In un mercato, quello degli e-reader, dominato da modelli tradizionali con display monocromatici e funzionalità piuttosto standard, il Bigme B7 arriva con l’ambizione di rivoluzionare il modo in cui leggiamo, scriviamo e lavoriamo su dispositivi a inchiostro elettronico.
Questo tablet da 7 pollici unisce un display e-ink a colori di ultima generazione con un sistema operativo Android completo, accesso al Google Play Store, connettività 4G e funzioni vocali integrate, creando un prodotto ibrido che strizza l’occhio sia agli amanti della lettura digitale sia ai professionisti in movimento.
Va oltre la semplice lettura di eBook datosi che permette anche di prendere appunti con lo stilo, gestire documenti, navigare sul web e persino effettuare chiamate vocali senza dipendere da uno smartphone.
Una promessa ambiziosa, certo, ma come si comporta nella vita di tutti i giorni? Il display e-ink a colori è una novità recente per questa tecnologia, anche se con qualche limite, mentre l’hardware e il software Android offrono una versatilità raramente vista in questa categoria.
Dopo averlo messo sotto torchio vi diciamo quali sono i punti di forza di questo dispositivo, ma anche le sue imperfezioni, perché nessun prodotto è perfetto e il Bigme B7, pur con qualche compromesso, rappresenta uno degli esperimenti più interessanti nel panorama degli e-reader e dei tablet e-ink.
Com’è fatto: essenziale ma solido
Il Bigme B7 si presenta con un’estetica minimalista e sobria, in linea con la tradizione degli e-reader. Lo chassis è realizzato in plastica con una buona finitura opaca, risultando così abbastanza leggero (circa 280 grammi).
La cornice è piatta, come quella degli iPhone degli ultimi anni, risultando davvero comodo da tenere in mano anche nelle lunghe sessioni di lettura o scrittura. In più lo schermo non è incassato, il che facilita l’utilizzo della stilo.
Nella parte posteriore troviamo una fotocamera da 5 MP con flash LED (utile per la scansione documenti ma non abbastanza buona per foto ricordo, ve lo spieghiamo meglio più avanti), mentre i bordi ospitano il pulsante di accensione, un bilanciere del volume che volendo si può personalizzare anche per lo scorrimento delle pagine, lo slot SIM/microSD e una porta USB-C.
Nonostante non sia costruito con materiali premium, l’assemblaggio è buono e il feeling complessivo è più da mini-tablet che da e-reader.
Display Kaleido 3, la magia (limitata) del colore
Il cuore di questo dispositivo è il display da 7 pollici con tecnologia e-ink Kaleido 3, che supporta fino a 4.096 colori. La risoluzione è elevata in bianco e nero (1.264 x 1.680 a 300 ppi), ma cala nella resa a colori (632 x 840 a 150 ppi).
Per testi e documenti monocromatici la leggibilità è eccellente, con contrasti netti e zero affaticamento visivo. Per immagini, PDF e fumetti, la resa cromatica è invece accettabile.
Sì, perché i colori sono opachi e desaturati, e il refresh è inevitabilmente più lento rispetto a display LCD o OLED. Tuttavia, rispetto ai pannelli Kaleido precedenti, si nota un miglioramento nella saturazione e nella nitidezza, soprattutto se si disattiva la luce frontale.
A proposito: la luce frontale è regolabile su più livelli, sia in intensità sia nella temperatura colore (fredda/calda), il che rende la lettura serale più confortevole.
Disattivarla è possibile, ma ha senso soltanto se c’è una forte luce solare, quindi all’aperto o vicino a una finestra. In tutti gli altri contesti purtroppo non se ne può fare a meno perché lo strato aggiuntivo per i pigmenti colorati riduce (e di molto) la lucentezza dello schermo. Il bianco a cui ci hanno abituato i Kindle e gli altri e-reader monocromatici è in realtà un grigio scuro di difficile lettura anche di giorno seduti sul divano.
Dove non soddisfa è nella riproduzione dei video: per questi c’è un’apposita modalità che ridure drasticamente i temi di refresh e la fluidità risulta comunque molto buona, ma i colori pastello non offrono certo la resa migliore, specie per occhi che ormai da anni sono abituati alla spettacolarità dei televisori OLED in 4K.
