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Regno Unito, gli operatori di rete contro la funzonalità relay privato iCloud

Un gruppo di operatori di telefonia del Regno Unito ha formalmente esortato la Competition and Markets Authority (CMA, l’Autorità garante della concorrenza e dei mercati) a regolamentare la funzionalità relay privato iCloud, affermando che il servizio di Apple pensato per proteggere la privacy dell’utente mentre si naviga sul web in Safari, è potenzialmente dannoso per gli utenti, paventando addirittura una minaccia alla sicurezza nazionale.

Nella risposta all’Interim Report della CMA sull’ecosistema mobile,  Mobile UK – associazione di categoria degli operatori di telefonia mobile britannici che include EE, Virgin Media O2, Tre e Vodafone – solleva timori sul fatto che la funzionalità iCloud‌ Private Relay potrebbe avere un impatto negativo sugli utenti in termini di esperienza d’uso, sicurezza e regole di concorrenza.

iCloud‌‌ Private Relay è un servizio attivabile in iOS 15 a scopo di sicurezza, offerto come parte dell’abbonamento ad iCloud+ e che aiuta a proteggere la privacy quando si naviga sul web in Safari; quando questo è attivo, le richieste degli utenti vengono inviate tramite due internet relay sicuri e separati. Il proprio indirizzo IP è visibile al provider di rete e al primo relay, che è gestito da Apple.

Dal punto di vista tecnico, i record DNS vengono codificati, in modo che nessuno possa vedere l’indirizzo del sito web a cui cerchiamo di accedere. Il secondo relay, gestito da un fornitore di contenuti di terze parti, genera un indirizzo IP temporaneo, decodifica il nome del sito web e connette l’utente al sito. Tutto questo – sottolinea Apple – avviene secondo i più recenti standard di internet, in modo da mantenere prestazioni di navigazione elevate e proteggere al contempo la privacy.

Bozza automatica

L’associazione Mobile UK, facendo seguito a lamentele di Microsoft – afferma che il servizio di private relay di Apple possa ad ogni modo avere effetti collaterali indesiderati per gli utenti. “Private Relay condiziona gli utenti con modalità di funzionamento che vanno al di là del semplice livello di privacy desiderato dall’utente”, afferma l’associazione, spiegando ad esempio che gli utenti Apple avrebbero subìto “una peggiore esperienza nella navigazione”, con la funzione attiva, costringendo molti ad abbandonare Safari rivolgendosi all’App Store dove “Apple può guadagnare con le commissioni”.

Mobile UK afferma(PDF)  che il private relay di Apple impedisce ai provider di comprendere “l’andamento della domanda tra le reti mobile”, riducendo la loro “capacità di individuare efficacemente problematiche dei clienti”.

Ancora, a loro dire Private Relay, comprometterebbe protezioni quali “il filtraggio dei contenuti, contro il malware, protezioni anti-scamming e anti-phishing” offerte dai provider, e il servizio di Apple è presentato come una minaccia alla sicurezza nazionale, giacché il suo impatto pregiudicherebbe tecniche di “insight” nell’ambito dei poteri di vigilanza del governo, con implicazioni per le forze dell’ordine  nei confronti di “terrorismo, criminalità organizzata, abusi sessuali su minori, sfruttamento”.

Secondo Mobile UK, il servizio private Relay permette a Apple di “fare leva sul suo considerevole potere in molte aree del mercato”, “consolidando ulteriormente la sua posizione”. Il Private Relay impedirebbe ai provider di analizzare il traffico di rete per sviluppare browser mobile competitivi in futuro, così come altri servizi in diretta competizione con quelli offerti da Apple.

Apple ha recentemente risposto dettagliatamente all’organismo britannico di controllo della concorrenza, accusando quest’ultimo di volere imporre scelte che potrebbero obbligarla a ridisegnare l’iPhone.

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