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L’Africa e il blackout di Internet, una lezione per il resto del mondo

Senza internet, blackout della rete, niente web, niente email, niente streaming: l’ Africa è travolta da una serie di disfunzioni che il continente, uno dei più popolati del mondo e con l’età media più bassa del globo, sta patendo una gigantesca interruzione dei servizi internet. Il black out di Internet è avvenuto a causa dei danni subiti da almeno tre cavi sottomarini al largo della costa occidentale dell’ Africa, che stanno interrompendo i servizi internet in tutto il continente.

Il West Africa Cable System, il MainOne e i cavi marini ACE, delle vere e proprie arterie per i dati delle telecomunicazioni, sono stati tutti colpiti giovedì, innescando interruzioni e problemi di connettività per gli operatori di telefonia mobile e i fornitori di servizi Internet, secondo i dati forniti da società di analisi di Internet come NetBlocks, Kentik e Cloudflare. La causa dei guasti ai cavi non è ancora stata determinata.

I dati mostrano una grave interruzione della connettività in otto Paesi dell’Africa occidentale, con la Costa d’Avorio, la Liberia e il Benin che sono stati i più colpiti, ha dichiarato NetBlocks, un ente di controllo di Internet, in un post su X.

Ghana, Nigeria e Camerun sono tra gli altri Paesi colpiti. Diverse aziende hanno segnalato interruzioni del servizio anche in Sudafrica. “Si tratta – ha detto a Bloomberg Doug Madory, direttore della società di analisi Internet Kentik – di un colpo devastante per la connettività Internet lungo la costa occidentale dell’Africa, che opererà in uno stato degradato per le settimane a venire”.La lezione dell'internet africana per il resto del mondo

Mappa dei cavi sottomarini gratuita e aggiornata da TeleGeography via SubMarineCableMap

L’estensione del danno

Quel che sta succedendo è praticamente inimmaginabile in Italia e negli altri paesi europei o in nordamerica. Inimmaginabile perché non c’è esperienza di una perdita totale di servizi.

E proprio questo è il passaggio più importante da comprendere, soprattutto adesso che i venti di guerra portano l’aria di un rischio di cyberwarfare, sabotaggi e combattimenti anche nella rete. Guerriglia in cui la distruzione dei servizi è la chiave.

Infatti, i guasti ai cavi al largo della Costa d’Avorio arrivano a meno di un mese dall’interruzione di tre cavi per telecomunicazioni nel Mar Rosso, evidenziando la vulnerabilità delle infrastrutture di comunicazione critiche. L’ancora di una nave da carico affondata dai militanti Houthi è probabilmente responsabile, secondo le valutazioni del Comitato per la protezione dei cavi Internet degli Stati Uniti e dell’industria dei cavi.

Il Mar Rosso è una rotta critica per le telecomunicazioni, che collega Europa, Africa e all’Asia attraverso l’Egitto. I cavi danneggiati trasportavano circa il 25% del traffico nella regione, secondo le stime del provider Internet HGC Global Communications, con sede a Hong Kong, che utilizza i cavi. Il traffico è stato dirottato su cavi alternativi, anche attraverso la costa occidentale dell’Africa.

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Foto di JJ Ying su Unsplash

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L’interruzione dei servizi non è l’unico problema, bensì il loro accumularsi con più problemi su più fronti. Infatti, i problemi ai cavi su entrambi i lati del continente creano una crisi di capacità, con i clienti di questi cavi che si affannano a trovare percorsi alternativi.

I maggiori vettori wireless africani, MTN Group e Vodacom Group, hanno dichiarato che i problemi di connettività dovuti ai guasti dei cavi sottomarini stanno interessando i fornitori di rete del Sudafrica. “Molteplici guasti ai cavi sottomarini tra il Sudafrica e l’Europa hanno attualmente un impatto sui fornitori di rete”, ha dichiarato in una nota Vodacom.

Invece, MTN ha dichiarato che i servizi in diversi Paesi dell’Africa occidentale sono stati colpiti e che sta lavorando per “reindirizzare il traffico attraverso percorsi di rete alternativi” e “impegnarsi con i nostri partner per accelerare il processo di riparazione dei cavi danneggiati”. Microsoft infine ha segnalato interruzioni ai suoi servizi cloud e alle applicazioni Microsoft 365 in tutta l’Africa.

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Foto Christian lue 8Yw6tsB8tnc unsplash

La situazione in Europa

I danni che vediamo nei paesi dell’Africa sono immaginabili anche da noi? La topologia della rete è in effetti differente perché i cavi isolano l’Africa che ha accesso alla maggioranza dei servizi grazie a datacenter che sono posti in altre parti del mondo, mentre in Europa i dati vengono replicati (o sono genuinamente creati) nel Vecchio continente. Però il segnale è lo stesso non solo molto grave ma anche in prospettiva preoccupante.

Soprattutto se si pensa che non è la prima volta che succede. Infatti, l’anno scorso il sistema di cavi dell’Africa occidentale e un altro cavo, il South Atlantic 3, erano stati danneggiati in un punto leggermente diverso, vicino alla foce del fiume Congo, a causa di una frana sottomarina. La perdita dei cavi aveva messo fuori uso il traffico internazionale lungo la costa occidentale dell’Africa e la loro riparazione aveva richiesto circa un mese.

Cosa accadrebbe della nostra economia totalmente digitale se questo accadesse all’Italia? Se mancassero i sistemi delle aziende, i siti di ecommerce b2b e b2c, la logistica, la messaggistica, lo streaming? La domanda è retorica, ma in realtà fa da apertura per un’altra questione: quanto siamo dipendenti da queste tecnologie di interconnessione e quanto le tuteliamo?

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