“Siamo tornati ai livelli del 1995, prima degli eccessi delle “dot com”, prima del boom delle telecomunicazioni”. Così ha commentato il nuovo taglio occupazionale che la sua azienda si appresta ad apportare il presidente di Motorola, Christopher Galvin.
Il numero di dipendenti licenziati dalla società delle alette e il conseguente ridimensionamento è uno dei più impressionanti dell’intera industria dell’IT. Gli un tempo 150.000 lavoratori sparsi in diversi stabilimenti ai quattro punti del globo sono ora diventati solo 93.000, una riduzione di un terzo che giungerà a compimento nel corso delle prossime settimane quando verranno estromessi altri 7000 dipendenti.
Oltre a licenziare lavoratori Motorola dovrà anche subire costi di ristrutturazione per 3,5 miliardi di dollari.
Si il numero dei dipendenti licenziati che i costi di ristrutturazione sono più alti di quelli annunciati nel corso del passato inverno.
Allora Motorola prevedeva di ridurre il personale fino a 100.000 unità , il 7% in più di quanti poi effettivamente verranno trattenuti in azienda.
Buona parte dei provvedimenti verranno assunti nel campo dei semiconduttori, quello che si occupa di produrre anche i PowerPc.
Si tratta di una divisione tra le più travagliate di quelle di Motorola, tanto che in passato si è parlato più volte che venisse dismessa e che i numerosi brevetti ad essa connessa potessero essere cedute.
Secondo alcuni analisti di mercato gli ultimi provvedimenti potrebbero aiutare in maniera considerevole il risanamento economico dell’azienda.