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Nobel per l’economia Joseph Stiglitz «Il regime fiscale di Apple è una frode»

Secondo Joseph Stiglitz «Il regime fiscale di Apple è una frode». Non è assolutamente la prima volta che emergono considerazioni di questo tipo: in Europa e in diversi paesi dell’Unione sono in corso indagini su presunte violazioni di Apple in materia di fisco e tasse. In Italia e anche in altri paesi Apple si è già accordata con le autorità per tasse arretrate con versamenti ingenti.

Ma le nuove dichiarazioni di Joseph Stiglitz non possono essere ignorate, innanzitutto perché si tratta di uno dei massimi esperti viventi di economia. Docente e autore di manuali considerati come bibbie in materia nelle università di tutto il mondo, Stiglitz è già stato insignito del Premio Nobel per l’economia. Ma c’è un altro fattore rilevante da tenere presente: ora Joseph Stiglitz è anche consigliere di Hillary Clinton per la campagna presidenziale.

Le dichiarazioni rilasciate durante una intervista concessa a Bloomberg sono inserite in un discorso più ampio relativo al sistema fiscale statunitense. In sintesi Joseph Stigliz ritiene che la legislazione USA incoraggi le grandi multinazionali a conservare montagne di denaro all’estero, evitando così la tassazione.

Il Premio Nobel prende di mira Cupertino

Ma Stiglitz, come altri, indica precisamente Apple come uno dei principali esempi di questa pratica. Ovviamente non solo per la celebrità del marchio ma per l’imponente giro d’affari e i bilanci miliardari. Si stima che dell’immensa riserva di liquidità di Apple, intorno ai 230 miliardi di dollari, ben 216 siano conservati all’estero, più precisamente in Irlanda.

Qui Stiglitz ha una mira precisa puntata su Cupertino. Dichiara infatti che è una frode sostenere che la montagna di miliardi di dollari conservata da Apple fuori dagli USA è generata da poche centinaia di dipendenti in Irlanda. Il professore e premio Nobel si dice certo di poter contare su un consenso popolare per modificare la legislazione fiscale che rende tutto questo possibile, una mossa per far rientrare in USA capitali e possibilmente investimenti e lavoro.

Difficile prevedere se questo obiettivo verrà perseguito anche in caso di vittoria di Donald Trump. Ma è certo che le dichiarazioni di Joseph Stiglitz non mancheranno di impensierire Cupertino: con la vittoria di Hillary Clinton Apple e le multinazionali USA potrebbero vedersi costrette a cambiare le lucrative strategie fiscali finora possibili legalmente.

 

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