La sorpresa nelle prestazioni
Sotto la scocca troviamo un processore octa-core a 2.3 GHz, affiancato da 8 GB di RAM e 128 GB di capacità (espandibili tramite microSD). Specifiche che superano abbondantemente qualsiasi Kindle o Kobo sul mercato e che permettono al B7 di comportarsi come un vero tablet Android.
Il sistema risulta reattivo, le app si aprono velocemente e il multitasking è possibile (fino a due applicazioni in split-screen). Naturalmente, l’esperienza è condizionata dalla natura del display e-ink: i tempi di refresh restano più lenti rispetto a un tablet tradizionale, ma Bigme ha integrato diverse modalità di aggiornamento dello schermo (normale, veloce, ultra veloce) per bilanciare qualità e reattività a seconda delle esigenze.
Usare browser come Brave e Firefox, leggere mail dall’app di Gmail, accedere ai documenti su Google Drive o persino chattare su Telegram e Whatsapp è del tutto fattibile. Non è un dispositivo pensato per video o giochi, ma come strumento di produttività leggera si difende davvero bene.
Android, e la libertà del Play Store
Ma la vera killer-feature del Bigme B7 arriva adesso: ovvero Android 14 a bordo, aggiornabile ad Android 15. Non una versione limitata come su alcuni e-reader cinesi o polacchi (ve lo ricordate inkBOOK Prime?) ma un sistema completo, con accesso al Play Store certificato da Google.
Si possono quindi installare Kindle, Kobo, ReadEra, Google Docs, Evernote, Notion e perfino applicazioni per scrittura a mano come Nebo. Funzionano tutte senza problemi, il che rende questo dispositivo davvero aperto e flessibile.
L’interfaccia messa a punto da Bigme ovviamente è personalizzata per questo schermo, con un launcher che include scorciatoie per scrittura, lettura, navigazione, scansione documenti e gestione file.
Non tutto è localizzato in italiano, anzi per qualche applicazione è consigliabile scegliere la lingua inglese che è tradotta meglio (almeno così è nella versione del firmware che abbiamo provato noi, la numero 2.6.0 di fine agosto).
Per gli smanettoni c’è spazio anche per il debloating, una manovra che consigliamo a chi desidera personalizzare a fondo il dispositivo andando a rimuovere tutte quelle applicazioni cinesi che sono in parte inutili e inutilizzabili alle nostre latitudini.
Scrittura e produttività con lo stilo
Incluso nella confezione troviamo uno stilo con 4.096 livelli di pressione, ricaricabile via wireless. La precisione è molto buona e l’esperienza di scrittura ricorda quella su Remarkable o Onyx Boox. L’app preinstallata per prendere appunti è molto buona e supporta colori, livelli, annotazioni vocali, OCR e salvataggio in PDF.
Si può anche scrivere su documenti esistenti, fare markup di ePub o PDF, e sincronizzare il tutto con i servizi cloud. Il palm rejection è buono, anche se qualche tocco involontario sulla UI può ancora capitare.
Da segnalare anche un piccolo difetto di ghosting quando si lavora molto sulla stessa schermata: soprattutto dopo una cancellatura può restare impressa una traccia del vecchio segno, e in situazioni come queste ci viene in aiuto una gesture attiva di default (strisciando il dito verso l’alto partendo dall’angolo in basso a destra) che permette di forzare un refresh manuale dello schermo cancellando al volo i vecchi residui rimasti impressi sullo schermo.
Lato professionale comunque il supporto a tastiere Bluetooth apre anche a scenari come scrittura offline, correzione di bozze, e-mail su schermo anti-riflesso. Data la versatilità offerta dal sistema Android, per scrittori, studenti e creativi potrebbe quindi essere un dispositivo particolarmente interessante.
Connettività 4G
Come dicevamo sul Bigme B7 c’è uno slot SIM 4G con supporto dati e perfino chiamate vocali. Ovviamente non è un sostituto di uno smartphone, ma avere una connessione mobile sempre attiva per sincronizzazioni cloud, navigazione, messaggistica e download app è molto comodo.
Inoltre, la presenza del microfono e dello speaker permette anche di usare assistenti vocali, dettatura (funziona bene con Gboard), traduzioni simultanee e registrazioni audio.
