindata e Pavel Durov, fondatore e CEO della società, ha sempre difeso a spada tratta il suo servizio, con commenti e dichiarazioni al vetriolo su concorrenti e colossi hi-tech che a suo giudizio non rispettano al 100% la privacy degli utenti: questa volta Durov prende di mira iCloud etichettandolo come «Strumento di sorveglianza».
La dichiarazione di Durov parte dal report emerso negli scorsi giorni secondo il quale Apple avrebbe abbandonato il progetto per introdurre la crittografia end to end nei backup iCloud in seguito a reclami e pressioni da parte dell’FBI. In breve anche dati e servizi che impiegano la crittografia end to end, il massimo livello di privacy e sicurezza oggi possibile, diventano accessibili a terzi e forze dell’ordine quando viene effettuato un backup iCloud, così come per esempio avviene per i messaggi scambiati con iMessage ma non solo, come rileva Durov.

Da qui si scatenano sia la protesta che le dichiarazioni del Ceo di Telegram, secondo Pavel Durov Apple «iCloud è ora ufficialmente uno strumento di sorveglianza. Le app che fanno affidamento su di esso per archiviare i tuoi messaggi privati (come WhatsApp) fanno parte del problema», come pubblicato negli scorsi giorni in un suo post su Telegram.
Come noto non è la prima volta che Durov si scaglia duramente contro WhatsApp, suo principale concorrente diretto, colpevole di non tutelare a sufficienza privacy e dati degli utenti, questo a sopratutto e a maggior ragione da quando WhatsApp è stata acquistata da Facebook.

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