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Apple vuol fregare il tracciamento di Google e Facebook

Aziende come Facebook e moltissime altre monitorano quotidianamente la cronologia di navigazione dell’utente al fine di mostrare pubblicità mirate. Safari di Apple e Firefox di Mozilla sono due browser che offrono protezione antitracciamento predefinita permettendo agli utenti di scegliere su quali siti vogliono impedire il tracciamento (per esempio i siti di e-commerce) e su quali invece lo accettano.

La nuova protezione sarà integrata di serie in Safari con iOS 12 e macOS Mojave ed è già offerta da Firefox per iOS. Apple ha spiegato che Safari non permette ai pulsanti di condivisione e ai widget dei commenti sulle pagine web di tenere traccia dell’attività dell’utente senza il suo consenso. In più, impedisce agli inserzionisti di acquisire le caratteristiche distintive del dispositivo, così non possono identificarlo né mostrare pubblicità mirate quando navighiamo sul web.

Queste funzionalità di protezione non sono perfette, ha spiegato ad Associated Press Will Strafach, esperto in sicurezza mobile, ma una protezione imperfetta è meglio rispetto al non avere protezione. I cookie (file di piccole dimensioni memorizzati nel browser, che permettono di raccogliere dati e personalizzare l’esperienza degli utenti, ad esempio per ricordare gli elementi inseriti in una carrello per gli acquisti, ma non ancora acquistati) e altri meccanismi di tracking possono essere sfruttati dalle aziende per capire i siti visitati dagli utenti man mano che questi si spostano da un sito all’altro. È in pratica possibile creare un “profilo digitale”, comprendere gli interessi, i beni acquistati, i marchi di nostro gradimento, ecc.

Da test effettuati da Apple, in alcuni siti sono stati individuati fino a 70 tracker, la maggiorparte  dei quali collegati a Facebook e Google, aziende che – si stima – controllano il 57% del digital advertising, un mercato da 107 miliardi di dollari.

Craig Federighi, Senior Vice President Software Engineering di Apple, spiega la funzione Intelligent Tracking Prevention che aiuta a impedire ai pulsanti “Mi piace” o “Condividi” dei social media e ai widget di commento di tracciare gli utenti senza la loro autorizzazione. Foto: Rob Pegoraro / The Parallax
Craig Federighi, Senior Vice President Software Engineering di Apple, spiega la funzione Intelligent Tracking Prevention che aiuta a impedire ai pulsanti “Mi piace” o “Condividi” dei social media e ai widget di commento di tracciare gli utenti senza la loro autorizzazione. Foto: Rob Pegoraro / The Parallax

Safari cerca di capire automaticamente quali sono i cookie utili e quelli creati al solo scopo di tracciare gli utenti. Apple spiega che i cookie possono essere presenti in “luoghi” della rete inaspettati, come ad esempio siti che mostrano semplici pulsanti “Mi piace” e “condividi”. Con Safari, i cookie in questione sono bloccati fino a quando l’utente non fa esplicitamente click su questi pulsanti; anche facendo click in ogni caso all’utente è richiesto il permesso per acconsentire al tracciamento. Non approvando il permesso, il “like” non viene registrato.

Apple ha anche sviluppato una tecnica usata da alcuni siti per identificare ugualmente le persone che cancellano i cookie dai loro browser: un meccanismo di “fingerprinting” che consente di identificare un dispositivo/computer in base ad alcune caratteristiche (es. browser e font installati). Safari ora limita la possibilità di accedere a questi dati. Mozilla, come accennato, ha attivato la protezione antitracciamento con Firefox per iOS. La Protezione antitracciamento sfrutta la stessa tecnologia blocca-pubblicità di Firefox Focus per Android e iOS, Firefox per desktop e Firefox per Android. Anche nel browser desktop è disponibile la funzione per la gestione dei cookie che permette agli utenti di gestire la visibilità dei propri dati e decidere quali cookie bloccare: da tutti i siti, solo i cookie di terze parti, oppure nessun blocco. In Firefox La configurazione di questa funzione è disponibile in Impostazioni – Privacy e sicurezza – Cookie e dati dei siti web.

Per quanto riguarda Facebook, Mozilla offre per la versione desktop di Firefox un add-on opzionale denominato Facebook Container, pensato specificatamente per impedire al social di tracciare la maggior parte delle attività sul web. Una volta attivata questa estensione, visitando una pagina di Facebook, questa verrà aperta in una scheda contrassegnata da una riga blu. Sarà possibile continuare a usare Facebook esattamente come prima, continueremo a ricevere annunci pubblicitari e raccomandazioni da Facebook mentre ci troviamo sulla pagina, ma secondo Mozilla sarà più difficile che le attività svolte fuori da Facebook vengano usate per generare annunci pubblicitari o messaggi mirati.

Chi si occupa di pubblicità non è ovviamente contento dei blocchi integrati in Firefox e Safari. Dennis Buchheim, dirigente di Interactive Advertising Bureau spiega che gli annunci sono importanti per continuare a dare la possibilità di offrire servizi gratuiti. Senza cookie, i siti web sono semplicemente pagati meno, spiega Jed Williams, chief innovation officer di Local Media Association, associazione che raggruppa vari editori. Mozilla ha in altre occasioni spiegato che rispettare la privacy dell’utente e lasciargli la facoltà di decidere quali informazioni condividere è un principio fondamentale. Oggi più che mai i consumatori stessi pretendono questa trasparenza dalle aziende con cui condividono i loro dati personali.

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