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Anderson: iMac e Mac OS X i nostri gioielli

Nuovi iMac a tutto gas e grande interesse su Mac OS X. Questi i temi centrali della conferenza di Fred Anderson che si è chiusa solo pochi minuti fa.
Il responsabile delle operazioni finanziarie di Apple, nel fornire ufficialmente i dati del trimestre, ha aggiunto numerosi dettagli proprio sui due argomenti di maggior interesse degli analisti, ovvero la transizione degli utenti verso la nuova gamma di desktop e verso il nuovo sistema operativo.

Anderson ha confermato che i numeri conseguiti dall’iMac con schermo piatto sono decisamente significativi. Apple ha venduto 220.000 macchine e nonostante l’aumento di prezzo, obbligato dai costi crescenti nel settore dei monitor, la domanda non accenna a diminuire.

“Abbiamo un significativo arretrato d’ordini” ha detto Anderson, arretrato che Apple sta cercando di evadere aumentando la produzione e usando la spedizione per via aerea così da ridurre i tempi di attesa.
Nel corso degli ultimi giorni il ritmo di produzione degli iMac è cresciuto in maniera sensibile tanto da essere quasi raddoppiato passando da 5000 a 9000 unità  ogni 24 ore. Unico dato negativo il fatto che, sia in seguito alle spedizioni per via aerea che per un aumento dei costi delle componenti (solo parzialmente recuperato dai costi di listino accresciuti), i margini sugli iMac non sono stati quelli previsti.

In aggiunta a questo Apple ha preferito mantenere inalterati i prezzi sugli iMac preordinati prima degli aumenti di prezzo riducendo ulteriormente i margini di profitto sul venduto.

La situazione sui margini di guadagno dovrebbe migliorare entro il mese di settembre. Apple sta studiando alcune misure a questo proposito (come lo spostamento delle catene di montaggio in paesi a più bassi costo di mano d’opera) che unitamente alla riduzione dei costi di spedizione dovrebbero migliorare sensibilmente la situazione in questo campo.
“Pensiamo poi – ha detto ancora Anderson – che i costi dei monitor LCD si siano stabilizzati e che la RAM dovrebbe cominciare a decrescere anche se lentamente”.
Apple spera di continuare a distribuire tra i 4000 e i 5000 pezzi al giorno nel corso del trimestre in corso, il che significherebbe 150.000 unità  al mese, circa il 50% in più di quanto Apple, secondo alcune fonti, aveva previsto prima del lancio dell’iMac.

Le cose, ha poi ammesso Anderson, non sono andate tanto bene nel settore Pro.
Ma per quanto riguarda il campo professionale la debolezza, più che da prodotti poco azzeccati, secondo Anderson arriva dal segmento che è statico per tutti i produttori.
“I pochi segnali di forza – ha detto Anderson – giungono dal campo del video digitale”. Il calo degli iPod (Apple ne ha venduti 50.000 nel corso del trimestre) è determinato essenzialmente da un ciclo stagionale. “La diminuzione del 50% – ha sottolineato Anderson – è inferiore a quella del 71% dell’intero settore”

Vanno invece piuttosto bene le cose nel settore dei negozi. Apple ne avrà  una cinquantina in tutti gli USA prima della fine dell’anno e sempre prima della fine dell’anno il settore retail, ha detto Anderson, dovrebbe andare in positivo.
Tra i visitatori degli Apple Store ci sarebbero poi molti utenti PC (circa il 40%), ovvero di quel 95% che Apple intende raggiungere proprio usando anche l’arma dei negozi. Nel corso del trimestre sono stati 1,7 milioni i visitatori di negozi Apple il rosso di bilancio si è ridotto a 4 milioni di dollari su un fatturato di 70 milioni d dollari.

E sempre a proposito di negozi Anderson ha anche sottolineato il successo dell’iniziativa che ha posto nei vari CompUSA venditori addestrati direttamente da Apple. “Una esperienza che ripeteremo anche in Europa”, ha detto il responsabile delle operazioni finanziarie. Il che dovrebbe significare che anche in Italia nei principali punti vendita retail dovrebbero apparire presto commessi competenti e capaci di fornire informazioni coerenti e approfondite sui prodotti di Apple.

Il secondo settore di successo del trimestre è stata però la diffusione di Mac OS X. Anderson ha reso noto che il numero di macchine dotate del nuovo OS è arrivato a 3 milioni, un dato che sta stimolando le terze parti. “Al momento sono già  3600 i programmi nativi per Mac OS X”, ha detto Anderson.
In particolare a volgere l’umore di Apple all’ottimismo in questo campo è il fatto che tra queste applicazioni molte appartengono all’area professionale.
Una per tutte, Photoshop che è stata rilasciata negli USA proprio l’altro ieri. “In futuro – ha detto Anderson – prevediamo un aumento delle vendite di Mac OS X nel settore governativo, didattico e della ricerca”. Secondo Apple le vendite nel settore governativo, uno di quelli più difficili per Cupertino, sono cresciute del 60%.

Infine un cenno anche ad un prodotto che si pensava dovesse essere presto pensionato e che invece non lo sarà  affatto, almeno pare: l’iMac CRT.
Apple, pur nell’era dell’LCD, ha venduto diverse decine di migliaia di macchine con lo schermo a tubo. “C’è richiesta, specie nel settore educational, di una macchina al di sotto dei 1000$”, ha detto Anderson, lasciando intendere che per ora non si parla proprio di sospendere la produzione del glorioso iMac originale.

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