Secondo noi per le telefonate può avere senso soltanto se si collegano un paio di auricolari wireless, perché la posizione del microfono e dell’altoparlante non permettono di usarlo poggiandolo all’orecchio come si farebbe con un telefonino, e anche in vivavoce il volume massimo non è sufficientemente potente per poter sovrastare il rumore di fondo se lo si usa in mezzo al traffico della città.
Fotocamera e scansione
La fotocamera posteriore da 5 MP, con flash LED, può sembrare superflua, ma è invece ben integrata nel sistema. Serve principalmente per scansionare documenti e quindi anche importare contenuti cartacei in PDF, oppure per attivare le funzioni di traduzione testo da immagine.
Per chi quotidianamente lavora in digitale su documenti importati dalla carta è uno strumento eccellente perché permette di saltare il trasferimento dei file da un altro dispositivo lavorando direttamente qui, per altro su uno schermo che non stanca la vista e attraverso un’applicazione che come dicevamo è ben strutturata per quanto riguarda l’aggiunta di note e sottolineature tramite uno stilo di precisione.
Lasciate invece perdere la fotocamera per le foto ricordo perché la qualità è ai livelli dei primi smartphone di dieci o quindici anni fa. Non nasce per questo scopo.
Batteria e autonomia
Questo dispositivo incorpora poi una batteria da 3.000 mAh che può sembrare poca, ma è in linea con l’efficienza dei display e-ink. In modalità lettura offline, con luce frontale moderata, l’autonomia può arrivare tranquillamente a una settimana.
Con Wi-Fi o 4G attivo e uso frequente di app Android invece stando alle nostre prove si scende a 1-2 giorni di autonomia complessiva. In questo senso ci è piaciuta molto la possibilità di attivare l’opzione che mette automaticamente tutto in standby quando si blocca lo schermo, così si risparmia parecchia energia.
E a proposito di ricarica: in un’ora, partendo da zero, si raggiunge l’80%, mentre per il 100% serve quasi un’altra ora di ricarica.
Conclusioni
Bigme B7 è uno di quei dispositivi che non ti aspetti: un piccolo tablet e-ink a colori, con Android, stilo, 4G e funzioni vocali. Non è perfetto perché la resa dei colori è ancora limitata, l’interfaccia ha qualche imprecisione e le dimensioni non sono ideali per tutti i tipi di contenuti, ma è un prodotto coraggioso, completo e originale.
Per chi cerca un e-reader avanzato, capace di prendere appunti, leggere, lavorare e restare connesso, allora è una proposta audace che merita attenzione. Non si limita alla semplice lettura di libri e documenti come un Kindle tradizionale: il sistema Android 14 con Play Store ufficiale infatti apre le porte alla navigazione web, all’uso di app di produttività, social e cloud trasformandolo in uno strumento completo per studiare, organizzarsi e comunicare.
Non è per tutti, ma chi cerca un’alternativa al classico tablet, con i vantaggi dell’inchiostro elettronico, troverà qui un compagno versatile e sorprendentemente capace.
Pro
- Schermo e-ink a colori (Kaleido 3)
- Android 14/15 con Play Store
- Stilo inclusa
- Connettività 4G + chiamate
- Ottimo per scrittura e lettura
Contro
- Colori poco brillanti
- Display piccolo per PDF
- Interfaccia non del tutto rifinita
- Prezzo non bassissimo
Prezzo e disponibilità
Bigme B7 costa 299 $, in Italia 309,99 € ed è in vendita anche su Amazon.
C’è anche la custodia, in un accattivante blu polvere, che va acquistata a parte (costa 29 $ ma al momento su Amazon non è ancora arrivata).
La costruzione è ottima, con un rivestimento simil-pelle davvero piacevole al tatto. L’intera superficie è magnetica: l’aderenza al retro del tablet è salda, mentre la copertina – che funziona anche da pratico sistema per bloccare e riattivare lo schermo – può essere ripiegata per sorreggere il dispositivo in orizzontale. Tuttavia in questa configurazione la forza magnetica non è sufficiente a mantenerlo stabile. Un vero peccato.


















































