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WhatsApp posticipa di tre mesi le nuove norme sulla privacy

WhatsApp ha annunciato che ritarderà le nuove controverse e confusionarie policy sulla privacy. Le nuove sono state posticipate al 15 maggio, concedendo in pratica tre mesi in più agli utenti per rivederle e accettarle.

L’annuncio fa seguito alle varie critiche seguite dopo l’aggiornamento dell’informativa sulla privacy dell’app con la fuga dal servizio verso app rivali come Signal e Telegram (quest’ultima app di messaggistica ha segnalato pochi giorni addietro di avere superato i 500 milioni di utenti attivi, 25 milioni di utenti in più sole nelle ultime 72 ore).

La decisione è legata ai dubbi che sono nati rifererisce WhatsApp ribadendo che “l’ultimo aggiornamento non cambia nulla”. L’app “si fonda su un concetto semplice: tutto ciò che condividi con familiari e amici rimane tra voi. Questo significa che continueremo a proteggere le tue conversazioni personali con la crittografia end-to-end”, spiega l’azienda. L’ultimo aggiornamento “non cambia nulla di tutto questo” ma include “nuove opzioni facoltative che consentono agli utenti lo scambio di messaggi con le aziende che usano WhatsApp e offrono maggiore trasparenza sulle nostre modalità di raccolta e utilizzo dei dati. Con questo aggiornamento non aumenta la nostra capacità di condividere le informazioni con Facebook”.

Un bug in WhatsApp ha permesso di rubare file e messaggi inviando immagini GIF

Il nostro Garante privacy è pochi giorni addietro intervenuto per l’informativa agli utenti poco chiara. “Il messaggio con il quale Whatsapp ha avvertito i propri utenti degli aggiornamenti che verranno apportati, dall’8 febbraio, nei termini di servizio – in particolare riguardo alla condivisione dei dati con altre società del gruppo – e la stessa informativa sul trattamento che verrà fatto dei loro dati personali, sono poco chiari e intelligibili e devono essere valutati attentamente alla luce della disciplina in materia di privacy”, ha riferito l’Autorità. La queastione è stata portata all’attenzione dell’Edpb, il Board che riunisce le Autorità privacy europee.

Il Garante ritiene che dai termini di servizio e dalla nuova informativa non sia possibile, per gli utenti, evincere quali siano le modifiche introdotte, né comprendere chiaramente quali trattamenti di dati saranno in concreto effettuati dal servizio di messaggistica dopo l’8 febbraio. “Tale informativa non appare pertanto idonea a consentire agli utenti di Whatsapp la manifestazione di una volontà libera e consapevole”, scrive il Garante, riservandosi di intervenire, in via d’urgenza, per tutelare gli utenti italiani e far rispettare la disciplina in materia di protezione dei dati personali.

Facecbook (società che è proprietaria di WhatsApp), ha recentemente aggiornato “Accedi alle tue informazioni”, la sezione dell’app che consente di visualizzare le proprie informazioni per categoria, elencando in modo dettagliato in che modo le informazioni in questione vengono usate dal social.

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